Ieri (domenica 27 novembre) ho corso la mia prima maratona. Traguardo impensabile fino a qualche mese fa. La mia prima corsa il 23 gennaio, per buttare giù la trippa in eccesso. 5.2 km in mezzora. I 30 minuti più lunghi della mia vita.
Poi piano piano aumentavano i kilometraggi. E la resistenza. E il fiato. Poi arrivava la scommessa di correre la Stramilano non competitiva, di fare una squadra alla staffetta della MCM 2011. E correvo bene, ottimi tempi. E quindi, ho deciso di provare a sfidarmi ancora di più.
E allora 3-4 allenamenti a settimana, spesso all'alba o anche prima. Lunghissimi da 34 km sotto il diluvio. Cose mai viste. E tutti (o quasi) a dirmi che ero matto. Avevo anche (cosa da non fare secondo molti per l'esordio sulla mitica distanza) un obiettivo cronometrico: finire circa in 3:30, obiettivo decisamente ambizioso. Ma son fatto così, o si punta in alto o non si punta proprio.
Ed eccomi, domenica mattina nella mia gabbia, quella in fondo. Con la prospettiva di dover "rimontare" centinaia di posizioni. Prima della partenza un pò di freddo, qualche raggio di sole dagli alberi, e le chiacchiere con un altro Road (Marco Perini, is it possible?) incontrato per caso, e mai visto prima. Questo vuol dire far parte di una famiglia, mi dico adesso.
Poi lo start. E piano piano si va. I primi 7-8 km li faccio un pò a rilento, sopravanzando la marea umana che mi precede. C'è chiasso, e risate ed entusiasmo. Beata innocenza. All'altezza del 10 km corro più libero e trovo il mio ritmo. Vado e vado e vado. Cerco in lontananza i palloncini azzurri dei pacer delle 3:30 ma non li vedo. All'incirca al 23-24 km ad un angolo sento un urlo di incitamento "Ale Road!", e non posso non girarmi e fargli segno di "OK!" con la mano. Poi eccoli là i palloncini, finalmente a portata. Giù dal cavalcavia del 32° km (ma sempre in fondo le devono mettere le salite sti disgraziati???) li raggiungo. Sto bene, sento un pò di fatica ma ancora niente muro. Fra il 33° e il 34° i pacer rallentano un attimino e allora li lascio indietro di 100 metri. Verso il 38°-39° giunge il "muretto" del maratoneta, ossia il mio, e i pacer mi superano un pò, ma dove le gambe vorrebbero non arrivare entra in gioco la testa, che le spinge, le sostiene e le sprona. vedo un Road in difficoltà davanti a me, lo supero a fatica, ma lo incito "Vai che ormai è finita, ci siamo!". Arriva il cartello 40. Poi il 41. Poi c'è l'ultimo Lungarno, e infine ecco il cartello dei 42. Mi sento bene come non mai. Il respiro e cadenzato, la falcata ancora lucida. Da sinistra dal pubblico sento un urlo "Vai amore!", mi giro e c'è mia moglie che mi fotografa e mi applaude. D'istinto le mando un bacio, e poi stringo i pugni e li agito. Ormai ci sono. Giro a sinistra e vedo a 70 metri il traguardo. Mentre lo speaker dice "E' sempre un grande risultato portare a termine la maratona" alzo le mani al cielo e ringrazio di avercela fatta. Passo sotto l'arrivo e fermo il cronometro. Il tempo "ufficiale" mi dice 3:31:43, il real-time 3:28:46. Quasi non ci credo, ma è tutto vero. Ce l'ho fatta. come direbbe Covacich, anch'io sono "un samurai senza spada". E ora non vedo l'ora di duellare ancora. E ancora, e ancora.
Dopo la gara, doccia, pizza+birra e rientro a casa. Stamattina le gambe non sono neanche così devastate, al lavoro ci vado in bici.
Continuo a pensarci. E tutti quei secondi (esattamente 12856) mi sembrano un'incredibile ricchezza, che sono felice di avere assaporato e condiviso coi runners che ieri hanno preso parte a questo grande evento.
Ora anch'io sono un maratoneta. E, quanto è vero, ne sono orgoglioso.
Good runs to everybody, e ora e sempre, Alè Road!
Niccolò
E ogni volta li leggo con piacere.
Alcune cose le trovi in tutti, sia come esperienze sia come entusiasmo.
Ma credo che quello che la maratona ti regala è la consapevolezza.
Credo che alla fine di una gara corsa sfidando il proprio PB (e tu Niccolò hai di che vantarti, una prima maratona a questo livello non è davvero alla portata di molti) quello che guadagni è l'esatta comprensione della gestione della fatica, sai cosa vuol dire condividere uno sforzo con migliaia di altre persone EPPURE da solo, sai cosa vuol dire lavorare duro per mesi per un obbiettivo, sai cosa vuol dire gioire per averlo conseguito, e dentro di te sai se hai raggiunto il limite o se ti sfiderai ancora...
Non è poco. E' un dono grande.
Bel racconto, belle emozioni e GRANDISSIMO risultato.
Complimenti
Franz
Per la cronaca ieri ho chiuso la mia 34^.
Pierluigi
WilRoad!
Ero anche io a Firenze! Per me la mia 6° maratona! Sono arrivata 1 ora e 10 min. dopo di te, e come te ora non vedo l'ora "duellare" ancora ..!
Complimenti!
Lauretta!