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Milano24, Milano Road

Inserito da paulrunner il 15/06/2011 alle 10:49 nella sezione strada

E la notte si è accesa nel buio del Parco Nord: mille lucciole sono apparse e rendono magico il percorso.

E’ stato il Mago delle luci, Paolo Baldon, con il suo fido assistente, Isolano Motta detto familiarmente Il Presidente (senza di lui io probabilmente avrei fatto la “transenna umana” perché a due giorni dall’evento erano saltate le transenne e solo i suoi consolidati contatti mi hanno permesso di risolvere il problema). Il Mago invece ha preparato personalmente 60 paletti, li ha piantati uno ad uno su 1.500 metri di percorso, poi ha sistemato le pile (con cappuccio antipioggia) seguito come un’ombra dal Portatore di Paletti (sempre Lui, il Presidente) poi promosso a Fuochista (io sono convinto che quando a Milano accendevano ancora i lampioni a gas Isolano era già Presidente, non so di cosa ma comunque Presidente): un bell’esempio per tutti.

Suona la sirena, un suono lungo, quasi gioioso: gli atleti rimasti in gara depositano il segnaposto con il loro numero sul percorso, là dove li ha colti quel lungo ululato e si avviano al traguardo. Negli ultimi minuti sono stati applauditi, incoraggiati, abbracciati, salutati come si saluta qualcuno di famiglia perché queste gare provocano solidarietà, vicinanza, affetto.

Sono tante le gare faticose, anche dieci chilometri lo sono, per non parlare degli ultratrail ma in nessuna come in una gara di 24 ore in circuito tu puoi misurare la fatica dell’atleta la stanchezza che avanza di ora in ora e rende difficile anche ai campioni il gesto della corsa. Nella loro stanchezza c’è riflessa la tua, ci sono i tuoi gesti e le parole con cui hai cercato di essere vicino.

Passa anche l’ultimo atleta non vedente con la sua guida ed anche il piccolo miracolo di Walter Valli che ha proposto e suggerito questo evento ma soprattutto, negli ultimi giorni, ha pazientemente trovato guide e accompagnatori e passaggi in auto continuamente modificati e ripresi e nuovamente cambiati e nuovamente risolti: questo vero e proprio capolavoro organizzativo si è concluso con la felicità dichiarata dei non vedenti che poi è stata quella di tutti noi.

Ecco questi sono tre momenti della manifestazione che si è svolta al Parco Nord l’11 e 12 giugno: una tri-manifestazione che comprendeva Milano24, una 24 ore individuale che si è svolta dalle 10 del sabato alle 10 della domenica, Milano6, una 6 ore individuale dalle 16 alle 22 della domenica e Milanoxtutti dedicata a Candido Cannavò, una 24 x 1 ora dalle 10.30 del sabato alle 10.30 della domenica. A quest’ultima gara hanno partecipato tre squadre di cui una appunto di non vedenti e ipovedenti, poi la squadra della Gazzetta e l’Evergreen (quasi autentica) del Road.

Sono stati due giorni che hanno fatto conoscere a molti Road la realtà dell’ultramaratona, una realtà molto più vicina ed ‘umana’ di quanto molti possano immaginare.

Ricordare tutti è difficile ma è solo grazie a tutti che abbiamo concluso bene quest’impresa: dal Presidente sempre presente ad Ettore Comparelli che ha messo in piedi tutta la complessa macchina dei volontari ed ha seguito anche la formazione delle altre due staffette ad Antonio Brillo responsabile rifornimenti e non solo e tagliatore sopraffino di salami a Giorgio Alemanni che ha curato tutta la parte dell’abbigliamento e delle medaglie sino all’ultimo istante prima di andare a prendersi la sua giusta gloria a Pescara a Pietro Landriani responsabile anche lui di parte della logistica e poi atleta della 24 ore per la prima volta nella sua vita e infine anche vittima di vandalismi sulla sua macchina e naturalmente a Simonetta Bono, cheerleader professionista e premiatrice ufficiale di tutte e tre le gare che diceva sempre vado via insieme al Valli e poi chissà come e chissà perché la rivedevi sempre lì.

E poi tutti, perché ricordarli è impossibile ma tutti bravi e soprattutto motivati, dalle guide dei non vedenti agli addetti a tutte le ‘aree’ logistiche ed ancora a Stefano Giannetti e Marco Dari, anche loro coinvolti nell’organizzazione ma anche atleti in gara nella 6 ore.

Ecco, la gara, ne parlo alla fine non per svilirne il significato, anzi, ma perché era importante comunicare ‘la gara intorno’ come direbbe qualcun altro: la 24 ore si è conclusa con alcuni ritiri eccellenti ma i due diluvi per complessive tre ore hanno inciso sicuramente insieme all’alto tasso di umidità.

Ha vinto Vito Intini, un grande specialista, davanti a Buzzolan e Luciano Micheletti dei Runners Bergamo, vittima nella notte di un assurdo episodio di inciviltà da parte di un gruppo di idioti che in piena notte ha danneggiato il percorso rubando alcune pile, mettendo delle transenne di traverse e tirando un calcio nel polpaccio a Luciano che ha però continuato sino alla fine.

L’unico grosso inconveniente insieme alle due macchine danneggiate di una giornata di vera festa e di questo mi scuso ancora personalmente con le vittime di questi episodi.

Valerio Fatatis si è ritirato dopo circa 70 chilometri per un guaio muscolare ma sino a quando è stato in corsa era in testa insieme ad un nazionale della 24 ore: le potenzialità ci sono tutte ed nella prossima gara anche questa esperienza verrà utile.

