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Pronti ... Via !!!!!
Inserito da Tortellone67 il 14/05/2008 alle 23:38 nella sezione triathlon
In un attimo la tensione, i dubbi, l′attesa, tutto si trasforma in adrenalina, concentrazione e volontà.
L′acqua è fredda, gelata. Il fiato è subito spezzato anche dai primi secondi decisamente sopra ritmo.
Respiro a destra e mi vedo specchiato in un paio di occhi azzurri a non più di 20 cm dalla mia faccia.
Respiro a sinistra ed un piede si agita pericolosamente a molto meno di 20 cm dalla mia faccia.
Sono ancora sopra ritmo, più che nuotare ho la sensazione di annaspare in un turbinio di schiuma seguendo una scia obbligata.
Una bracciata e sfioro un piede … maledizione non si sposta … istintivamente stringo la mano intorno a quella sconosciuta caviglia e tiro prendendo slancio, superando il malcapitato collega che certamente mi avrà odiato e poi, penso e credo, subito perdonato.
Chi la fa l′aspetti!!!! Un attimo dopo sento un gomito (o un ginocchio o una mano o chissà che…) che affonda nel mio fianco sinistro. Una fitta e scarto leggermente per allontanarmi.
Finalmente un po′ più di spazio, i compagni d′avventura cominciano ad essere un po′ più distanti e sfuocati, non sento più freddo … accidenti 'sta muta è veramente eccezionale.
Il respiro si fa più regolare ed allora cerco di concentrarmi sul gesto tecnico … allungarsi … scivolarare … ripasso mentalmente tutti i particolari su come tenere la mano all′entrata in acqua, su come spingere il più possibile la bracciata, sulla vigoria della gambata.
"Ormai saranno passati 5 minuti" penso. "Forse alla prima boa non manca molto".
Provo allora per la prima volta ad alzare la testa e sono subito colto da sconforto …
"Azz!!!! Ma dove sto andando, sono completamente fuori rotta e poi non sono nemmeno a metà del primo tratto".
La boa è ancora un piccolo puntino circondato da barche che attendono il passaggio; per correggere la direzione sono costretto più volte dalle onde ad abbandonare lo stile libero per sfruttare due o tre bracciate a rana che mi permettono di vedere meglio il campo di gara.
Cerco di ritrovare la concentrazione, la strada è ancora lunga e non posso mollare di testa alla prima difficoltà.
Così, bracciata dopo bracciata, alternando tratti in perfetto stile a poche bracciate a rana giusto quanto serve per controllare di non aver "smarrito la giusta via", ecco che la boa inizia ad avere una dimensione più confortante, sempre più vicina e ad un tratto eccola : è lì di fianco, cullata dal mare eppure immota, testimone divertita (penso) del passaggio di tutti quegli esseri "appinguinati" tanto solertemente indaffarati per chissà quale strana ragione.
Mi faccio forza pensando che il peggio è passato, ormai "il ghiaccio è rotto" e mi accingo ad affrontare la seconda parte del percorso.
Il tempo sembra accorciarsi, la seconda boa è già molto vicina e provo ad incrementare il ritmo.
Al primo controllo della rotta, ahimè, scopro che in un attimo ho tragicamente debordato verso riva e sono costretto ad un brusca "sterzata" per tornare sulla giusta direttrice.
Probabilmente la corrente spinge verso riva e questo mi convince del fatto che l′ultimo tratto, il ritorno alla terraferma, sarà il più veloce ed il meno faticoso. Questa certezza mi rinvigorisce e poco dopo scorgo la seconda boa a non più di 20 metri : la approccio, la circuisco, la ammalio, stavolta sono io a sorriderle beffardamente … ciao ciao ultima boa della prima di tante traversate, vittima sacrificale sull′altare dell′arduo debutto.
E con questa tronfia saccenteria natatoria, rinfrancato nello spirito e nel corpo, punto dritto verso riva, novello Colombo alla scoperta di un nuovo mondo.
E′ ormai come una cavalcata wagneriana e mi accorgo di essere ben sopra le righe, il fiato è troppo corto, lo stato di esaltazione che mi ha rapito mi sta allontanando dalla realtà.
La riva non è la fine di un′avventura, ma solo l′inizio di una nuova tappa ben più dura da affrontare e non posso permettermi il lusso di attingere subito a piene mani alla riserva di energia che deve essere ancora a lungo una mia forte e robusta compagna di viaggio.
Rallento, ancora una volta mi concentro il più possibile sulle peculiarità tecniche del movimento in acqua ed inizio a ripassare mentalmente la sequenza di azioni che mi permetteranno di scavalcare il prossimo ostacolo, ostacolo che da buon neofita è fonte di ansia e di timore : il primo cambio nuoto – bici.
Mi rivedo al rallentatore intento a provare, nell′intimità del bagno di casa, ogni piccolo movimento, a pensare come migliorare, ottimizzare i gesti per riuscire a liberarmi (letteralmente) della muta.
