|
|
|
Lavaredo Ultra Trail 2012
Inserito da Ricky il 02/07/2012 alle 11:48 nella sezione cross & trail
Era da tempo che speravo di avere il coraggio di prendere il via ad una gara di oltre 100 chilometri. Con la LUT 2012 ci sono riuscito!
Dopo 5 gare preparatorie su distanze ultra, venerdì scorso alle 22.00, sono partito per questa meravigliosa avventura andata in onda nel posto che amo di più: le Dolomiti.
In griglia ci sono oltre 400 partecipanti tra cui Max, Enrico ed io ovvero il podio temporaneo della classifica TURCO.
Come accade sempre sulla linea di partenza si respira una grande eccitazione. E’ come se si potessero toccare i pensieri di tutte le persone che si sono radunate su quella piazza con l’idea, un po’ pazza, di partire di notte per una gara da 120 chilometri e 6.000 metri di dislivello positivo. Per molti, me compreso, una certezza: se andrà bene, le notti di gara saranno due!
Ore 22,00: si parte.
Il profilo altimetrico studiato nei minimi dettagli, indica 5 salite “toste” che disegnano la sagoma principale della gara. C’è poi un’interminabile serie di salite e salitelle che nel complesso si faranno notare.
Percorro i primi chilometri in compagnia di Max ed Enrico poi sulla prima salita ci perdiamo di vista. La notte sulle Alpi è silenziosa o forse il rumore dell’acqua nei torrenti nasconde quello degli animali. Si sente solo il rumore dei passi che smuovono i ciottoli sul sentiero. Il primo ristoro è a 17 chilometri e sarà un ristoro solo idrico. Testa bassa (tanto non c’è nulla da vedere) e andare!
Le sensazioni fisiche sono abbastanza buone ma dopo una decina di chilometri sento le gambe un po’ pesanti. La testa gioca brutti scherzi perché non può accettare che le “sue” gambe dovranno lavorare per 24/28 ore, il tempo che ho previsto per terminare la gara se tutto filerà liscio senza imprevisti.
Passo il primo ed il secondo ristoro, sono le 4.00 del mattino ed ho percorso 33,30 chilometri in 6 ore. Sono in tabella anzi, un po’ troppo veloce ma mi sento bene.
Verso le 4.15 inizia a rischiarare e si comincia a intravvedere la sagoma delle dolomiti. Sono sul tratto che mi porterĂ al lago di Misurina e poi al rifugio Auronzo sotto le Tre Cime di Lavaredo.
I panorami alle prime luci dell’alba sono mozzafiato. Interrompo continuamente la corsa per scattare foto e fare brevi filmati, come se queste montagne non le avessi mai viste.
Le dolomiti all’alba sono rosa; oggi è un rosa seducente.
Alle 7,30 dopo la terza salita “tosta” arrivo al rifugio Auronzo. Mi fermo circa 20 minuti per cambiare scarpe e vestiti, mangiare e riposarmi un po’. Alle 7,20 circa mi rimetto in marcia…si perché di correre neanche a parlarne. Per arrivare al prossimo punto di ristoro devo affrontare una discesa di 15 chilometri e poi altri 4 chilometri in piano e leggera salita e quindi… teniamo a bada gli entusiasmi. Le forze mi serviranno più avanti.
Nella prima parte di questo tratto si gira attorno alle Tre Cime che si presentano alla vista in tutta la loro grandezza e bellezza. Poi si scende rapidamente per un sentiero abbastanza tecnico nella stretta valle della Rienza.
Il sole inizia a scaldare le rocce annunciando una giornata molto calda. Verso la fine della valle il sentiero si trasforma in una strada bianca che invita a correre e allora poiché la discesa è finita…..via, si corre!
