Al via il Trofeo Monga

Mentre voi eravate a divertirvi alla Xmas Family Run, io mi svegliavo di buon mattino per andare a correre la mia prima VERA campestre a Bereguardo (PV) valida come prima prova del Trofeo Monga 2008.
Naturalmente non avevo nessuna esperienza di campestri se non quelle di 21-22 anni fa quando frequentavo ancora le scuole medie !!

Classica giornata uggiosa: pioggerellina, nebbia, freddo umido insomma il tempo "ideale" per una bella campestre.
Arrivato a Bereguardo mi iscrivo immediatamente e mi piazzo nel campo sportivo a vedere le prime batterie tanto per capire cosa mi aspetterà.
Le donne e gli over 60/65 sembrano volare su quel terreno così impervio e quando vedo il vincitore della categoria "F" letteralmente volare il mio spirito comincia a scricchiolare.
Non che avessi sogni di gloria, al contrario, la paura di arrivare ultimo e/o magari di fare una figuraccia mi balena di colpo nella mente.
Resto o non resto? Alla fine decido di restare nonostante l′ennesimo "colpo" al cuore infertomi da un reduce dalla precedente batteria "Hai scelto la campestre giusta per iniziare, è la più tremenda"...

Trovo finalmente un ROAD con il quale ci facciamo un reciproco "in bocca al lupo" e poi un altro appena arrivato dalla categoria "F" con un tempo di 32 minuti, molto stanco anche perché era reduce dalla Milano City Marathon.
Arrivano finalmente le 11.00 e si parte.
Conosco subito sulla linea di partenza un altro ROAD (e 3!) che riesce a passarmi un po′ della sua esperienza e mi da alcuni consigli che risulteranno molto poi molto utili, ne approfitto per ringraziarlo tantissimo.
Si parte (era ora), dito all′inseparabile GARMIN e via... nella prima parte mi sembra di volare e acquisto grande fiducia, ma già al primo ponticello capisco cosa voglia dire correre una vera campestre: fango, resti di piante scivolose, salite e discese vertiginose, devo stare molto attento a non slogarmi una caviglia, ma soprattutto a restare in piedi dato che non ho le scarpe chiodate.
Alle volte mi sembra di sciare ed ogni curva nasconde un′insidia.
Comincio a darmi degli obbiettivi, prendere le misure al terreno e piano piano la mia fiducia prende corpo riuscendo a correre discretamente i sali e scendi che ti massacrano le articolazioni.
A 100 mt dal traguardo riesco anche a staccare una bella volata che mi permette di risucchiare tre podisti.

Alla fine sono strafelice, non tanto per il tempo (il mio Garmin segnava 6.980 metri in 34 minuti ), ma perché mi sono divertito un mondo e penso che divertirsi sia il mio primo vero obbiettivo.
Ci vediamo la prossima domenica al cross sociale a Bosco in Città (non vedo l′ora!)
Luciano Alvazzi