Cari soci Road, già dal titolo di questa mia cronaca potete capire quanto sia stato emozionante correre, camminare salire, scendere, in questi luoghi che rimangono veramente impressi in maniera indelebile nella memoria bella della propria vita sportiva.
Lut 2011 (Lavaredo UltraTrail) è ormai la più partecipata Ultratrail italiana con 600 iscritti (in un giorno!), 506 partenti e 420 finisher sulla distanza di 87 km e 5.304 mt di D+.
Da due edizioni propone questa distanza mentre nelle prime tre la gara era più corta.
L'edizione 2011 è stata, a detta di tutti, la migliore dal punto di vista dei ristori ben forniti, del percorso ottimamente tracciato con assistenza nei passaggi più tecnici e impervi, della gentilezza e disponibilità di tutto lo staff e i volontari.
Si parte a mezzanotte di sabato in modo da avere dall'alba al tramonto tutte le 15 ore di luce da sfruttare nell'arco della giornata.
Subito una facile ciclabile poi su per il vallone Lavaredo sempre più ripido.
Sei di fronte alle Tre Cime sempre più sotto ma ne vedi solo il contorno scuro contro il buio stellato del cielo; una lunga teoria di piccoli uomini con la loro luce frontale contro l'immensità della montagna di pietra.
Si scollina alla Forcella Lavaredo a 2.450 mt e alle tre del mattino ci sono 0 gradi e ho solo due strati addosso, ma per fortuna metto i guanti e giù per la bella discesa di Val Rinbianco fino al secondo ristoro dall'omonima Malga.
Intanto l'orizzonte inizia ad accendersi, le pile frontali non servono quasi più, prende forma e colore lo scenario di granito.
Alle cinque e mezza sono al celebre Lago di Misurina e mi godo, sulla comoda strada che lo cinge, questa perla azzurra circondata dalle montagne illuminate dal primo sole: indimenticabile!
Viene presto metà gara a Villa Gregoriana; nonostante si sia scesi a 1100 metri il termometro segna 5 gradi e veniamo accolti al ristoro e al cambio vestiti all'interno della struttura.
Sto fermo venti minuti e mi dico "Caspita se sono arrivato qui in 6 ore e 20 minuti posso chiudere in 14 ore!".
Ma un altro runner dissipa ogni mio sogno di gloria esclamando "ora si ride fino alla Forcella ".
Come non dargli torto, due ore 40 minuti per avere ragione di 9 km di salita per 1.200 mt di dislivello con i primi consistenti segnali fisici della notte in bianco.
Ma che paesaggio!
Un ripido iniziale sovrastato da cascata immette in un vallone che sale costante fino ad un monolite che sovrasta la Forcella, silente soldato di guardia, ormai indorato dal sole.
Alla Forcella inizia una discesa tecnica ripida e sassosa anche friabile che mi costa una bella ancata per fortuna attutita dall'uso dei bastoni.
Il traverso seguente fatto di continui saliscendi è un fantastico libro aperto sulle montagne antistanti fino alla salita secca alla Forcella Piccola.
Ancora si scende, Rifugio Galassi, sentiero sassoso, piedi doloranti, velocità che scema.
Ore 11,03 Capanna degli Alpini, quota 1.450 mt, km 63 di gara, megaristoro con pasta al sugo, bevande varie, salami e formaggi.
Intanto il sole e il cielo azzurro la fanno da padroni ma comunque la temperatura rimane fresca sotto i 20 gradi.
Dopo una strada sterrata e sassosa di fondo valle ecco il Chiggiato 3 km di salita per circa 1.000 mt di dislivello: veramente fetente, sale sempre per la massima pendenza in mezzo al bosco senza concedere una visione della cima, in alcuni punti sono curve ripidissime e dopo un'ora e 10 minuti io e altri compagni di avventura stramazziamo per cinque minuti sul prato antistante al rifugio.
Ormai si sopravvive raschiando il barile delle energie residue, sfruttando la discesa e il falsopiano, anche evitare una radice, una pietra, costa fatica e concentrazione.
Il rifugio Baion circondato da vacche e buoi è seguito dagli ultimi 200 mt di dislivello della giornata mai così sofferti e anelati.
10 km all'arrivo si accende l'adrenalina, inizia la discesa finale, ampia comoda pista da sci ora polverosa strada a tornanti: si corre o meglio si cerca di dare slancio ai due pezzi di piombo che hai sotto, omino Duracell dalle pile scariche...
Poi nel bosco fitto e umido con zone fangose ogni gitante viene con ansia interrogato.
"Quanto manca al paese?" E trovi chi ti dice il tempo (ma che ha fatto lui in salita); chi i chilometri e non ci prendono mai e tu ora speri, ora imprechi.
Però ormai si vede l'azzurro del lago tra il fitto dei pini, la discesa follemente ripida fa piangere i quadricipiti ma sbocca sul lago e sul ponte che lo attraversa e ora non c'è che l'asfalto finale di 700 metri, la sfilata in paese, gli applausi del pubblico, Mau Scilla speaker che scandisce il tuo nome e 15 secondi sotto le 16 ore, ma al tempo non ci pensavo più da tre ore.
Il dopo è soddisfazione, ti guardi un pò di arrivi, lento vai fare la doccia, mangi seduto al sole del pomeriggio, scambi commenti e impressioni e complimenti e vieni complimentato.
Riavvolgo il film della giornata e mentre guido verso casa già la mente corre alla prossima.
Marathon Trail Lago di Como, alcuni Road presenti: Queirolo, Baldon all'esordio nel trail.
Altri paesaggi. Altre emozioni.
La strada è ancora lunga....
Stefano
dopo la mia mezza gara nel 2012 parteciperò anch'io con voi Uomini Veri!!
alla prossima...
Mauro C.