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Dalle Stalle alle Stelle – Da Tuoro a Vegas
Inserito da tridemonio il 13/09/2011 alle 14:00 nella sezione triathlon
Forse il titolo è sproporzionato, ma forse.... anche no.
Partiamo dal principio: Tuoro, lago Trasimeno, finale del circuito nazionale FITRI. Arrivo a questa gara da qualificato, incredibile a pensarsi calcolando le mie misere prestazioni dell’anno in corso… Ma tant’è me lo sono meritato. Anzi, forse ce lo siamo meritati così in pochi che è stato ritenuto opportuno affiancare un evento “Open”. Ottima cosa, tra l’altro: ogni occasione, nel limite del possibile, è buona per far conoscere, ancora di più, la triplice.
Premetto che la gara è stata ben organizzata e non ci sono state lacune né in sicurezza né in chiarezza dei percorsi: nel complesso tutta la macchina organizzativa è stata all’altezza.
La mia gara è filata via secondo un liet motiv VASCO DOP 2011: ho nuotato bene, anzi mi sono tolto la soddisfazione di uscire dal Trasimeno praticamente assieme ad Alessandro Alessandri (ex atleta elite, AG da un paio d’anni, autore tra le varie cose di un numero indimenticabile nella gara a squadre di duathlon 2009 in quel di Rimini.. si.. Quella dove sono stato poi sonoramente bastonato dal Tri-Leone :D), in bici mi sono difeso sfruttando ogni discesa per attaccare e recuperare posizioni; di corsa ho avuto i soliti problemi di messa in moto, a vanificare tutto il lavoro fatto nelle ultime due settimane. Ma poco importa: ho anche scoperto che i Brownlees adottano la mia stessa tecnica per scendere dalla bici in T2, e per quest’anno questa è la massima soddisfazione alla quale posso puntare (se non c’è sostanza, puntiamo alla forma!).
Detto questo, un paio di considerazioni su cosa a mio parere non è andato.
Location: ripetendo l’apprezzamento per l’organizzazione ed il lavoro svolto, una finale nazionale ed il prezzo pagato (tra trasferta e gara) a mio parere meritano ben altri palcoscenici – chi si ricorda di Verona?! Se si voleva stare in centro Italia, si poteva optare per acque decisamente migliori (abbiamo se non sbaglio 7000km di costa e dobbiamo nuotare in un lago quasi fetido?!?!?) e percorsi run e bike più “avvincenti”. Per chi se la ricorda, una gara come Levanto vale 5 “Tuori” a livello di percorso. E se non amate la salita, allora molto meglio Lecco.
"Rimorso" TriRoad: come condiviso con Segriglio, forse pianificando meglio il nostro impegno a livello di squadra ci saremmo potuti togliere una grande soddisfazione. Onore al merito ai Canottieri Napoli, loro c’erano, hanno menato, hanno vinto, nulla da dire!
Age Groupers: prima di domenica, non ricordo di un evento dicasi uno di rilievo nazionale ed "Open" in cui gli Age Group non siano stati minimamente considerati all’atto della premiazione. Niente. Manco una menzioncina. Manco la possibilità di far vedere al pubblico presente che il triathlon è si fatto di atleti straordinari, ma anche di persone della porta accanto guidati da una grande e bruciante passione.
“Triathlon per tutti”.. Sarà ancora così? E’ non è una questione di premio (a livello non pro le gare si fanno per passione, non per soldo), ma di filosofia: dare i 20 secondi di “gloria” – al di fuori del cerimoniale prestabilito, per carità - a chi si è contraddistinto per fasce d’età è una spinta alla partecipazione, così come lo è il SuperRank. Onorare solo chi vince il premio in danaro – meritatissimo, non dico il contrario – mi fa passare il messaggio che o vinci, o sei uno dei tanti.
Detto questo, finita la gara siamo tornati in hotel e non nascondo che l’amaro in bocca, per la questione Age Group, mi è rimasto attaccato addosso più dell'odore del Trasimeno.
