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MCM07: avventura urbana

Inserito da Efisia.Cipolloni il 05/12/2007 alle 13:05 nella sezione strada

La Maratona è una delle tante occasioni in cui l'essere umano si ascolta, si racconta e si pone degli obiettivi: tempi migliori, passo, resistenza, etc...
Nel mio caso specifico non ho partecipato alla Maratona poiché da neofita e da "tapasciona" quale sono :-) devo allenarmi ancora molto.
Ad ogni modo, ho vissuto sotto altri aspetti la Maratona e mi sono resa conto di quanto siano incredibili le emozioni che si vivono supportando gli atleti partecipanti.
Tifo, musica, fotografie, ristori, assistenze mediche ti compensano del fatto che non stai correndo da protagonista la Maratona.

La mattina al km 10, Viale Ro(ad)magna, è iniziata presto con l′allestimento dei tavoli e il posizionamento di Poli.Radio (la Radio del Politecnico di Milano) che a suon di rock e revival ha contribuito ad "alimentare" la forza interiore di ogni atleta che passava al nostro fianco.
A ristori allestiti siamo tutti in attesa degli atleti… e nel mentre dei miei scatti fotografici insieme ad una altro Road ci imbattiamo in una "finta lepre", sprovvisto di pettorale da "roditore ufficiale".
Dopo una breve chiacchierata, scatta una sana risata insieme a una foto perché era una "finta lepre" di quelle patentate con tanto di certificato ISO 9001, :D erano, infatti, le h.9.00 e neanche i disabili erano ancora passati.

Iniziano ad arrivare le handybikes… che gioia e quante emozioni che riescono a trasmetterci con la loro forza e il loro coraggio di superare le barriere!
Bravissimi… come del resto i primi campioni kenioti che iniziano a raggiungere il km 10.
Tra una bottiglietta d′acqua e zollette di zucchero inizia ad arrivare la pletora di podisti e tutti noi Road di supporto iniziamo a ritmo di musica a incitarli e a vivere ogni secondo i loro passi, le loro linee, i loro "spazi fisici e mentali" (respiri, battiti, parole… e anche spruzzate di acqua :D).

Al passaggio della lettiga riordiniamo tutto e ci dirigiamo verso l′arrivo, zona Arco della Pace, e con Alessia, Laura e Simone riusciamo ad entrare, in prima linea, nella zona dei fotografi, e lì iniziamo, tra una fotografia e una coperta isotermica, a vivere un′altra esperienza formidabile: l′assistenza agli atleti che tagliano il traguardo.
Anche al traguardo i segni della "fatica atletica" si avvertono con atleti che svengono, che oscillano su se stessi e cadono e altre manifestazioni fisiche.
Nervosismi dei volontari, dei fotografi, dei paramedici e dei giornalisti contribuiscono a rendere interessante il momento finale della Maratona: adrenalina al massimo, autostima atleti pure con urli alla Munch, turpiloqui fantasiosi che evocano i dolori durante i 42.195 km percorsi, e soffi potenti simili a quelli dei draghi.
Incredibile, stupefacente… di una naturalezza scandalosa, di un toccante pazzesco…

Con gli altri Road raggiungiamo la sede e ci ritroviamo "in curva" come degli ultrà a infondere coraggio agli atleti per concludere l′ultimo kilometro.
Caspita che susseguirsi di emozioni! Una vera avventura urbana… come se avessi corso veramente la Maratona!
La Maratona è come un′opera d′arte… punto, linea, superficie ovvero atleta, percorso, città… un vero "dipinto urbano" …un reale manifesto di come l′uomo e la città possono dialogare e dare respiro a loro stessi.
Efisia

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Commenti
  • IM-ale 05/12/2007 alle 14:59:23 rispondi
    fantastico!
    Peccato che da neo-Road ti sia persa l'occasione di essere parte del lavoro n. 570 di Martin Creed l'anno scorso all'Arengariohttp://www.martincreed.com/works/workno570.htmlQuello nella foto forse lo conosci....ciao ale
  • Efisia.Cipolloni 05/12/2007 alle 15:57:24 rispondi
    Caro Ale...
    ..l'anno scorso c'ero anche io da Martin Creed..perchè Edda mi coinvolse...:D
    Era destino che diventassi una Road! Efisia.
  • attilio.sigona 06/12/2007 alle 08:16:49 rispondi
    MARTIN CREED
    Non è mica BRILLO quello del link http://www.martincreed.com/works/workno570.html ??!!
    E vai Antonio, sei un'opera d'arte!
    Il bello è che la gente che ti vuole vedere dal vivo correre in cravatta vicino al pianoforte, dove ti pesca?
    Attilio
  • simone.valmori 06/12/2007 alle 09:18:23 rispondi
    ((!))
    ciao efisia, complimentoni: magari per te che sei architetto il trinomio punto-linea-superficie è una banalità, ma io la trovo una descrizione illuminante dell'esperienza maratona.
  • max(cimato) 06/12/2007 alle 10:37:07 rispondi
    che bella immagine....
    Ciao Efisia, noi non ci conosciamo ma non potevo non complimentarmi per quanto scritto: veramente bella questa visione "artistica" della maratona. Il tuo ultimo capoverso è poesia...Grazie !
    maxstampellacimato
  • Efisia.Cipolloni 06/12/2007 alle 12:04:06 rispondi
    Simone e Max...
    ...vi ringrazio... :-)
    Efisia.
  • sbono 06/12/2007 alle 13:24:52 rispondi
    grazie grande efisia
    grazie efisia della bella immagine e grazie del tuo abbraccio urlato al 10°. Mi ha accompagnato per tanti km ancora, ancora ,ancora ...... A presto. simonetta bono
  • ferroghido 07/12/2007 alle 00:24:54 rispondi
    Mi avete provocato...
    Perchè fermarsi a due? La tua metafora dimensionale mi ha effettivamente colpito e da simpatizzante della materia non posso che rilanciare... con la terza dimensione la maratona diventa volume, un micromacrocosmo dove tutti noi viviamo la nostra avventura in 3D; e come possiamo dimenticarci della quarta, il tempo, che per noi podisti diventa, in realtà, il metro, ovvero LA Misura delle nostre prestazioni. E almeno alla quinta ci voglio arrivare, anzi ci possiamo arrivare tutti... la mitica quinta dimensione cantata dai Byrds negli anni '60, da loro, forse, raggiunta con metodi poco ortodossi, ma da noi maratoneti raggiunta a forza di kilometri ed endorfine, quando il traguardo si avvicina, la mente si espande e in un attimo ... sei.
    Riki eight miles high Ghidotti (so' fori de testa)
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