Domenica mattina ore 7.20, cielo leggermente nuvoloso, temperature in aumento.
Non lo so ancora, ma i miei compagni di avventura mi aspettano già sotto casa in anticipo di 10 minuti.
Dopo avere scambiato sorrisi e convenevoli si parte.
Destinazione Palazzetto dello Sport di Casalbeltrame, ritrovo e partenza della mia prima mezza maratona: San Gaudenzio.
E′ il mio momento, lo sento ma non voglio pensarci.
Questa mezza è arrivata un po′ prematura, ma fortemente voluta.
Non ho seguito alcuna tabella.
Nell′ultimo mese ho semplicemente allungato drasticamente la mia distanza massima.
Sono pronta? Atleticamente no, ma mentalmente sì, e non è poco.
So che farò un tempaccio intorno alle 2h30′, ma non mi importa.
Questa volta va bene così. Mi interessa solo capire se le mie gambe seguiranno la mia testa e se la mia testa sarà in grado di sostenere le mie gambe.
Arrivati al ritrovo il gruppetto si allarga.
Sono quasi tutti amici dell′Atletica Ambrosiana.
Mi sorridono, mi esortano, mi fanno le ultime raccomandazioni, mi dicono di provare a scendere sulle 2h10′. Loro sono decisamente più veloci di me, ma Paolo mi ha promesso di non mollarmi per tutto il percorso. Quando sei agli inizi come me e ti testi su una distanza tanto lunga, avere un partner di fianco è fondamentale. So già che Paolo rappresenta la garanzia di arrivare al traguardo in un modo o nell′altro, perché di salire sulla "scopa" non se ne parla!
Non riesco a fare il riscaldamento che vorrei perché negli ultimi minuti la confusione regna sovrana tra depositare la borsa, cambiarmi, far l′ultima capatina in bagno (eh sì!) e cercare Paolo che nel frattempo si è allontanato!
Ci ritroviamo in extremis, il tempo di posizionarci rigorosamente in fondo al codazzo di partenza e sentiamo lo starter dare il via!
Partenza un po′ incosciente e quindi indolore.
Il mio gps rogna emettendo strani beep. Il display dice "low battery".
Argh! Proprio oggi?!? Segno del destino. Vuol dire che non lo devo guardare.
Siamo nelle retrovie e stiamo benissimo.
Siamo quelli che non hanno ansie di risultato.
Siamo quelli che si guardano attorno mentre corrono.
Siamo quelli che se la godono.
Siamo i bottom runners!
Sono letteralmente rapita dalla bellezza dei lunghi tratti di rettilineo che ci offre il percorso, alla fine dei quali si stagliano le Alpi innevate.
L′asfalto, la linea bianca al centro, le mie scarpe che battono colpi regolari mi fanno provare un indescrivibile senso di pace, riducendo sensibilmente la percezione della fatica.
Maciniamo chilometri su chilometri senza che il nostro viso sia mai realmente segnato dallo sforzo.
Ci fermiamo velocemente ad ogni ristoro apprezzandone varietà e organizzazione, ripartendo al ritmo perduto.
Dopo i primi 10 km, Paolo si sbilancia e mi dice che se continuiamo con questa andatura, dovremmo chiudere in 2h12′.
Lo guardo incredula.
E′ decisamente molto al di sotto delle mie previsioni, ma è pur sempre una proiezione! Non c′è ancora da esultare, ma da mantenere il passo.
Il gruppetto che avevamo affiancato alla partenza ci abbandona restando indietro.
Non riesco a capire se hanno mollato loro, abbiamo accelerato noi, o tutte e due le cose.
Un po′ mi spiace, un po′ mi gaso.
Forse stavolta riuscirò a non arrivare ultima.
Al 18º km ci troviamo davanti un cavalcavia. Mi scappa una parolaccia, o forse due, ma mi carico.
Affronto la salita con grinta e addirittura azzardo un sorpasso! Paolo sorride.
Mancano tre chilometri e la sua proiezione è sempre 2h12′.
L′ultimo chilometro mi sembra il più lungo mai percorso.
Non riesco a scorgere il traguardo, sono impaziente, vorrei aumentare il passo, ma da diversi chilometri sento le gambe di pietra.
Ecco, mancano gli ultimi 195 metri ed io grido - Ma dov′è??? L′hanno smontato!! Non ci hanno aspettato!! - riferendomi al gonfiabile blu.
Paolo mi dice che è dietro l′angolo che stiamo per svoltare e mi incita a fare lo scatto finale, urlandomi "Di più! Di più! Di più!"
Con fatica immensa aumento la falcata e la velocità.
Taglio il traguardo e guardo il cronometro: 2h12′30"!
Paolo da galantuomo, arriva un secondo dopo.
Ce l′ho fatta, con un tempo molto al di sotto delle mie aspettative, ma soprattutto Paolo lo sapeva dall′inizio!! ;-)
Grazie di tutto e arrivederci a Stresa!
Ho letto parola per parola il racconto della tua prima mezza, mi ha caricata e dato la speranza di poter riuscire anche io prima o poi nell'impresa...
Davvero Brava...
Ciao Angela
Anche io sono iscritto alla Lago Maggiore Half Marathon, prepariamoci bene per battere il nostro personale!
Ciao
Luciano Alvazzi
Luciano, la mezza del Lago Maggiore è alla prima edizione, da una parte mi sento una pioniera, dall'altra so che ci accolleremo i disagi possibili dovuti all'esordio della manifestazione. Sono certa che il panorama ci ripagherà di tutto!
PS: Io ho chiesto il pacemaker sulle 2h00 ma solo perché l'altro era sulle 2h15! :)
Credo di poterti assicurare che avrai altre sorprese dalle tue prestazioni sportive nei mesi futuri.
In bocca al lupo
Roberto
Il percorso poi si presenta velocissimo con sole due piccole salitine e proprio all'inizio.
In più ci sono i battelli gratuiti che ti portano da Verbania a Stresa per la partenza tanto per rifarti gli occhi....PREPARATI AD INFRANGERE IL MURO DELLE DUE ORE!!
Ciao
Luciano
Ho accusato subito, all'arrivo, dei dolori alle caviglie che però sono presto passati. Ho risentito in maniera più seria di dolori muscolari alle gambe, che oggi per fortuna sto smaltendo. Nessun dolore particolare invece alla schiena che era la cosa che mi preoccupava di più.
Segno che ho azzeccato le scarpe!
:-) Ora sono in pressure per le Due Perle!
:-)
Morg@na
In effetti se non fossi stata una Road, mai avrei pensato di partecipare ad una mezza e tanto meno progettare per il futuro almeno una maratona vera ed intera, ma sopratutto bella, memorabile.
Siete supporter impagabili, perché anche quando non siete materialmente al mio fianco so che alla prima occasione mi accoglierete festosi in sede o scriverete commenti affettuosi sul mio post!
Grazie di cuore, Road!