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Trail del Monte Casto

Inserito da piter il 29/10/2007 alle 15:46 nella sezione cross & trail

Il trail è un tipo di corsa affascinante e il trail del Monte Casto, svoltosi domenica 28 ottobre sulle montagne sopra Biella con partenza e arrivo in Andorno Micca - patria del leggendario eroe dell'assedio di Torino - non ha tradito le aspettative.

Ero alla prima esperienza in corse di questo tipo e il posto non lo conoscevo più di tanto: sono così partito il giorno prima della gara e all'imbrunire sono arrivato a Piedicavallo, piccolo paese a una decina di chilometri da Andorno, posto a oltre 1000 mt di quota ai piedi delle montagne che chiudono a Nord la valle del torrente Cervo: sulle vette più alte già molta neve; nell'abitato case dai tetti in pietra, strade deserte, una chiesa e un prato davanti ad essa. Un cartello giallo posto su un muro a secco ai piedi di una salita annuncia che Gressoney Saint Jean è a 7 ore di cammino.

Faccio ritorno all'albero RosaBianca e alla mia camera singola con bagno a pianta triangolare da 27 euro per notte, colazione compresa: il letto è addossato alla parete, giallo copriletto e c'è pure la sedia di paglia: mi sembra di essere in un quadro di Van Gogh.

All'ora di cena ho appuntamento con Franz - promoter di questa gara presso il Road - al Santuario di San Giovanni, posto su una spianata ai piedi delle montagne innevate, in posizione dominante la vallata - in lontananza la pianura e le sue luci come un mare calmo - accanto al quale, in un enorme fabbricato, un tempo probabilmente destinato ad accogliere i pellegrini, c'è l'omonimo ristorante e un ostello: in questo luogo magico e silenzioso - al chiaro della luna nell'aria limpida soltanto il rumore dell'acqua di una fontana e, in lontananza, il suono del campanaccio di una mucca vagabonda - si sono dati convegno gli adepti di una setta di corridori denominata "Dead Runners Society", di cui Franz fa parte e con lui l'organizzatore della corsa Maurizio Mau Scilla.

C'è anche il nostro Angelo Felli che, con la moglie, è alloggiato anch'egli a Piedicavallo, al RosaBianca. Qui ho l'occasione di conoscere un buon numero di corridori di queste parti, diversi da me, piemontese come loro, ma di collina: i loro capelli sono chiari e il loro sguardo azzurro mi appare attraversato da lampi di autentica follia. Ma le gare podistiche le sanno organizzare e il trail è la loro passione.

La mattina della domenica l'aria è inaspettatamente tiepida e, con fatica, spunta anche il sole, che ci accompagnerà per tutta la corsa. Il via viene dato al cospetto di una troupe telvisiva che riprenderà alcuni momenti della corsa per realizzare un servizio destinato a essere diffuso in un programma per ragazzi di Al-Jazeera.

Dopo 500 metri di asfalto e pianura la strada iniza a salire. Ben presto non è più una strada ma un tratturo che, dopo pochi minuti, diventa un sentiero nel bosco appena visibile sull'erba: saliamo su per le pendici della montagna, diretti alla cima, con pendenze, in certi tratti, proibitive, tali da costringere la maggior parte di noi a camminare in fila indiana.

Dopo 5 chilometri di questa salita, tuttavia, l'arrivo in vetta ripaga gli sforzi fatti: ora corriamo su un tratto pianeggiante fuori dal bosco, l'erba attorno a noi brilla ai raggi del sole e le alte cime imbiancate che avevo visto dal basso nella sera del giorno prima ora corrono al mio fianco nell'aria fresca. Da qui una lunga discesa ci consegna al primo ristoro, posto al 7º chilometro: è passata, almeno per me e per Franz, che mi raggiunge proprio in quel momento, un'ora esatta dalla partenza. Restano quindi altri 14 chilometri.

Da qui si inizia a correre su uno stretto sentiero a mezza costa, tutto a saliscendi, dal quale emergono spuntoni di roccia e radici di alberi a insidiare i passi dei corridori: occorre dunque grande attenzione e rapidità di riflessi soprattutto nel valutare i punti migliori dove atterrare. Spesso l'appoggio a terra si rivela insicuro per la presenza di pietre; altre volte sono le foglie cadute, umide di pioggia, a tradire.

