MCM07: Arrivare è comunque una vittoria

Partito con l′intenzione di migliorare il tempo di NY (3h 43′), già al 18 km mi sono amaramente accorto che non ce l′avrei fatta, la gambe giravano ancora, ma i precoci segni di stanchezza già si sentivano.
Al 35 km il famigerato muro è arrivato, e dal quel momento è stato un calvario, corsettina e camminata, corsettina e camminata, ecc. ecc. con una sequenza che avevo già conosciuto l′anno scorso, proprio a Milano.
Al 36 km mi affianca Franz, il quale mi impedisce di fermarmi, mi sprona ad andare avanti e mi da nuova energia per almeno un altro km (grande Franz, grazie!).
Tra fitte dolori e crampi vari, comunque, metro dopo metro, arrivo al traguardo ed alla fine sono comunque soddisfatto: finire una maratona (dico a me stesso) è sempre una vittoria, che diamine!

Purtroppo, invece, devo registrare che i vizi di Milano sono rimasti tali, nonostante le trionfalistiche dichiarazioni dei giorni scorsi che avevo letto da più parti e che suonavano più o meno così: faremo di Milano la nuova NY!
Magari qualche passo in avanti c′è stato, però…
La gente sul percorso, tranne in alcuni punti era scarsina, le tanto annunciate orchestre che avrebbero dovuto allietare i 5.600 atleti dov′erano? (ricordo invece ancora con piacere Torino ad Aprile con l′attraversamento dei vari paesini con orchestra e majorettes e veramente tanta gente).

Gli incroci gestiti non proprio bene e gli automobilisti spazientiti sono ancora la regola purtroppo.
Il nuovo percorso poi non è che mi abbia entusiasmato più di tanto, con strade troppo strette per i primi Km ed un arrivo un po′ in sordina all′Arco della Pace (arrivare in Duomo era un′altra cosa!).

Meno male che c′era un eccellente servizio del Road, che lungo tutto il percorso non ha mai fatto mancare il suo incitamento e mi ha permesso, (quello si!) di arrivare al traguardo.
Grazie Road
Maurizio