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![]() Ventisette, giorno di paga #03.08Inserito da Franz.Rossi il 27/03/2008 alle 07:02 nella sezione storie
Le ragioni del cuoreNon so voi, ma io spesso mi pongo delle domande che sembrano di facile risposta, ma che in realtà - riflettendo - richiedono un po' più di profondità.Una domanda tipica in tal senso è perchè corriamo una maratona piuttosto che un'altra. Insomma cosa ci spinge a correre a Milano, sapendo che l'ambiente è tendenzialmente ostile? O anche cosa ci spinge ad andare a cercare delle maratone lontane? E non dico solo New York (che è stata trasformata in una tappa obbligatoria per il podista), ma anche Amburgo o Barcellona o Praga. Partendo da questo quesito, ho scorso le "mie" maratone e quella che torna con una strana frequenza è proprio Treviso, domenica prossima sarà la mia quinta edizione. Certo la prima risposta, quella più immediata, sta nelle origini venete della mia famiglia (anche se Venezia, mia città natale, dovrebbe essere la numero uno). Poi c'è il fascino di una gara organizzata benissimo, in continua crescita, supportata da una promozione che dura un anno. Quest'anno si aggiunge anche la triplice partenza con il tricolore formato a Ponte della Priula in occasione del 90esimo della fine della prima guerra mondiale (che in quei territori si è combattuta). Ma credo che il fascino maggiore per me stia nel rovello del collezionista. Ho corso tutte le edizioni ed ognuna ha significato qualcosa di speciale... 2004: prima edizione, il fascino della scoperta. Una maratona corsa con la bandiera spagnola appuntata sul petto per celebrare le vittime dell'attentato di Madrid (del giorno precedente). Alcune pecche organizzative in zona arrivo che fanno dimenticare il grande sforzo. E' la prima maratona gratuita di cui si è mai sentito parlare. 2005: seconda edizione: la corsa di Mike. Una maratona corsa in compagnia di Michele Pavan, amico non vedente e compagno di centinaia di chilometri di allenamento. L'organizzazione - già ottima - è migliorata tantissimo. C'è la possibilità di donare il rimborso della quota di iscrizione. 2006: terza edizione: il personale. Venuto quasi per caso, grazie ad un periodo d'oro in cui tutto girava bene. La maratona è splendida, nonostante la partenza di Vittorio Veneto sia stata a tratti benedetta dalla neve. 2007: quarta edizione, la rivincita. Una maratona fatta dopo oltre sei mesi di stop forzato a causa dell'ernia. Finita metà correndo e metà camminando in quasi 5 ore. Come tutti i maratoneti possono testimoniare, l'esperienza della maratona amplifica le sensazioni, le incide in modo indelebile nella nostra memoria, nel nostro vissuto. Appare dunque chiaro che il fascino di una maratona (per quanto possa offrire) starà sempre nel cuore di chi la corre. E sono proprio queste ragioni del cuore a guidare la nostra scelta, a riportarci a percorrere le strade di Milano, a farci volare lontano, a riportarci per la quinta volta a Treviso. Franz
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Tuttavia vorrei ampliare lo scenario e dichiarare la mia preferenza per le gare da punto a punto, piuttosto che per quelle con partenze ed arrivo grosso modo coincidenti. Sono percorsi che attraversano un territorio, più che una città.
Treviso è di quel tipo. Come lo sono Padova e Venezia (e forse altre che non conosco). C′è, all′inizio, quel percorso in autobus che ti porta alla partenza (a meno che tu non ti rechi lì con mezzi propri o che non alloggi nelle vicinanze). E′ interminabile e il pensiero prevalente è che non sia possibile rifare il percorso a piedi. Poi lo fai. Attraversi paesi, piazze. Ci sono le bande, le majorettes. Gente ferma agli incroci sulle biciclette. Tu passi e vai oltre. Stai andando. Vai in città.
Questa, per me, è la corsa su strada.