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In salita senza Scala
Inserito da Giuseppe.Mauri il 16/02/2014 alle 17:08 nella sezione cross & trail
E’ l’una di sabato pomeriggio e sto pedalando ignaro da casa verso il luogo dove si sta per svolgere la quarta tenzone del campionato brianzolo. Sono pochi i chilometri da casa mia a Monza, e, visto che non si decide a piovere, allora vedo di sfidare il fato e inforco la bici da allenamento (che poi è una bici messa insieme con i pezzi che avanzavano dal progressivo upgrade dell’altra bici, assemblati su un vecchio telaio in acciaio…).
Il fato, come previsto, non mi calcola neanche di striscio (l’espressione originale non prevedeva il verbo “calcolare”, ma, per evitare di essere censurato subito all’inizio, l’ho scelto per assonanza…), e quindi non piove, e non pioverà per il resto del pomeriggio.
Quando arrivo a Monza, con il solito grande anticipo, capisco quasi subito che questa volta non avremo fango biblico (?) né curve in contropendenza, né saliscendi impossibili, ma finalmente un bel percorso ragionevolmente umido e, se si esclude una rampa a metà percorso, preceduta da un’ insopportabile discesa, tutto sommato agevole.
Non appena arrivo incontro GP Calegari (anche lui arriva sempre con largo anticipo, d’altra parte facciamo parte entrambi della categoria “diversamente giovani”). Il tempo di cambiarci (grazie a GP per la pazienza – io a cambiarmi sono incredibilmente lento: al mezzo ironman di Rimini lo scorso anno ho fatto il peggior tempo assoluto nella prima zona cambio!!) e siamo sul percorso per il consueto sopralluogo.
Nessuno di noi ha alcun dubbio sul fatto che siano passate tante primavere da quando siamo venuti al mondo, ma, se per caso qualcuno non se ne fosse reso conto, lo capirebbe immediatamente se ci accompagnasse in un sopralluogo; un gruppetto di brontoloni che ansimando (soprattutto io) analizza i cambiamenti introdotti sul percorso rammaricandosene, dato che il tracciato degli anni scorsi era certamente molto meglio (Ti ricordi tre anni fa, con la neve a Briosco, com’erano belle le curve a Briosco? Chissà perché le hanno tolte! E a Monza le due discese in contropendenza dove rischiavi di cadere e romperti l’osso del collo? Chissà perché hanno tolto anche queste!! Eh, non è più il Brianzolo di una volta!!).
Solo alla fine del giro di ricognizione del tracciato di quella che aveva tutti i crismi per essere una gara tutto sommato tranquilla in un giorno tutto sommato tranquillo, scoppia la bomba: GP mi dice che il mistair Stefano Scala non sarà presente. “Domani farà la mezza di Verona e sono già là ”.
Ma come, ma quando, ma soprattutto: ma che …? L’animatore di mille iniziative, il portabandiera di mille pazzate (apprezzato l’uso della “p” sostitutiva?), il leader maximo delle follie collettive non presenzierà ?
Ecco che, su un giorno che si presentava anonimo, improvvisamente si allungano le ombre di una gara piena di ansie, orfana di una voce stentorea che ti sostiene proprio nel punto di maggior difficoltĂ del percorso, di solito in cima allo strappo previsto da tutti i percorsi; insomma: una salita senza Scala, ecco lo scenario che ci aspettava!
Potete immaginare il nostro smarrimento (più mio che di GP che, per dirla tutta, mi pareva non fosse tanto sconvolto dalla notizia. In verità un po’ stupito, dato che per lui era la prima gara da anni in cui non ci fosse anche Stefano). A pochi minuti dalla partenza mi trovavo di fronte a quella che aveva tutta la faccia di trasformarsi in una ciambella senza buco, un pisello senza baccello, una processione senza santo (ecco, sto esagerando).
Con queste ombre nel cuore mi presento sulla linea di partenza. Un’ ulteriore conferma del fatto che noi corriamo nella batteria dei meno giovani ce la dà il fatto che almeno quattro, cinque concorrenti si rendono conto di aver dimenticato il chip nella borsa e chiedono allo starter di aspettare un minuto mentre si precipitano ai relativi gazebo.
Partiamo con un minuto di ritardo tra il tifo indiavolato di un gruppo di ragazze ucraine (lì ad accompagnare i loro datori di lavoro, che, a onor del vero, sono tutti davanti a me, e, dopo pochi istanti sono così davanti che fatico a vederli).
Lotto con i soliti avversari. C’è anche il tipo che a Giussano gioiva per il fango. Lo raggiungo in cima allo strappo del secondo giro. Rantolo un saluto e lui mi risponde con un rantolo.
Mi supera il solito “categoria 65-70” della Vis Nova Giussano che parte piano e poi, anche oggi, per la quarta volta, mi pianta li e non c’è verso di riprenderlo.
In meno di mezz’ora è tutto finito, anche se io ho smesso di soffrire 5 minuti prima dell’arrivo, completamente anestetizzato dall’acido lattico!!
All’arrivo non riesco a gioire. Nei momenti più difficili non ho avuto il supporto dell’immancabile urlo “alè giuseppe!!” e questo ha reso la giornata un po’ più triste e le salite un po’ più faticose.
Mi solleva solo il pensiero che, anche questa volta, la nostra bandiera l’abbiamo piantata nel bel mezzo dell’accampamento degli sfidanti.
Grazie a Lorella Fumagalli, Lucio Bazzana (che, tra l’altro si classifica 3^ di categoria!), GP Calegari e Piermario Sasso, l’onore l’abbiamo tenuto alto anche questa volta.
Permettetemi di dire che questa pattuglia di giovanotti mi fa sentire particolarmente fiero di vestire la maglia dei roads e il fatto che la maglia poi l’abbia dimenticata sul campo gara è un dettaglio di poco conto, soprattutto grazie agli amici del Cremella che me l’hanno ritrovata!
Ci si vede a Oggiono. Io conto di esserci (se la mia ragazza ucraina mi potrĂ accompagnare!)
gima

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