Rivedo le facce divertite di mia moglie e dei miei figli sbirciarmi con molta ironia e un pizzico di incomprensione.
Manca poco, comincio a sentire le braccia un po′ pesanti, ma ormai è fatta.
Il fondale si fa sempre più nitido, non più sabbia ma sassi, alzo la testa …. dieci metri, cinque.
Provo a toccare il fondo, ma i piedi ancora annaspano nell′acqua, ancora due, tre bracciate.
E′ fatta!!! Tocco!!!! Via, forza c′è il cambio che aspetta.
Appena ritrovata la stabilità ed inizio a calcare il bagnasciuga mi accorgo di non essere solo, mi giro verso sinistra e vedo Giancarlo.
Cavolo … allora non è andata per niente male.
Ben presto però mi rendo conto della mia inesperienza perché giusto il tempo di un pensiero e Giancarlo mi ha già dato una decina di metri ed ha la muta già a penzoloni con le braccia finalmente libere di ritrovare gesti podistici molto più familiari.
E′ il momento della verità e tutto, con mia grande sorpresa, sembra filare liscio finchè … ecco il tanto temuto inghippo … non riesco a sfilare l′ultimo lembo di muta.
Sembra attorcigliata, avidamente avvinghiata alla caviglia destra in un morbido blob da cui ho la sensazione di non riuscire mai più a districarmi.
Sento l′ansia salire, comincio a temere di non farcela, ho un attimo di panico …
L′incitamento dell′onnipresente Attilio, nel frattempo giunto anch′egli in zona cambio, giunge come una sberla, mi risveglia da quell′immobilità che mi aveva ipnotizzato.
Mi siedo. Uno, due respiri profondi, raccolgo le forze, mentalmente convoglio tutto quello che ho dentro sfidando quel lembo di muta, riprovo e questa volta cede …
Allora inforco la bici e …
Il resto è un′altra storia, sempre piena di fatica e di soddisfazione, ma un′altra storia.
Questa invece è stata la storia, spero solo la prima di tante, di un debutto nell′esperienza sportiva più divertente, accattivante, coinvolgente ed adrenalinica che io abbia mai potuto immaginare.
W il Tri-Road
Bruno Tortellone Meneghetti

I tonni in attesa della mattanza "Levantina"
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Ho solo tre (tre... e che altro numero sennò?) parole per te: AUW!AUW!AUW!
Dimenticavo! Ho solo un piccolo consiglio: i cambi io li provo in cortile, almeno mi becco gli applausi (o le uova, dipende) di tutto il vicinato :)
Per me è stato un felice ritorno, confortato dall'ultima frazione a piedi che sono riuscito a portare a termine, nonostante tutti i guai muscolari.
Complimenti Tortellone67
Attilio
2) ero talmente concentrato nel arrivare che non pensavo nulla.
Attraverso le tue parole però mi sono accorto di sentimenti, emozioni e pensieri che ho vissuto
grazie
Marco
PS piantatela di scrivere messaggi che mi fanno ridere ed emozionare alle lacrime, i miei colleghi mi guardano sempre stupiti
Comunque, come debutto non mi sembra per niente male, no?
Alla prossima
Gian
Beh ... Proposta interessante? :-)
A parte gli scherzi belle sensazioni e, nonostante la durezza del percorso, buon debutto ....
Alla prossima
Bruno
Corro a piedi da una vita e da quando mi sono iscritto al Road (a Marzo di quest′ anno) ho avuto modo di leggere sul sito numerose vostre testimonianze della pratica e della partecipazione a gare di questa disciplina.
Da qualche anno accarezzo l′ idea di provare a praticare questo variegato sport partecipando a qualche gara ma, complice l′ impegno necessario per allenarsi in più discipline, la passione viscerale per un′ altro sport e gli impegni della vita familiare, non sono ancora riuscito a soddisfare questa voglia.
Leggere delle vostre avventure e sensazioni, sensazioni nelle quali mi fate facilmente immedesimare, mi fà però aumentare vertiginosamente il prurito alle mani ed ai piedi che hanno una voglia irrefrenabile di macinare chilometri in acqua e per strada.
Tuttavia non conosco quasi per niente le peculiarità dello svolgimento delle gare, so solo che hanno nomi diversi a seconda delle distanze previste.
Vorrei quindi chiedere se qualcuno può indicarmi un testo, manuale, pubblicazione o altro dove reperire tutte quelle informazioni utili a capire cosa serve, le regole di comportamento, gli aspetti logistici, insomma rendersi conto di come funziona il triathlon prima di imbarcarmici.
Tanto per dire; serve la muta, ma di che tipo? Come funzionano i cambi? Come vanno effettuati? La bicicletta; và sempre bene anche una mountainbike? E poi, ecc.ecc.
Un grazie anticipato a quanti potranno aiutarmi ed un saluto con l′ augurio di buone corse a tutti i soci,
Paolo Gobbo