INFORMATIVA BREVE

La informiamo che, per migliorare la sua esperienza di navigazione su questo sito web, utilizziamo diversi tipi di cookie, tra cui:
Cookie di tipo funzionale alla navigazione (functionality cookie); Cookie di tipo pubblicitario (advertising cookie); Cookie di tipo statistico (performance cookie); che consentono di accedere a dati personali raccolti durante la navigazione.
Nella pagina della Informativa Estesa sono presenti le istruzioni per negare il consenso all'installazione di qualunque cookie. Cliccando su "ACCETTA" o continuando la navigazione, saranno attivati tutti i cookie specificati nell'Informativa Estesa ai sensi degli artt. 13 e 14 Reg.to UE 2016/679.

ACCETTA X

CCC: sante', lumiere, allez

Inserito da funakoshi67 il 28/08/2007 alle 09:19 nella sezione cross & trail

Tutto cominciò un anno fa.

Non potendo correre gran che, si decise di fare una camminata in Val Ferret per fare un po′ di tifo ad alcuni amici Road e non, presenti alla UTMB (2006).

Si camminò un bel po′ (da Lavachey al Bonatti, poi Arnuva, Col Ferret e ritorno), non si vide nessuno dei nostri (chi non era già passato si era già ritirato), ci si prese qualche secchiata d′acqua dal cielo, e a qualcuno venne in mente di dire una frase del tipo: "però, che bello.. quasi quasi l′anno prossimo la faccio anche io" (ci sono dei testimoni, vero Pignatelli?).. ovviamente era uno scherzo.. ma poi la malsana idea piano piano si materializzava e.. fu così che decisi di iscrivermi per davvero, alla "corta" di 86km, denominata CCC (Courmayeur-Champex-Chamonix).

Inizio realmente la preparazione specifica alla Biella-Camino, due mesi fa. Poi in luglio tutti i fine-settimana doppio o triplo turno di corsa e camminata nella Val di Cogne, coprendo svariati km e tanto dislivello. A Milano, si sa, montagne ce ne sono ben poche, per cui non rimane che salire e scendere le scale del condominio o fare un po′ di esercizi di potenziamento alle gambe, in casa. Per finire, due settimane in Sardegna dove per fortuna le montagne ci sono, seppure non altissime, e posso mettere in cascina altri chilometri e centinaia di metri di dislivello.

Durante tutte queste uscite, cresce sempre più la consapevolezza di avere le potenzialità per centrare l′obiettivo (arrivare a Chamonix entro il tempo massimo). Talvolta le prestazioni superano le aspettative, anche se non sono costanti. Le incognite però di una gara così lunga sono tante: occorre gestire bene le energie, la testa, evitare infortuni, alimentarsi bene.

Alla prova generale al Trail del Bangher, la settimana prima della CCC, ho avuto modo di sperimentare parecchie cose: attrezzatura, alimentazione, bastoncini, dosaggio energie e generale stato di forma. Bene, ero pronto. Qualche notte insonne o quasi con quell′ansia e quella giusta tensione che ti tiene carico psicologicamente, e siamo al giorno fatidico.

Incontro programmato con gli amici Andrea e Alessio al parcheggio di Dolonne, ultime sistemazioni, si decide come vestirsi, la strategia di gara. Io mi sento un po′ a disagio essendo uno dei pochissimi in canottiera (non mi sono pentito, dopo, scelta azzeccata vista la temperatura), e poi è la canotta dei Road. Alle 12:32 si parte e poco dopo la start-line vediamo anche Frank Del Vecchio e Luciano Burro (grandi urla di incitamento, grazie!!!).

Partenza molto soft, praticamente si cammina in paese (dove la strada è larga) e poi, infilato il sentiero, addirittura ci si trova spesso, troppo, a fermarsi. Cavolo che ingorghi, certo che sperare di infilare 1800 persone, dopo 1km di corsa, in un budello dove ne passano una alla volta, è un po′ utopistico, forse meglio partire da Morgex.
Infatti arriviamo al Bertone in 1h25′, veramente tantissimo. La vista che si ha da lassù è però strepitosa, ci siamo alzati di 800mt, sembra di essere a 4000, con il fondo valle così lontano. Incontro finalmente un compagno del Road Runners, Angelo Costantini, in forma, (arriverà anche lui a Chamonix).