Capisco che in altre discipline funzioni così, capite anche che, da che mi cimento, non è mai stato così. Tantopiù in una finale nazionale. Ero più deluso ed arrabbiato io di Sara, che alla fine è arrivata seconda S1 nel circuito e manco una piccola citazione. Per lei forse è normale, per me non lo può essere. Primo perchè sono uomo, e la motivazione viene con i punti successivi. Secondo perché lei – come altri ed altre AG - si è meritata il traguardo nell’arco di una stagione, e in più è una donna… E Dio solo sa, soprattutto nell’Italia in cui siamo finiti, quanto avremmo bisogno di dare risalto a donne che fanno sport per passione. Vuoi perché fanno sport in maniera umana, offrendo – a quel che posso vedere – una rivalità davvero genuina a differenza di alcuni maschietti che, per arrivarti davanti, sono quasi in grado di lasciarti cadere in un fossato. Vuoi perché praticano con dedizione uno sport (e già questa è notizia, considerando l’italica media) che in più è summa non esatta di tre-discipline-tre, in particolare una di tradizionale retaggio prettamente maschile (il ciclismo). Terzo, perché silenziosamente seguono la loro passione in barba ai nostri clichè che ci fanno parlare della Pellegrini non tanto per i suoi risultati leggendari, ma per le sue frequentazioni di letto. Quarto, perché non deve essere niente facile – non me lo posso neanche immaginare – andare avanti ad allenarsi quando generalmente non vieni tanto giudicata per la tua prestazione o il tuo modo di approcciare alla gara, ma per il tuo grado di – citando Cetto Laqualunque – “sdraiabilità”.
Fosse per me, lo dico assoluta sincerità, le premierei tutte, ad ogni gara, indipendentemente dal risultato. Non faccio un discorso maschilista, anzi. Ma credo sia sacrosanto ringraziarle, perché in loro vedo la speranza del cambiamento. Ho visto tante ragazze venire a provare una triplice con la City Bike. Molti meno uomini, me compreso, azzardarsi a schierarsi in acqua se il materiale non era assolutamente al top (e poco importa se il motore fosse ingolfato o scoppiettante).
Siamo tornati in Hotel dunque, e con l’amaro in bocca abbiamo cominciato a seguire Giorgio. Giorgio a Las Vegas, già solo la sua strada verso il Nevada meriterebbe un libro intero. Ma non potevamo sapere che saremmo stati spettatori di una cavalcata indimenticabile, emozionante, entusiasmante.
Forse uscito dall’acqua gli saranno fischiate le orecchie, perché in tanti gli avremo mandato gli accidenti. Ma quello che tutti noi sapevamo, tranne la CNN, è che in Nevada – tra l’altro terra natia di un mio idolo, Andrè Agassi – si sarebbe scatenato un tornado a due ruote, simile a “Bip-Bip”, ironia del caso un Road Runner. Sapevamo tutti che Giorgio avrebbe dato l’anima, ma ancora una volta è andato oltre le nostre aspettative. Quando è arrivato in T2, eravamo in pizzeria e ci è venuto da urlare vedendolo secondo. Pazzesco. Ora che correva i 21 km finali, potevo sentire il suo “grugnito” caratteristico di corsa (oh, se lo conosco bene, tutte le volte che sono stato raggiunto da quel rumore mannaggia a te Giorgio ☺ ) ed è stato bellissimo accompagnarlo virtualmente miglio dopo miglio, tirare qualche piccola “gufatina” all’unico atleta che lo precedeva, festeggiare il grandioso risultato.
Magari qualche Socio ha più conoscenze statistiche di me, ma non ricordo molti italiani che abbiano centrato un podio in un IronMan World Championships. In più nella maniera colta dal Grigio. E fa pensare notificare il fatto che ad oggi, ad ora che vi scrivo, non leggo ancora una-dicasi-una notizia sul sito ufficiale della Federazione.
Forse è perché è un Age Group?
C’è molto a cui pensare, cose che potrebbero farti passare la voglia. Ma come può passarti la voglia pensando alle emozioni fatteci provare da Giorgio e da tutti gli AG che, anche se bistrattati, rimangono il motore del movimento.
E allora via di combinato bici-corsa-bici-corsa-bici in Montagnetta, i passanti ti potranno guardare incuriositi (“Ma non l’ho visto passare in bici quello, che poi correva? E ora cosa fa, va ancora in bici?”) ma alla fine il senso di tutto questo non sta negli altri, sta dentro di noi. E sta a noi il potere di pensare con la nostra testa e sparigliare le carte in tavola.
W il Road, AUW!
Tridemonio

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L'unica cosa per la quale ti chiedo pazienza è che a breve la Fitri darà il giusto risalto all'impresa, ne sono certo;-)
Ghido
W il TriRoad, ma soprattutto W tutti gli AG italiani vera e unica colonna portante di questo straordinario sport ...
Il Tortello
PS Brava Sara ... nn ti preoccupare ... alla prima occasione festeggieremo insieme come si deve e come ti è dovuto il tuo fantastico risultato ;-)))
Grazie a chi ce lo ricorda sempre.
Sara, il trofeo te lo diamo noi :-))