In ogni gara s’incontrano tante persone e si chiacchiera volentieri. In questo tratto sono in compagnia di un inglese trapiantato a Parma da 30 anni. Stiamo correndo e di che cosa si parla? Di corse ovviamente. Mi descrive il trail dell’isola d’Elba e mi fa venire voglia di andare a farlo. Ma è normale? Sono a metà di una gara da 120 chilometri, non so neppure se arriverò alla fine di questa e già penso a un altro trail?
Arriviamo finalmente al ristoro del 66° chilometri.
Mi siedo all’ombra e riposo 10 minuti. Mangio barrette, tortine, formaggio, banane e poi salame…salame dopo le banane ?? Ebbene si. Il miscuglio di cose che si riesce a ingurgitare in ordine sparso dopo che sei stato sulle gambe 13 ore è davvero capace di far rabbrividire anche il più accanito dei golosi.
Alle 11,15 mi rimetto in moto. Il prossimo ristoro non è lontanissimo. Solo 9 chilometri ma in mezzo c’è la quarta salita “tosta”. Tra le “toste” è quella meno impegnativa: 600 metri…. quindi si parte di corsa, almeno nel primo tratto pianeggiante.
Arrivo a Malga Ra Stua alle 13,00. Quasi 2 ore per fare 9 chilometri. Mi sono risparmiato tantissimo perché so che la prossima salita, la quinta, sarà la più difficile: la val Travenanzes.
Al ristoro mangio e poi immergo i piedi in un freschissimo torrente che scorre a pochi metri. Perdo 2 numeri e quando rimetto le scarpe i piedi ringraziano.
Alle 13,20 riparto. Il sentiero scende ripido fino a quota 1300 metri poi inizia la temuta salita della val Travenanzes che in 10 chilometri ci porta a quota 2.300. Non è la pendenza ma la lunghezza che preoccupa. Attacco la salita alle 14,30, il sole picchia duro e le borracce si svuotano rapidamente. Alcuni provvidenziali torrenti aiutano a sentire meno la calura. Ogni volta che il sentiero passa vicino all’acqua, tuffiamo il cappellino e rinfreschiamo la testa. La salita sembra non finire mai.
Alle 17,00 arrivo finalmente al col dei Bos. Ancora 5 chilometri di discesa e arriverò al punto di ristoro appena sotto il passo Falzarego. Sono in crisi alimentare. Lo stomaco mi lancia segnali contrastanti. Scendo lentamente. Arrivato al ristoro, penso, mi fermerò per recuperare… non so cosa, se le forze o la voglia di andare avanti…. ma “devo” recuperare.
Ora mancano solo alcune salite corte con un dislivello totale di 1000 metri in 23 chilometri. Una passeggiata se si partisse ora. Con 95 chilometri nelle gambe invece questi numeri sembrano una muraglia invalicabile. Dopo aver ripreso il coraggio e fatto respirare i piedi (si perché la cosa che più mi fa male in questo momento sono i piedi!) riparto per il rifugio Averau che raggiungo in un’ora; il morale risale. Dopo la dura crisi attraversata in cima alla Val Travenanzes mi sento meglio. Il sole inizia a calare e sono quasi le 20,15 quando arrivo al Passo Giau. Mancano 17 chilometri.
Da un certo punto in poi, non guardi più quanti chilometri hai fatto ma quanti te ne mancano alla fine. Il segnale è chiarissimo: non ne puoi più di camminare, correre o anche semplicemente stare in piedi. Sono passate 20 ore dalla partenza. Mi mancano ancora due salitelle da 250 e 150 metri di dislivello per arrivare al rifugio Croda dal Lago, poi ci saranno gli ultimi 10 chilometri, tutti in discesa.
Dal passo Giau parto in compagnia di Sandro, un corridore conosciuto nell’ultimo tratto. Decidiamo di percorrere insieme gli ultimi chilometri. Sta arrivando la seconda notte. La stanchezza si fa sentire ed è meglio essere in compagnia di qualcuno per farsi forza a vicenda o aiutarsi in caso di bisogno. Si parla di tante cose. Passa il tempo e pian piano, anzi molto piano, passano anche i chilometri.