Inizia adesso un sentiero tra i più panoramici del mondo, credo, su una costa dirimpetto a sua maestà il Bianco, che ci porta con dei morbidi sali e scendi al Bonatti, proprio di fronte all′imponente Gran Jorasses.
Andiamo bene anche se ancora rallentati dal traffico, ci fermiamo per dissetarci, Alessio accusa un po′ di mal di stomaco, ma si prosegue verso Arnuva.
Non possiamo mica Ӣucare′ il primo cancello, e infatti ci stiamo dentro alla grande. Al ristoro incontro un altro Road, Giancarlo Usai (anche lui finisher).
Adesso è giunto il momento di fare un po′ di selezione. Conoscendo il tratto da affrontare, suggerisco di cominciare a superare un po′, che lo spazio c′è.

La salita al rifugio Elena ha uno strappo iniziale tosto e lo passiamo indenni. E adesso ci sono 500mt di salita al mitico Col Ferret e qui dobbiamo fare la differenza. Io faccio l′andatura e inizio a superare un po′ di gente. Andrea e Alessio per un po′ mi seguono, poi io aumento ancora, e continuo a superare, e sento che non mi stanco, che ci sono ancora margini.
Mi volto un attimo e vedo che i miei compagni di avventura sono rimasti un bel po′ dietro. Preferivano tenere un passo più ӣonservativo′, sapevo di avere il loro benestare e, seppur con qualche remora, accelero ulteriormente.
Talvolta faccio degli scatti laterali per superare senza dar fastidio agli altri, sento che sto andando veramente forte e non ho paura di scoppiare. (nella salita al Col Ferret ho guadagnato circa 200 posizioni).

Il tendine d′achille si fa sentire come al solito e decido di spruzzarci sopra un po′ di ghiaccio, il sollievo è immediato.
Infilata la giacchetta antivento comincio presto la mia discesa verso La Fouly e credo che questa sia la parte più divertente di tutta la corsa. Il sentiero è bello, largo, morbido, asciutto... qui, ragazzi, si può osare... via a capofitto, corro, salto, freno poco e lascio girare le gambe, facendo attenzione a dove metto i piedi e basta.
Una discesa infinita, interrotta solamente (purtroppo) da qualche pezzo di strada (come è duro l′asfalto!!!) e sono a La Fouly.
Breve ristoro, mangio qualcosa, mi faccio scattare una foto vicino al cartello (non mi fidavo del chip :)) e con calma si riparte.

Io cerco di socializzare, ormai credo che quelli intorno a me terranno lo stesso passo mio, ma come è difficile... trovare un francese che non parli solo francese!!! io dico "je ne pà parlè fransè" (proprio con gli accenti così) e spero di iniziare una conversazione in inglese... macchè, quelli continuano a parlarmi nella loro lingua... uffa!! ecco, uno ci pianta un bel ruttone e io avvicinandomi dico "sante′", ma l′altro non intiende.
Allora cerco di spiegarmi "tu fasè en rut" - (e faccio il verso) - "je disè SANT祱uot;. Finalmente capisce, sorride (ma che grande umorista che sono) e, porca vigliacca, va avanti a parlarmi in francese, mi sembrava fosse chiaro il mio livello linguistico!!! bah, meglio aumentare, chissà che non si incontri qualcuno più conversabile.

Tra una cosa e l′altra il tempo passa e i chilometri anche. 矱uasi buio ormai, ma sento gli schiamazzi di Champex, posso arrivarci senza accendere la frontale, che bello.
Bello anche sentire finalmente un gruppo di italiani a fare il tifo, rispondo facendo un po′ di cinema, e sono arrivato.
Sono le 21 spaccate, ho fatto 45km in 8h30′, fino a qui sto andando bene. Anche fisicamente sto bene, faccio un po′ di stretching, mangio un po′ di frutta e crostata, bevo roba calda, mi cambio da capo a piedi (nessuno si scandalizza)... ah, che bella sensazione di asciutto e caldo.
Un saluto a Oreste Pivetta dei Road (giungerà al traguardo non molto dopo di me), che ha riconosciuto da lontano la canotta, poi mi attrezzo per la notte e attacco la lumiere.
Socializzo con Jakup, un ragazzo polacco (che parla inglese), e decidiamo di affrontare la Bovine assieme. Dopo 45′ di sosta, partiamo.

