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4 maggio - Maratona di Trieste

Inserito da FraTTa il 07/05/2008 alle 17:19 nella sezione strada

L'obiettivo che mi ero prefissato era di abbattere il fatidico muro delle 3 ore...a costo di doverlo fare a suon di testate!
Ci sono riuscito. (2.58.37).

Al di là del tempo più o meno significativo non è la prima volta che mi trovo a passare la linea del traguardo con un senso di smarrimento, per non dire di vuoto. Non so se questo dipenda dal fatto che tutte le mie energie siano state versate lentamente lungo la strada.

Alla brillantezza dei primi km, sia fisica che mentale, si contrappone l'opacità del finale che fa da contrasto e mette in dubbio il senso di trovarsi a correre in una condizione di assoluta fatica e di disagio mentale.

A distanza di due giorni ritorna quella serenità che è quantomeno fisiologica e che permette di rileggere il tutto con una certa obiettività.

Corriamo perchè ci piace, ci appassiona e diverte; troviamo nell'allenamento una sorta di sadica e masochistica pace che ci da vigore e che si pone all'interno di un piccolo progetto che fa capo ad ognuno di noi.

E' inevitabile chiedersi perchè: l′ hanno già fatto in tanti ora ci provo io. Ci troviamo ogni giorno a confrontarci con una realtà che per quanto ci inglobi, raramente è limitata e dipendente solo alle nostre capacità o scelte.

Soggetti alle dipendenze di entità e fattori esterni di natura diversa che vincolano la nostra libertà, siamo automaticamente giustificati nel dire che quel che accade non dipende da noi o almeno non tutto.

Con la corsa non si bleffa: ogni corridore sa di vivere nel suo microcosmo, di poterlo governare, ma forse prende ancor di più atto e coscienza di poter accettare la corsa e se stessi per quello che in quel momento viviamo.

Confrontarsi finalmente in completa autonomia ed essere gli unici giudici di noi stessi non ha eguali! Corriamo in maniera spensierata o in concentrazione cronometrica, con il sole o con la pioggia, con gambe sciolte o legate...ma tutto questo dipende solo da noi e da nessun altro.

E' dunque un riflesso condizionato?
Ho una nipote di neanche due anni; oggi abbiamo fatto una passeggiata nel parco e abbiamo corso:
correva e sorrideva ... a questo punto smetto di scrivere e riprendo a correre.

Marco Frattini

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Commenti
  • dragonbrill 07/05/2008 alle 23:12:34 rispondi
    Bravò!
    Copimenti di cuore caro Marco, ho visto molte alla Porada quanto ti impegni nell'allenamento. L'eccellente risultato non è casuale ed è tutto merito tuo.
    WilRoad!
    Antonio
  • Lucky 07/05/2008 alle 23:19:23 rispondi
    Scendere sotto il muro delle 3 ore deve essere davvero emozionante, complimenti per la prestazione e continua così!! Ciao. Luciano
  • mt-run 08/05/2008 alle 09:13:23 rispondi
    Bella analisi
    Marco, mi ritrovo molto nelle tue parole. Davvero la corsa è un microcosmo di onesta'. Un luogo spirituale dove non si imbroglia e si è consapevoli che si potrà raccogliere solo e soltanto quello che si semina. Perchè esiste una sola persona alla quale, davvero, non è possibile mentire. Ci vediamo a Lignano. Mario.
  • Ignazio 08/05/2008 alle 16:50:51 rispondi
    alla faccia!
    complimentoni per la fatica ripagata ed il muro abbattuto.
    e anche per la riflessione, bella, condivisibile e piacevole!
    e adesso? ti butti su Monza-Resegone?

    ciao
    ignazio
  • paolafelletti@tiscali.it 09/05/2008 alle 10:28:57 rispondi
    complimenti!!!
    Bravissimo Marco, hai ottenuto un risultato strepitoso e fatto un'analisi perfetta su cosa voglia dire preparare e correre una maratona. Sono sicura che il tuo tempo ottenuto e tanto desiderato dipenda anche da questo. Corri ancora tanto nel parco con tuo nipote e sorridete insieme. Queste sono le "maratone" più belle della vita.Un saluto.Twin Paola
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