Le salitelle si rivelano impegnative, soprattutto la prima che porta alla forcella Giau. In cima ci sono due volontari che ci incitano. Il loro lavoro è preziosissimo. Oltre che vigilare sui partecipanti, riescono a infonderti quel tanto di entusiasmo utile a risvegliare l’orgoglio di avere passato il limite dei 100 chilometri e di iniziare a sperare che ce la puoi fare ad arrivare in fondo… si perché la certezza l’hai solo quando ti mancano 100 metri all’arrivo. Solo allora sei veramente sicuro che non ti potrà capitare più nulla.
All’ultimo ristoro quasi non ci fermiamo, non vediamo l’ora di chiudere questa avventura. Ormai è notte.
Le pile illuminano un sentiero che diventa sempre più stretto e ripido, sembra un salto nel vuoto. La stanchezza distorce la situazione reale, ti fa percepire le cose più difficili di quello che sono realmente. Meglio così. Un’imprudenza in questa situazione e ti troveresti in grande difficoltà . Basterebbe una distorsione per rovinare tutto, complicando il ritorno a valle.
Scopro che il mio compagno di discesa, Sandro, conosce Stefano Giannetti; l’anno scorso ha fatto con lui l’ultra trail del Lago di Como. Com’è piccolo il mondo degli ultra.
Dopo quasi 3 ore di discesa si vedono le luci di Cortina e arriviamo alle prime case. Ci fanno compiere un ultimo giro per i campi attorno al paese, forse per arrivare al chilometraggio di 118 chilometri che da diritto ai 4 punti per la UTMB del 2013.
Ora il campanile è davvero vicino, sotto c’è lo striscione dell’arrivo, lo stesso da cui siamo partiti 1 giorno, 2ore e 30 minuti prima.
Facciamo gli ultimi 500 metri con una bella corsa liberatrice. Sembrerà strano ma la voglia di correre è ancora li. Dopo tutta quella strada e quella fatica, le passioni per la montagna e la corsa non sono arretrate di un millimetro anzi si sono rafforzate.
Tagliamo il traguardo esultando, siamo felici, ci abbracciamo. Vedo mia moglie che è arrivata a Cortina da circa un’ora.
Le montagne sono nascoste dalla notte, ma sappiamo che sono li; ormai non hanno più segreti. Sono state le fedeli compagne di un’avventura che sembrava impossibile. Non lo dimenticherò mai.
Buone corse a tutti.
Riccardo

Le tre cime
Commenti
|
|
|
|
Utenti
|
 |
 |
Ad oggi ci sono 3539 utenti iscritti al sito di cui 0 attualmente online |
|
 |
 |
|
|
io ed Enrico ci siamo fermati prima, facendo in due meno dei tuoi km totali!!!
Davvero ancora tanti complimenti,
Max
p.s. ottimo allenamento per me, con 2 notti non dormite su 7, di cui una per il CroMagnon (sabato) e una per la LUT (venerdi). Totale km Cro+Lut: 180. Totale D+: quasi 10,000.
Ora ultimo Trail di rifinitura con la Valdigne 100k e comunque poi ci siamo! Quest'anno un solo obiettivo!!!
Personalmente ,giunto al Rif.Auronzo,ho preferito non lasciare il mio compagno Piero il quale ,piuttosto provato,non si è sentito di proseguire oltre.
Ultimo appuntamento alla Valdigne.So,come mi hai detto prima della partenza,che non ci sarai,ma se dovessi ripensarci...saremmo un bel gruppetto !
Ancora tanti complimenti;ti sei meritato davvero il...secondo posto T U R C O ! E se lo dico io....
Enrico
racconto da brividi , gara super , le Dolomiti sono uniche danno grandi emozioni .
Complimenti per il risultato , ora dopo i 118 km ci sono poche altre distanze ... e so a cosa stai pensando !
Per Enrico e MAx forza che a Valdigne voleremo in alto !
La strada è ancora lunga ....
STEFANO