La notte ormai è totale, ci godiamo il riflesso della luna (quasi) piena sul lago per pochi minuti, poi sparirà per sempre dietro il grande massiccio.
Si conversa amabilmente fino all′inizio della salita (quando il mio Garmin esaurisce – ahime′ – la batteria).
Niente panico, sappiamo che adesso si deve salire e basta.
Cala il silenzio, siamo aggregati a un trenino di lumiere, si sente solo il respiro sempre più affannoso di chi sale, il rumore dell′acqua degli innumerevoli rivoli e torrenti, ognuno sembra concentrato sul proprio Ӵubo′ di luce. "Jakup, all right?" lui, dietro di me, risponde dopo qualche secondo... "I′m a bit tired"... "come on, come on", e avanti.
矵mido, il fiato passa davanti al fascio di luce e la riflette. Chi mi precede ogni tanto si arresta; in effetti questa salita è duretta, ci sono certi gradoni da superare, dove si deve attaccarsi alle radici per salire. In uno di questi sto per perdere l′equilibrio, ma qualcuno da dietro mi dà una mano... sul sedere... "ops, sorry"... "don′t worry"... ma non è lui, è una lei!!
Jakup non risponde, si è fatto superare, era stanco. Io no, attacco ancora, sempre più gente si ferma, e io passo avanti, poi divento il capofila, in pochi mi seguono, la salita terribile del Bovine finisce, c′è un tratto in semipiano, si può correre e si corre, anche perché qui adesso fa freddo, e arriviamo al ristoro.
Te′ caldo, coca-cola (quella sempre) e stavolta anche un caffe′, ci sta. Mi copro per bene, fa freddo e si deve scendere, quindi strato triplo.
Mentre sto per ripartire arriva Jakup, riusciamo a salutarci, "good luck".. arriverà anche lui, quasi un′ora dopo di me.

Peccato, troverò qualcun altro da tediare, infatti.. stavolta è un francese, che parla anche inglese, ci facciamo quasi tutta la discesa assieme, questa è tosta, si scivola parecchio.. e non vi dico cosa non si vede se puntate la frontale verso valle.. nulla, appunto.. serve la massima concentrazione, ma anche conversare aiuta e stavolta il mio bravo partner è all′altezza.. secondo me a un certo punto non ne poteva più delle mie chiacchiere e si è defilato :)) lumiere, lumiere, quando vedo lumicini nel buio penso ai birilli.. adesso li raggiungo, poi li passo, poi cerco un altro trenino e via siamo a Trient.
Mi colpisce regolarmente la quantità di gente che c′è per strada ad accoglierci.. ogni volta io li ripago, facendo uno sprint davanti a loro, a cui rispondono con "bravò, bravò, supèr, supèr".
Breve sosta al ristoro, foto di rito (anche la mia faccia nelle foto ha fatto una bella progressione, qui già sembravo Dario Argento, non vi dico a Vallorcine..).

Bene, siamo all′ultima salita, ormai ci sono pochissimi concorrenti, e affronto il sentiero completamente solo.
Qui faccio un bel pezzo ad ascoltare il mio respiro e il mio battito, nessuno davanti, nessuno dietro, buio assoluto. Non sembrava, ma questa salita è lunga. Sento finalmente qualcuno in alto.
Evito sempre di guardare in alto quando si sale, è demoralizzante vedere quanto ancora hai da salire, mentre guardare il sentiero aiuta. Riesco a superare solo persone ferme ai lati che prendono fiato.
Non vado forte, ma non mi fermo mai, nemmeno allo scollinamento. Inizio subito quella che sarà l′ultima vera discesa.
E qui comincio a sentire il dolore, sempre più forte, al tibiale sinistro. Si sta infiammando, si sta gonfiando, e la discesa non è facile, ha dei tratti con una pendenza molto forte ed è piena di radici scivolose.
Supero qualcuno, poi affianco un altro ragazzo francese con cui passo l′ultimo chilometro e arriviamo al centro abitato di Vallorcine.

C′è un passaggio a livello, mi stendo sui binari, poi mi rialzo e mi metto come ai blocchi di partenza, faccio il solito scatto di 50 metri sparati tra l′ovazione della gente... ormai è diventata la mia scenetta, mi aiuta a tenermi carico.
Scopro con piacere che mancano solo 16 chilometri all′arrivo.
Ecco, qui ho capito che ormai era fatta e che sarei arrivato comunque a Chamonix, anche zoppicando.
Grosse asperità non ce ne sono più, adesso ci sono dei saliscendi senza troppe difficoltà, per cui riesco a correre tutti i tratti in discesa e in piano, mentre nelle salite ormai c′è poca birra e cammino.
Argentiere, Lavancher, un po′ alla volta passano, mentre il percorso diventa sempre più largo e pianeggiante, mentre ci si affianca un torrente impetuoso che scende dal Mar de Glace, mentre si rischiara il cielo e mentre gli enormi ghiacciai che si affacciano piano piano dietro quelle guglie di granito imperiose, si tingono dei colori dell′alba.

Al cospetto di tanta bellezza, non posso impedirmi di fermarmi per rubare questa immagine da portare con me.

