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Trail del Malandrino 2012
Inserito da Ricky il 09/06/2012 alle 14:27 nella sezione cross & trail
Correre un ultratrail è la cosa che in questo momento della vita mi da maggiore soddisfazione subito dopo passare il tempo con la mia famiglia dato che di questi tempi sono sempre via da casa per lavoro.
Se poi corri un ultratrail partendo a mezzanotte su un tracciato in linea, cioè parti da un posto per arrivare il più lontano possibile allora diventa un "sogno meraviglioso".
E’ quello che mi è accaduto durante il trail del malandrino, ve lo racconto.
Sono partito da Milano alla volta dell'Abetone nel pomeriggio di sabato scorso 1 giugno. Li un pullman aspettava un bel gruppo di partecipanti. Facciamo il controllo dei materiali e un ricco pasta party e poi verso le 20 partiamo alla volta di Prato.
Sul pullman cerco di dormire un pò perchè penso che dovrò stare sveglio tutta la notte e quindi un pò di riposo è utile. In realtá chiudo gli occhi perché non voglio vedere la strada....tutta quella strada che tra 4 ore dovrò percorrere al contrario in mezzo ai boschi, sui crinali delle montagne che delimitano la valle e in salita! Quindi decido che la migliore strategia è ignorare tutto e dormicchiare.
Arriviamo a Prato e facciamo le solite cose di rito: ritiro dei pettorali, briefing su percorso, difficoltà e imprevisti, ci "cippano" che non vuol dire che ci tagliano la testa ma ci mettono un chip da orienteering che permette, dicono, oltre che rilevare i tempi, anche di ritrovarci se ci perdiamo, auguri....
Siamo al parco dei Galceti ed alle 23,45 ci prepariamo sotto i gonfiabili con l'adrenalina visibilmente in aumento. Si scherza molto. I tanti toscani e romani presenti non perdono occasione per fare battute spassosissime.
Alle 24,00 dopo un minuto di silenzio dedicato alle vittime del terremoto si parte!
Ci aspettano 70 km e oltre 4000 metri di salite ma sono proprio queste due cose che attraggono tutti i 150 che si sono presentati al via e quindi ….. iniziamo a correre.
I primi 2 km sono in piano, utili per allungare il gruppo che poi alla prima strettoia si troverá immancabilmente imbottigliato.
Appena la strada inizia a salire mi metto al passo, devo scaldarmi con calma per evitare i crampi. Sono tra gli ultimi e tutti quelli attorno a me fanno la stessa cosa. Si chiacchera, ci si conosce e ci si augura in bocca al lupo.
Il sentiero sale e raggiungiamo presto le nubi che avvolgono le cime. Anche se siamo solo a 600/700 metri, la visibilità è ridotta e le lampade frontali illuminano a non più di 4/5 metri. Più si sale e più forte soffia il vento. L'umidità è molto alta tanto che dalle foglie si staccano piccole gocce d'acqua, sembra pioggia; l'aria inizia a rinfrescare.
Passiamo la collina di Schignano e subito dopo arriviamo al primo ristoro. Abbiamo fatto 9 km e si deve ancora salire.
La notte nel bosco è bellissima. Senti solo il rumore del tuo respiro, delle foglie secche calpestate e il canto degli uccelli notturni tra i quali si riconosce un usignolo con il suo suono liquido....o forse è il sudore che mi cola dalla fronte?
Ad un certo punto inizio a sentire della musica ....siamo in mezzo ad un bosco fittissimo e penso che la persona davanti a me stia ascoltando musica ad alto volume nelle cuffie ma ....non è cosí. Dopo circa 1 km piombiamo nel bel mezzo ad un rave party, con musica “tecno” sparata a tutto volume nella notte. Siamo circondati da ragazzi e ragazze ci guardano attoniti spuntare dalla nebbia con pile frontali e zaino in spalla....difficile stabilire chi fosse più fuori di testa, se noi o loro. Ci scambiamo qualche battuta su da dove arriviamo (Prato) e dove stiamo andando (Abetone)....restano senza parole, che per un toscano è un bel colpo!
Dopo il rave ci tocca la salita chiamata Lo Straccalasino…immaginate il perché!
Arrivati in vetta prima c’è una discesa ripida e poi un serie di saliscendi, inizio a correre, mi sento bene e sorpasso un bel pò di persone. Ho con me una pila potente acquistata per l’occasione che mi permette di vedere bene il sentiero e i catarifrangenti che segnano il percorso. Si accodano 4 compagni di percorso con cui farò un lungo tratto di gara.
Dopo il terzo ristoro, oltre il 30° km la strada scende dolcemente per 7 km fino a Pracchia, dove arriviamo alle 6 del mattino dopo una bella e veloce corsa. La luce del giorno inizia ad essere abbastanza forte e possiamo mettere via le pile.
Faccio un ristoro lungo, mangio, bevo e mi rilasso 3/4 minuti perché il tratto successivo è impegnativo. In 8 km la strada sale di 1100 metri e nei primi 3km il dislivello è di oltre 700 metri.
Affrontiamo la salita con calma, le prime crisi si fanno sentire ed alcuni concorrenti decidono di tornare indietro a metà salita. Il tempo migliora, la nebbia è scomparsa.
