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Ventisette, giorno di paga #09

Inserito da Franz.Rossi il 26/09/2007 alle 18:13 nella sezione storie


Road Runners Club S.p.A.?

Nel mondo podistico di oggi, iscriversi ad una società è obbligatorio.
E′ la Federazione che lo impone. Da regolamento le maratone e le mezze maratone non dovrebbero (il condizionale ahimé è d′obbligo) accettare persone senza tessera Fidal.
E la Fidal non emette tessere a singoli privati, ma chiede alle società che lo facciano per conto suo, in modo da delegare le funzioni più capillari e noiose: la raccolta del denaro e il controllo dei certificati medici.

A questo punto il podista che vuole provare ad indossare un pettorale deve tesserarsi alla Fidal attraverso qualche società.
Come ogni imposizione (specialmente se gravata da costi) non risulta gradita e il podista si sente in qualche modo in diritto di pretendere servizi da chi ti sta estorcendo dei soldi.

D′altro canto, le società sportive, trasformate in esattori, vivono tutto ciò come un pesante fardello.
Devono organizzare turni di presenza in Segreteria, devono contattare una o due volte la settimana la Fidal, devono controllare tutte le gare del panorama nazionale per verificare che qualche socio non abbia corso senza tessera o certificato.
E il nuovo socio rischia di diventare un grattacapo invece che un amico con cui condividere la corsa.
Questo meccanismo si accentua nelle società grandi e diventa una bomba innescata nelle società come il Road che ha il secondo più alto numero di iscritti d′Italia.

Qualcuno potrebbe obiettare che alla fine sono sempre soldi che entrano in cassa e di cui beneficiamo proporzionalmente tutti.
Anzi molti soci, molti soldi, molti benefici.
Ma al di là che quello che resta alla società è davvero poco, il vero problema è che si mina alla base il rapporto socio/società.
Nelle società commerciali a scopo di lucro il partecipare è in funzione ai guadagni: entro in società per ottenere denaro o benefici.
Nelle società non a fine di lucro, invece, lo scopo per cui si partecipa è condividere delle attività o offrire del tempo o delle risorse per realizzare uno scopo (soliamente benefico) condiviso da tutti.
Capite quindi come i due atteggiamenti siano opposti, chi si appresta ad entrare nel Road seguendo solamente la necessità, pensa ad una società del primo tipo, al Road Runner Club SpA. Chi invece arriva presentato da un amico o perchè ci ha incontrato nel suo percorso di crescita podistica cerca amici e consigli, insomma pone l′accento sulla parola Club.

Cosa dobbiamo fare?
Chiudere le porte e mantenere un ristretto numero di amici?
Oppure al contrario, sfruttare tutti coloro che entrano nel Club (e più sono meglio è) per mungerli al massimo?

Come capite la questione è seria.
Io penso che quello che il Road dovrebbe fare è lasciare la porta aperta a tutti coloro che vogliono entrare, siano spinti dalla necessità della tessera o da altre motivazioni.
Ma contemporaneamente bisogna proporre ai nuovi arrivati un ambiente amichevole, un calendario di eventi aggreganti, che abbiano lo scopo di farci conoscere tra soci, dei punti di ritrovo (in sede o negli allenamenti e in gara).
Allargare la nostra mente. Aprirci a nuovi stimoli e a nuove idee. Non fossilizzarci nelle abitudini.
E partecipare il più possibile alla vita sociale.

Il Road Runners Club è un piccolo paese (700 anime), abbiamo un sindaco e un consiglio comunale, abbiamo anche il parroco, il farmacista e la sagra del santo patrono. Abbiamo persino il giornale locale.
La gente ci abita, magari si fa vedere una volta all′anno per pagare il tributo, ma poi la si incrocia per strada alle gare, la si riconosce dalla maglietta. E ci sono passaggi obbligati: la Stramilano, la Maratona.
In un paese ci si conosce tutti, almeno di viso, al Road è ancora difficile.
Credo che dobbiamo tutti concentrarci su questo aspetto: creiamo contatti, pubblichiamo le nostre foto sul web e poi riconosciamoci nelle gare; presentiamoci quando incrociamo un socio con la maglia Road, anche se non lo abbiamo mai visto.
Organizziamo una piccola proloco che catalizzi gli interessi di tutti e li presenti al consiglio.

