Si... può... fare

Domenica, a Pavia, non mi sembrava vero. 21 chilometri in una bella città della Lombardia; e nemmeno un’automobile.

Nemmeno un clacson; nemmeno un motore acceso. Erano non so nemmeno quante gare che non mi capitava. Almeno qui attorno.

Ricordo mezze in varie città della nostra regione. Ormai avevo fatto l’abitudine agli incroci in cui si vedono volontari con la faccia tesa che negoziano con automobili, motocicli, biciclette e anche semplici pedoni l’attraversamento “veloce, dopo questo gruppo”. Ne ricordo un paio, che non cito, in cui gli addetti intimavano ai podisti “sul marciapiede, sul marciapiede!”

E sempre, lungo qualche via di Milano, qualcuno che si inalbera; che argomenta, talvolta in modo eloquente, la propria inderogabile esigenza a passare. Ricordo una signora che spiegava al vigile che lei doveva “accompagnare un minore”. Quello che, in altre circostanze, sarebbe stato un “bambino”.

Domenica, a Pavia, sembrava una festa. Non molta gente lungo il percorso, per la verità. Ma davvero una città patrimonio dei podisti. Bello.

Quindi: si può fare. Non ci sono scuse. E’ così che dovrebbe essere le manifestazioni podistiche. Dovrebbero trasmetterti questo senso di festa, di non-fretta, di felice accettazione di una dimensione diversa. Almeno per una mattina.

Mario T.