Un attimo, poi di corsa, senza mai più fermarmi, fino all′arrivo. Tutto il percorso all′interno di Chamonix (forse 500mt) come al solito sparato a tutta, e io che grido "allez, allez", e le risposte "bravò.. supèr", applausi, ultima curva, rettilineo tra due ali di folla urlante (veramente, ed erano le 7 del mattino).. è finita!! dopo 18h28′24" ho realizzato quel sogno.
E la gioia che esce spontanea e fluida dall′anima diventa lacrima. In essa si materializza la tensione, la paura, l′angoscia, la forza, la debolezza, il dolore e la contentezza.
Tutti i sentimenti che uno può immaginare, concentrati in un giorno e una notte di pura, collettiva, ordinaria follia, forse, ma anche sicuramente teatro di una esperienza fantastica per chi l′ha vissuta.

86km, 4500mt+, 4700mt- in 18h28′24" partito in posizione circa 1300, arrivato 559

Bonne Nuit tout le monde

Claudio Ferrari (CCC-Funa)

Letto 1203 volte
Foto ricordo al Col Ferret
Foto ricordo al Col Ferret
Commenti
  • Franz.Rossi 28/08/2007 alle 09:48:47 rispondi
    Chapeau!
    Poche parole da aggiungere: gran bel racconto, gran bella gara, sei un pazzo ma ti meriti la standing ovation!
    Franz
  • Ignazio 28/08/2007 alle 13:37:47 rispondi
    bellissimo racconto, grazie mille per la cronaca vera.
    ti ho invidiato un po'.
    a presto
    ignazio
  • angelindo 29/08/2007 alle 16:51:59 rispondi
    bravo
    ciao claudio.
    ti ho visto l'ultima volta ad arnouva.
    tu uscivi dal ristoro che io entravo.
    avevi un cinque minuti scarsi di vantaggio.
    nella discesa dal col ferret a la fouly io sono andato piano (= sempre camminato) causa nausea, ma tu sei letteramente volato.
    per non parlare della bovine (dove ho avuto una crisi di quelle alle quali accenni tu, con concorrente -nel caso specifico, io- fermo a lato sentiero che si chiede perchè) dove tu invece sei andato come un missile.
    io ho fatto discretamente bene la salita a champex e quella finale dopo trient e tutto sommato, anche se non correndo come te, anche la discesa su vallorcine/argentiere/chamonix passando parecchi di quelli che a bovine mi avevano superato.
    per diue anni ho provato la lunga fermandomi sempre a courmayeur (bello comunque), quest'anno sono arrivato a chamonix per la strada diciamo più corta. l'anno prossimo riprovo la grande boucle. spero di vedere anche te.
    ancora complimenti. ciao.
  • Sbxaic 29/08/2007 alle 17:23:37 rispondi
    Incredibile
    Complimenti Grandioso Claudio Yo Ferrari. Una vera impresa per te e un po', lasciami dire, anche per l'Italia. Dobbiamo vederci presto. Magari in Val Slandrona, dove non ti inviterò a fare quattro passi, se no ci rivediamo il mattino dopo, ma sicuramente ci divertiremo con i bambini.
    Ancora congratulazioni! Yo
  • costad1 29/08/2007 alle 20:04:25 rispondi
    Grandissimo !!!
    Complimentissimi Claudio.
    Nel mio piccolo ho corso la Camignada il 5 agosto. Sono solo 30 km ma i dolori alle gambe, per noi milanesi abituati solo alle asperità della Montagnetta, sono incredibili.
    E le tue gambe come vanno dopo quetsa impresa ?
    ciao Davide Costadone
  • oreste 05/09/2007 alle 14:47:05 rispondi
    ccc
    Caro Claudio, mi ha fatto molto piacere leggere la tua accurata per quanto personale cronaca della Courmayeur-Champex-Chamonix, cronaca che mi ha consentito di ritrovarti dopo quel breve saluto sotto il tendone di Champex. Anche per me l'esperienza è stata straordinaria, forse irripetibile, una "prima volta" stracarica di emozioni e di sensazioni, in un paesaggio diurno e notturno sensazionale: impossibile dimenticare quei chilometri e i tanti amici "sconosciuti" incontrati lungo il percorso.
    Grazie per la citazione. Anch'io ho fatto lo sprint a Chamonix... L'anno prossimo ci si vorrebbe riprovare ma sul percorso doppio sulle orme del grande Marco Olmo (personaggio eccezionale, per umanità e intelligenza). Purtroppo per noi milanesi (vale la pena di ricordarlo, anche per autostima) il compito è davvero arduo: solo asfalto e pianura più qualche rampetta della Montagnetta e tanto smog. Come si fa?
    Comunque, coraggio (bon courage, ci gridanao lungo il percorso della Ccc).
    Oreste Pivetta.
Prossimi eventi
00/00/00 -




 Questo mese 
 Agosto 
Lu Ma Me Gi Ve Sa Do
1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30 31
Oggi  Aug 17, 2025