Proviamo a fare una piccola rivoluzione dal basso, le iniziative sono molte: mi viene in mente la bellissima staffetta organizzata dal SegrElio oppure l'Adotta una gara in cui chiunque poteva proporsi per gestire la partecipazione ad una manifestazione.
Si tratta solo di mettere in moto il meccanismo, il Road Runners Club è lì che aspetta da noi la benzina per avanzare.

Franz

P.S. non me ne voglia il Capitan Ale se ho rubato il suo titolo. Il tema era troppo interessante per non essere discusso...

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Commenti
  • cristiano.neri 26/09/2007 alle 21:07:42 rispondi
    Il mio punto di vista.
    Quello che hai scritto lo condivido pienamente. Da quando sono entrato nel nostro club mi sono accorto di quanto sia poco frequentata la sede,soprattutto fra i trentenni, al venerdì, e quanto sia difficile unire un bel gruppo di allenamento anche solo in un giorno della settimana. Capisco che nella vita di tutti ci siano molti impegni, io stesso da aprile ad agosto faccio più fatica ad essere presente, ma forse se ci impegnassimo di più a trovare un ritaglio di tempo per il Road sarebbe molto interessante condividere qualche momento di allegria e allenamento insieme. Cristiano Neri
  • IM-ale 27/09/2007 alle 09:49:21 rispondi
    Bene, Franz!
    E' importante ribadire fino all'ossessione a tutti i soci, nuovi e non, che fare parte del Club non da diritto a nulla (a parte le tessere) ma offre delle opportunità.Queste opportunità sono tanto maggiori quanto sono generosi i soci (TUTTI) nel dedicare il loro tempo al Club.
    La generosità di pochi purtroppo non è abbastanza per offrire ricche opportunità per tutti. Il mio invito, come dice Cristiano, è di farsi vedere: spesso può bastare un piccolo gesto per gratificare il lavoro (GRATUITO e VOLONTARIO) di chi dedica il proprio tempo libero al Club.ale
  • pignatz 27/09/2007 alle 13:19:08 rispondi
    Bene, bravo, ma...
    Anch'io sottoscrivo pienamente tutto quello che ha detto Franz. Anch'io sono d'accordo che il Club debba restare un luogo aperto, dove chiunque possa iscriversi. Non per mungere soldi, ma perchè non si sa mai. Se arrivano dieci nuovi soci spinti dall'interesse, ma anche uno solo di loro poi diventa parte viva del gruppo, allora sicuramente sarà valsa la pena.

    Anch'io, come Franz, penso che si debbano creare momenti aggreganti, occasioni d'incontro; che ci si debba far conoscere; che bisognerebbe frequentare la sede.

    Ma...ebbene sì, c'è un MA grande come una casa. A me sembra che il Road si divida in due grandi gruppi. Non quelli che corrono veloci e i tapascioni (come qualcuno potrebbe pensare). Ma quelli che lavorano e quelli che sono in pensione (o che, quanto meno, hanno lavori poco impegnativi).

    Inutile lasciare aperta la sede il pomeriggio, per esempio. Io (e come me, molti altri) non ci potrò mai venire. Inutile proporre di usare la palestra durante la settimana o altre cose del genere. Se si vogliono vedere girare facce nuove, ci vogliono orari alternativi.

    Lo so, tenere aperta la sede è oneroso. Segrelio è un santo e fa già l'impossibile. Ma si potrebbero fare un po' di turni (lasciando in pace il Segretario!) per coprire almeno il sabato.

    E che gli orari facciano tanto, lo dimostra il successo delle serate in piscina. Un'altra idea potrebbe essere quella di organizzare più frequentemente gare di società. Anche una volta al mese. Mandando mail agli iscritti per invitarli a venire.
    Oneroso riservare il XXV aprile? Facciamole all'Idroscalo. Tanto più che la maggior parte degli iscritti è interessata alle lunghe distanze più che alla pista.