Arriviamo al rifugio dei Montanari 5° punto di ristoro. Entriamo a cambiarci perché se fino ad ora la maglietta termica leggera è stata sufficiente da qui in poi si va in cresta e conviene coprirsi bene per evitare crisi di freddo. La temperatura è sui 7/8 gradi. Ho un fame incredibile e mi ingozzo. Senza un ordine preciso mangio dolci, salame, banane e poi ancora formaggio. Un thè caldo e poi si parte.
Come si affronta la dorsale il vento arriva impetuoso. Le raffiche sono oltre i 70/80 km/ora. Dobbiamo mettere via i bastoncini perché il vento te li strappa. Per fortuna soffia di lato e non di fronte perché altrimenti si farebbe ancora più fatica. Arriviamo alla base del sentiero che ci porterà al passo del Cancellino uno dei punti più alti del tracciato. La vista è molto bella anche se le nuvole impediscono una visuale ampia. Siamo oltre il 50° km.
Adesso siamo in cresta e si arriva con una serie di su e giù alla Croce Arcana, ultimo punto di ristoro prima della Cima Tauffi e della discesa verso l’Abetone.
Entriamo nel rifugio e ci dicono che l’ultimo tratto è chiuso per troppo vento. Il soccorso alpino ha proibito il passaggio della gara. Dobbiamo ripiegare sul percorso alternativo. Dobbaimo fare 7 km in più…..iniziano a volare imprecazioni colorite che tuttavia non servono ad accorciare i 17 km che ci restano.
Dobbiamo scendere 1150 metri e poi risalire per 750. Che fare? Ovvio! Si calcola che ci vorranno almeno altre 3 ore e si inzia a scendere.
Adesso il sole è alto. Inizia a fare caldo. Sono circa le 11 del mattino. Ci leviamo la giacca a vento e la t-shirt a maniche lunghe. Si sta molto meglio!
Giù, ancora più giù…la discesa sembra non finire mai. Controllo sull’altimetro, siamo a 1200 metri. Mancano ancora quasi 500 metri di discesa!
Ogni fontana, ruscello, pozza è buona per rinfrescarsi. Ma ce ne sono veramente pochissime.
Finalmente arriviamo in fondo. Ora ci restano 7 km di salita e poi gli ultimi 3 km di discesa!
Cerchiamo di stare all’ombra ma il sole è alto e l’ombra degli alberi non arriva sempre sulla strada.
Ci passano i primi concorrenti della Malandrinata. Sono partiti 2 ore dopo di noi da Pracchia ed arrivano come noi all’Abetone. Il primo mi ha passato quando stavo facendo il tratto in cresta….sembrava che avesse il motorino e non che corresse a piedi. Un ritmo davvero impressionante. A metà dell’ultima salita ci passa invece la prima concorrente femminile. Correva dove noi arrancavamo!
Non finisce mai! L’ultima salita, che oltretutto non era prevista, sembra non finire mai. Ma forse è proprio questo il bello: sai che quando finisce, finirà presto anche la gara e come capita con un bel libro, un po’ ti dispiace quando arrivi alla fine.
In cima alla salita sento un urlo, “IL BIFFI….ARRIVA IL BIFFI”. I miei cognati fiorentini mi hanno fatto una sorpresa e sono venuti all’Abetone con i figli per una gita domenicale. Sapevano che ero li e mi stavano aspettando. Facciamo le foto di rito e poi di giù di corsa sull’ultima discesa fino all’arrivo.
Sono le 13 e 53.
Ho impiegato tutto questo tempo per arrivare all’Abetone partendo da Prato. Mi sembra che sia passata una settimana, tante sono le cose che visto e le emozioni che ho provato. Per fortuna questa volta l’allenamento ha iniziato a dare i suoi frutti. Non ho avuto crampi ed ho tenuto un buon passo per tutta la gara.
Incontro nuovamente i miei compagni di gara e i miei parenti, beviamo una birra…ed ecco che il pensiero già corre verso il prossimo ultratrail.
Riccardo

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Bravo!e,VIVA il TURCO !
Enrico
Volevo riprendere due frasi, che secondo me sono molto istruttive.
La prima, parlando del vento:
"Per fortuna soffia di lato e non di fronte perché altrimenti si farebbe ancora più fatica. "
La seconda, sul percorso che viene cambiato:
"Iniziano a volare imprecazioni colorite che tuttavia non servono ad accorciare i 17 km che ci restano"
Mi piace questo spirito indomabile, che trasforma anche le avversità impreviste.
Complimenti
Franz
PS a breve aggiorno il TURCO....
Bravo Riccardo, e sicuramente anche bravo Enrico! Che lotta pro-Turco!!! Ci si vede alla LUT e si fa un po di chiarezza per le prime tre (al momento, provvisorie per qualche giorno...che fatica non sbagliare una frase... :-) ) posizioni.
Per la Logistica direi auto (off-road?) fino a Mestre poi Bus...sentiamoci.
W il Road
Max
Ma anche gran bel risulato correre in poco meno di 14 ore un trail di 77 km non è poco ; infatti la classifica è notevole 51esimo su 140 !
Perchè se èvero che corriamo per stare bene e godersi la natura è anche vero che migliorarsi non guasta mai .
Compimenti !
Ciao .
Stefano
sono comunque molto soddisfatto dei risultati ottenuti fino ad oggi.
Per la LUT la vera sfida è arrivare in fondo ..... Forza ROAD!
Max