Ma è straordinaria la sensazione che dà il correre senza rumore sull'erba o sui ricci dei castagni: in alcuni punti ve n'è un tappeto sul quale sembra di affondare. Va da sè che correre a buon ritmo su un terreno del genere non lascia molto spazio per altre sensazioni che non siano connesse alla corsa stessa.

Agli occhi si avvicendano veri e propri flash, immagini che durano pochi attimi: ricordo una piccola radura interamente ricoperta da un tappeto di foglie gialle; e poi una castagna assassina, ancora nel suo guscio, che stava per farmi cadere; ricordo anche un gruppetto di muli che risalivano la strada di un paesino non lontano dall'arrivo e le mucche al pascolo su una collinetta verde, nel sole, in prossimità di un bivio dove il segnale, purtroppo, mi ha costretto ad andare nella direzione opposta. E non ho potuto fare a meno di mettermi a ridere quando, male interpretando un segnale che indicava di svoltare a 180 gradi per imboccare uno stradino in discesa, mi sono ritrovato nel cortile di una cascina in mezzo al latrare dei cani impazziti mentre qualcuno gridava: "dall'altra parte!, dall'altra parte!".

Al 14º chilometro è iniziata la seconda impegnativa salita, lunga almeno 3 chilometri, che ho fatto quasi tutta di corsa, tranne alcuni tratti scivolosi e veramente impervi anche al semplice cammino: eppure, c'è chi è riuscito a correre anche lì! La salita finiva giusto al ristoro del 17º chilometro - organizzato dal vicino comune di Sella - dopo il quale di nuovo si rincorrevano i saliscendi fino alla gran discesa finale: una larga strada sterrata con un fondo frantumato che consentiva scarso appoggio e che, in compenso, ha provocato alla mia schiena sensazioni non proprio piacevoli.

Gli ultimi 500 metri li abbiamo percorsi sulle strade di Andorno dove, al 21º chilometro, era posto il traguardo, che a me si è presentato dopo 2 ore e (quasi) 22 minuti. Qui ci siamo ritrovati - noi Road mai così poco Road - a scambiarci le emozioni vissute sul percorso, da tutti giudicato bellissimo. Ci attendevano un pasta-party dove erano previsti anche formaggi, birra e vino e una infinità di regali, tra i quali persino tre smoking (lo dicevo, o no, che da queste parti sono tutti un pò matti!?).

Mi sono avviato alla macchina per fare ritorno a casa con un pizzico di nostalgia: pensavo che sarebbe stato bello avere uno sponsor che mi liberasse dagli impegni di lavoro e mi consentisse di rifare il percorso già l'indomani mattina. Già: ma dove la trovo un'azienda che sponsorizza il 231º arrivato?

PierMario Sasso

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Commenti
  • Franz.Rossi 29/10/2007 alle 23:46:54 rispondi
    La magia del trail
    Credo che Pier sia stato contagiato dalla magia del Trail, questo genere di corsa dura ma autentica che ti mette a confronto con la Natura.
    Molti i Road presenti: oltre ai già citati Angelo Felli e PierMario Sasso, c'erano Luciano Burro, Francesco Del Vecchio, Ignazio Quattrin, Giancarlo Usai, Claudio Rossi.
    Dovremmo a breve ricevere la classifica ufficiale e alcune foto.
    Un grazie di cuore a Mau che organizza la gara e a tutti i presenti.
    Franz
  • piter 30/10/2007 alle 09:37:21 rispondi
    sezione trail
    Assolutamente sì. Anzi, propongo di istiture una nuova sezione all'interno del Road, tanto più che il fenomeno - trail sembra in grande ascesa e nuovi adepti non mancheranno. Il nome lo abbiamo già di nostro: Off-Road! sasso
  • Ignazio 30/10/2007 alle 11:32:50 rispondi
    bellissima esperienza, anche se "toccata e fuga" (per me). ho approcciato il trail, e spero ci saranno altre occasioni, ed ho conosciuto un po' di simpatici road. correre in natura è veramente un'altra cosa, soprattutto per un milanese...
    grazie per la compagnia e a presto
    ottima l'idea della sezione Off-Road, la appoggio in pieno!
    ciao
    Ignazio
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