    Istituzionalizziamo una domenica al mese per fare i lunghissimi...spesso la gente non trova compagnia per questo genere di cose. E mettiamoci anche un servizio-bicicletta che rifornisce i corridori di acqua. E' vero, ci sono le tapasciate. Ma chi prepara una maratona, in genere preferisce correre più concentrato.

    Istituzionalizziamo dei gruppi di incontro per gli allenamenti. Io ci sto provando per il lunedì sera, altri lo potrebbero fare al mattino presto in modo da coprire diverse fasce orarie.

    In fondo chi si iscrive al Road lo fa perchè ama correre. Cerchiamo di essere i migliori nell'organizzazione dei servizi inerenti. Allora poi forse la gente verrà anche alla festa di Natale o passerà in sede per un caffè.

    Sorry, mi sono un po' dilungata. Ma queste cose mi stanno molto a cuore!
    Paola
  • lorber 27/09/2007 alle 13:47:05 rispondi
    Dico la mia
    Ottima la riflessione di Franz, come sempre.
    Bello lo spirito di Cristiano, che incarna secondo me l'approccio ideale ai Road (partecipazione, entusiasmo, etc. etc.), io verrei spesso il Venerdì ma sono sempre di fretta!
    Bella l'idea di Paola di organizzarci per allenamenti di gruppo, anche se spesso durante la settimana è difficile far coincidere orari, luoghi e ritmi di allenamento.
    Una volta c'era un forum, pochissimo utilizzato, perché non ripristinarlo, oppure utilizzare le pagine personali, per vedere se si riescono a far coincidere gli allenamenti? (Io adesso li metto tanto per cominciare)
    Un'altra cosa, spesso ci sono delle gare a staffetta (6x1ora di Seregno,la staffetta di Abbiategrasso, la staffetta di S. Colombano, etc. etc.) oppure a coppie.
    Sono secondo un'ottima occasione per fare "gruppo", perché non provare a organizzare più squadre per queste gare, magari secondo la filosofia "Adotta una gara"?
    Lorenzo
  • mt-run 27/09/2007 alle 17:35:32 rispondi
    Il valore della maglia
    Trovo condivisibili tutte le posizioni fin qui espresse.
    In particolare ci tengo anch'io a dire che frequentare richiede tempo, molto tempo, o comunque molto di più di quello di cui molti dispongono.
    Parliamoci chiaro: si fa fatica a trovare il tempo per allenarsi, che è, come dire, la base!...
    Tuttavia io trovo che il rapporto servizio/prezzo della RRCM Spa sia più che vantaggioso.
    Il sito, il Runner's Post... Tutti voi. Insomma: tutte le volte che faccio il pieno di gasolio spendo più della quota associativa di un anno intero, a fronte di, chessò, 800 km. (E in un anno, di corsa, ne faccio di più!).
    Il (contro)valore, comunque, è il 'senso di appartenenza'. E' quel 'Forza Road' di cui qualcuno ha scritto.
    Essere squadra è una condizione mentale. Se in una gara siamo in molti e ci riconosciamo... Ma anche se siamo soli, sappiamo che in classifica porteremo i nostri colori.
    Boh, forse sono andato fuori tema. Volevo solo dire che, non riuscire a fare vita di gruppo, non significa non sentirsene parte e non significa che in salita, nell'allungo, uno non tiri anche per la propria maglia.
  • Majortom 27/09/2007 alle 20:15:40 rispondi
    Chi lavora e chi non.....
    Oltre a Franz, Paola è veramente andata al cuore del problema.Ognuno è fatto a modo suo, ma per semplificare le cose i 2 stili di vita che determinano esigenze diverse all' interno del Club sono quelli che ho citato nell' oggetto. Quindi sottoscrivo e concordo in tutto cio' che Paola ha espresso: c' è fame di appuntamenti diurni e notturni, di gare all' idroscalo e di lunghi in gran compagnia. Se poi si potesse aprire il sabato...
    Uno dei rischi altrimenti è quello che il Road funga anche da aggregatore di micro gruppi che diventano assolutamenti uniti, ma piuttosto avulsi dalla vita sociale.
    Detto cio' sono pronto a creare un gruppo di lavoro in merito.
    Alberto Pasquarelli
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