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![]() 180° minuto ovvero potenza dei numeri ovvero...Inserito da ferroghido il 13/12/2007 alle 17:46 nella sezione storie
180º minuto ovvero potenza dei numeri ovvero potenza dei simboli ovvero potenza della mente. O forse no?No, niente paura, non si tratta di un duplicato (raddoppiato) del buon vecchio 90º minuto ... paarà ppa ppappa ... papparà pa parappà ... .Si tratta, come al solito, di un nuovo frutto (bacato) della mia passione per numeri e dintorni. Tutto è nato scorrendo la classifica della maratona di Milano e immaginando il susseguirsi degli arrivi mentre il tempo scorre inesorabile. Per farla breve (mica tanto), senza scomodare troppo Gauss (il principe dei matematici si sta rivoltando nella tomba), è chiaro che i risultati cronometrici degli atleti, analizzati statisticamente (o quasi), si dispongono tra un minimo (del vincitore) ed un massimo (dell′ultimo), con un valore medio, una moda, una mediana, ecc., evidenziando un andamento tipo "curva a campana", presumibilmente un po′ storta (stonata?). Questo perché, ovviamente, pochi fanno 2:30′ o 6 ore, mentre in tanti fanno 3:20′ o 4:30′ e ancora di più chiudono in 3:50′. Ma il bello viene guardando un po′ più in profondità e andando ad analizzare uno dei punti "caldi" della classifica poiché si scopre un fatto che a qualcuno magari parrà anche scontato ma che, comunque, testimonia di quello che dicevo nel titolo, cioè della potenza della mente (ma, in fondo, anche della sua, e quindi nostra, debolezza) e del significato simbolico che diamo ai numeri. In sintesi, in 23 hanno realizzato 2:56′ (e rotti), in 23 2:57′ e in 33 2:58′. Ma poi, udite udite, in 48 hanno siglato un 2:59′, cioè hanno terminato la gara nel fatidico 180º minuto, il minuto della passione e della gioia, abbattendo così un classico muro, anzi, IL MURO per antonomasia dei maratoneti. Dietro di loro, poi, solo 18 hanno chiuso in 3:00′, 21 in 3:01′, 20 in 3:02′ e 20 in 3:03′. Dunque, cosa non è riuscito a fare il fascino dei numeri... ha estratto le ultime energie da corpi ormai stanchi spostando un po′ più in là il limite della sofferenza, del rigetto, a volte del dolore. E tutto questo per che cosa? Semplicemente per il potere incantatorio della prima cifra che è quella che, istantaneamente, colpisce l′occhio poiché, giusto o sbagliato che sia, crea categorie in base al risultato (sopra/sotto, più/meno, vittoria/sconfitta) che sono necessariamente insite nel concetto di sport e che giustamente accettiamo per il settore assoluto ma che, in fondo, consideriamo in qualche modo applicabili anche al nostro mondo amatoriale dove, ovviamente, vengono opportunamente "calate" nel vissuto di ognuno di noi ed inserite in un più ampio contesto di vita che ne modifica necessariamente il valore originario. Però un tentativo per confrontarci coi campioni lo possiamo comunque fare mediante un semplice giochino, ovviamente coi numeri. Considerate i vostri record personali e confrontatene la prima cifra del risultato con quella dei rispettivi record mondiali assoluti: escludendo casi limite di prestazioni esageratamente scarse (che falserebbero completamente i dati), ognuno di voi scoprirà come, purtroppo, non è assolutamente facile andare al di là di 1 o 2 coincidenze; sotto questo aspetto siamo tutti molto "omologati". Ah, dimenticavo: se vi può interessare (no!), le mie "coincidenze" sono due: maratona in 2:53′21" e 5000 in 17′04"4. Riki mateghido Ghidotti
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Per le donne basta fare sotto le 2 ore nella mezza e sotto i 20 e i 30 secondi nei 100 e nei 200 e si è già a 3 coincidenze...
Quando farò 29'59 sui 10000... o 59'59" sulla mezza arriverò anche io a 3... :-)
è interessante guardare secondo me la percentuale dei propri tempi rispetto ai records, io in tutte le distanze ho circa un 30% da aggiungere, dai 100m alla maratona...
coincidenze...