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27 del mese, etica e corsa

Inserito da mbell1957 il 01/11/2007 alle 19:49 nella sezione storie

Riprendo a parte le riflessioni di Franz perché meritano qualche considerazione.

Ultimamente si sente parlare sempre più spesso di Codice Etico.
Molte grandi aziende se ne stanno dando uno. Anche la mia lo ha fatto recentemente. Ed al di là di concetti di carattere professionale, legale, di rapporti commerciali, si parla di regole di comportamento volte ad evitare discriminazioni rispetto alla razza, al sesso, agli orientamenti sessuali, agli orientamenti religiosi o politici, ecc...

Vi si parla di correttezza nei rapporti interpersonali, di cosa fare o non fare per difendere l′immagine dell′azienda, i suoi beni ed il suo patrimonio di competenze, culturale, ... del divieto di approfittare del proprio ruolo per trarre vantaggi personali.

Ecc, ...alla fine vi si parla di cose, concetti semplici, persino banali, che dovrebbero essere patrimonio culturale di ciascuno di noi.
Già ! Ma allora perché si redigono questi codici ? Forse perché ci stiamo rendendo conto che stiamo perdendo di vista la maggior parte di quei concetti ?
Certamente l′etica è un concetto "elastico". E, fatto salvo per alcuni principi fondamentali (quasi a richiamare i 10 comandamenti), l′etica (o l′interpretazione dell′etica) è strettamente legata all′ambiente familiare, alla cultura, alla storia di ciascuno di noi.

Perché quindi un organizzatore di gare si è posto il problema di formulare il proprio codice etico ?
Perché evintemente anche l′ambiente della corsa non è immune da quella perdita di valori di cui sopra.
A cominciare da chi bara impunemente assumendo sostanze illecite per ottenere risultati che viceversa non sarebbe mai in grado di ottenere. Le cronache sono piene di casi del genere.
A chi, molto più banalmente, "taglia" un pezzo di percorso di gara. Una delle nostre due TWIN Felletti è stata vittima di un caso simile l′anno scorso in una mezza maratona vedendosi esclusa dal podio a vantaggio di una concorrente che aveva superato più volte durante il percorso.
E nonostante le testimonianze di altri runners la classifica è rimasta la stessa.

Ed al passatore, seguendo in bicicletta Gufigio in 3 diverse edizioni, ho visto un sacco di volte gente salire su una macchina per farsi portare un po′ più in là.
Che senso ha? Per vantarsi al bar con gli amici ? Per ottenere un premio immeritato?

Per non parlare poi delle pubblicità ingannevoli.
Avete mai trovato un integratore che possa davvero sopperire ad un metodico e duro allenamento per ottenere dei risultati?
Per non parlare di quegli organizzatori che pubblicizzano gare velocissime dove ognuno potrà migliorare il proprio personale. E magari tanti ci riescono pure salvo poi scoprire che gli organizzatori sono andati al risparmio con la rotella metrica!
Eccetera … su queste cose si potrebbe scrivere a lungo.

Quindi credo che l′unica cosa veramente importante sia che ognuno si senta a posto con la propria coscienza.
E la corsa è solo un piccolo pezzetto del tutto.
Per il momento vi lascio ad una fotografia, che potrete ammirare insieme a molte altre, nella mostra all′aperto in via Dante.
Massimo "GPS" Bellossi

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La corsa come atto sublime di equilibrio. La corsa come fuga dai pericoli, ma anche come estremo gesto di libertà. La corsa come raffinato espediente escogitato dalla natura per dare alla vita una dignità e un’armonia quasi divina
La corsa come atto sublime di equilibrio. La corsa come fuga dai pericoli, ma anche come estremo gesto di libertà. La corsa come raffinato espediente escogitato dalla natura per dare alla vita una dignità e un’armonia quasi divina




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