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Ciao, corro al lavoro!
Inserito da ferroghido il 19/02/2008 alle 15:36 nella sezione storie
Chissà quanti di noi hanno pronunciato almeno una volta questa frase.
Il bello, però, è capire che cosa intendevano dire!
Tralasciando gli ovvi significati cari a stakanovisti (io no!) ed a ritardatari (qualche volta …!), pensiamo un attimo al problema di come conciliare corsa e lavoro, due attività che spesso non vanno d′accordo.
Ad esempio, ci si può allenare in "zona lavoro" cioè vicino al posto di lavoro durante la pausa pranzo (l′ho fatto anche io), oppure subito dopo il termine dell′orario lavorativo restando sempre nei paraggi.
Ma le soluzioni più gettonate sono, come è ovvio, quelle che tengono ben distinte le due attività, ovvero allenarsi un po′ prima o dopo correndo vicino a casa o, comunque, utilizzando parchi e/o impianti sportivi.
Ma ecco arrivare direttamente da Casa Ghido l′ultima invenzione/provocazione che ha il grande pregio di fare inorridire in un sol colpo salutisti, igienisti, puristi … e benpensanti: correre andando al lavoro (o, se volete, andare al lavoro correndo).
Ohibò! E come si fa?
E′ vero, non tutti possono farlo poiché ci sono alcuni ostacoli "logistici" che si frappongono, nonchè controindicazioni da valutare.
Però, con qualche accorgimento e qualche piccola trasgressione all′ortodossia sportiva (e sociale) si può fare.
E poi, ammettiamolo, essere un po′ fuori dal coro ogni tanto è bello e fa bene … e, insomma, che vi devo dire, a me piace.
E si risparmia anche tempo.
Dunque sveglia presto, bagno, niente colazione, il cambio (spartano) e l′occorrente (ridotto all′osso) per il resto della giornata cacciati nello zainetto tattico, e via!
Poco traffico (beh, insomma), passanti incuriositi, qualche automobilista stranamente cortese, e … belle emozioni da romantico sognatore: la passerella al buio su viale De Gasperi come il ponte di Verrazzano, il sole che sorge dal Castello Sforzesco, il centro città pedonale tutto per te … ma soprattutto la sensazione di libertà che ti dà attraversare la città in modo inconsueto.
P.S.: solo qualche ovvietà per chi volesse provare: prima si parte, meglio è; evitare il molto freddo (il cambio peserebbe troppo) e il molto caldo (zaino e contenuto si ridurrebbero ad una spugna); se poi non disponete dell′occorrente per darvi una "rinfrescata", beh ... procuratevi colleghi comprensivi!
Ciao
Riki urban runner Ghidotti

Dove abito? Dove lavoro?
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eh eh..
Ghido ti confermi sempre mitico, più avanti degli olandesi che vanno a lavorare in bicicletta.
grande mi sei piaciuto.
Io ho la fortuna di lavorare vicino a casa (20 minuti a piedi) e grazie a Dio non ho questo problema.
Odio i mezzi pubblici e qundi per il futuro il tuo suggerimento è da tenere in considerazione così come quella di regalare delle mascherine antigas ai propri colleghi....
Ho pensato + volte a farla in bicicletta, ma poi per 3 ovvi problemi logistici non l'ho mai fatto:
1) la bici dovrei lasciarla fuori "legata" (e non è il caso);
2) dove fare la doccia? Le "salviettine" non servono...
3) nello zaino dovrei inserire un vestito, giacca e cravatta, un paio di scarpe di cuoio...
No, decisamente non mi pare il caso.
A presto, Attilio