Ed infine Pietro Landriani che nel finale, stimolato e accompagnato da un grande Marco Dari (tornato al mattino sul luogo del delitto dopo una brillante 6 ore) ha superato di slancio i 120 chilometri.

Nella 6 ore vittoria di Paolo Rovera, fortissimo ultramaratoneta piemontese e ottimo terzo posto di Stefano Giannetti, protagonista di una gara molto regolare e veloce nonostante la pioggia, bellissima gara di Marco Dari che ha superato i 60 chilometri e più che ‘garmin’ ormai è ‘flash’, molto bene anche Sara Collura, ormai lanciata verso la prossima Pistoia-Abetone che, se affronterà con lo stesso sorriso concluderà senz’altro benissimo e Daniel Facchinelli che aveva come obiettivo la maratona e questo ha fatto.

Io non mi voto neanche perché è meglio. Di assoluto rilievo la gara di Maria Ilaria Fossati, nazionale della 100 km che ha concluso al secondo posto assoluto la 6 ore.

Infine le staffette, già detto dei non vedenti la gara è stata vinta dalla squadra della Gazzetta davanti ai nostri (quasi) Evergreen, bravissimi sia di notte che sotto l’acqua e già pronti per l’evento dell’anno prossimo.. Perché l’anno prossimo la 24 ore sarà campionato italiano, le staffette saranno molte di più, la 6 ore ci sarà ancora e soprattutto saremo sicuramente all’Arena e quindi arrivederci all’anno prossimo e un grazie sincero anche se sicuramente ho dimenticato qualcuno e qualcosa, è inevitabile: mi spiace ma siete stati tutti bravissimi.

Paolo Valenti

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Commenti
  • Luca Vanni 15/06/2011 alle 13:20:18 rispondi
    Grazie ROAD
    Volevo ringraziare i Road, in particolare Walter Valli e Ettore, che mi hanno dato l'opportunità di partecipare come guida per il mio nuovo amico Paolo Mello!
    Un'esperienza bellissima e ricca di emozioni che non dimenticherò facilmente e a cui riparteciperò sicuramente.
    GRAZIE MILLE!!!!
  • waltervalli 15/06/2011 alle 14:31:35 rispondi
    GRAZIE!
    Un Grazie Speciale a:
    BESANA CARLO
    CADELANO LORENZO
    CHEMOLLI FRANCESCO
    COLOMBO FEDERICO
    DI GREGORIO GUIDO
    FRATTINI MARCO
    GIACOMELLO PAOLO
    GRILLO GIACOBBE
    MARCHESE MARCO
    MERTEL LUCA
    TARONI MARCO
    TOMASSONE GUIDO
    VANNI LUCA
    che oltre a me, hanno fatto gli Accompagnatori/Guide prmettendo alla Staffetta dei Non e Ipo Vedenti di percorrere 238km, quindi quasi una media di 10 km per frazione!
    Per il resto è stata una giornata (24ore) veramente piena di emozioni e di calore! Grazie Paolo per aver creduto in questa impresa!!
    walter valli
  • Compa 15/06/2011 alle 14:42:56 rispondi
    Paolo24H
    Paolo, ti sei dimenticato di ringraziare lui, Paolo24H, 6 le ha corse e 18 le ha "vissute" da dentro. E' lui il vero artefice di questa nuova impresa Road.
    Per me è stata un'esperienza nuova, diversa; mi sono commosso come un bambino a vedere questi "zombies" che dopo 20 ore, due diluvi ed un'aggressione avevano ancora la forza ed il coraggio di girare sul circuito di gara! La dolicissima Giuliana che non ha mai smesso di sorridere.
    Un GRAZIE a tutti i nostri volontari che hanno dimostrato grande attaccamento ai colori Road e si sono impegnati al massimo anche in condizioni "estreme"; grazie anche a chi ha partecipato alle 3 staffette: gli accompagnatori dei non vedenti (anche quelli improvvisati dell'ultimo minuto come Giacomello!), i gazzetta runners club, i pimpanti evergreen di Segrelio e le mie belle amiche marziane!
    Mi sto accorgendo che invecchiando ... sto ritornando proprio bambino (o bamba)! Mi sono appena iscritto all'Arrancabirra (e sono astemio) ed alla Brescia No Limits ... però per questa c'ho il movente: corro in squadra con due belle gnocche ---)))
  • pietrolandriani 15/06/2011 alle 16:30:09 rispondi
    La prima cosa da fare è ringraziare
    La prima cosa da fare è ringraziare, con il cuore, umilmente e sinceramente Tutti, perché da solo sarebbe stata proprio un’altra cosa.
    Non avevo mai corso una 24 ore, dopo questa avventura devo ripensare a cosa significa correre, correre intorno, ventiquattro ore scavano, lucidano, mutano le dimensioni e le prospettive.
    All’inizio alcuni compagni d’avventura, concorrenti (?), mi dicevano: “calma, vai tranquillo, la vera gara inizia di notte”. E la notte arriva, piccole cose, strani rumori, le lucciole, il vento che arriva dalla montagna, più fresco, quello dei grandi prati, caldo e umido, dolce e rassicurante.
    Speravo di arrivare a 100 chilometri in dodici ore prima di riposare un po’ – in una previsione lineare – ma cosa può essere lineare e prevedibile come un’equazione in un’avventura ?
    Ci arrivo a cento ma con oltre tre ore e mezza di ritardo sul “previsto”, le spiegazioni e/o le scuse sono troppe e non interessano, decido di riposare un’oretta in branda.
    Riposo difficile, agitato molto poco ristoratore, solo con tutte le mie paure, quelle che ti tolgono la voglia di continuare, che ti fanno fermare in un angolo.
    Cosi verso le cinque con l’aurora, ho quasi voglia di lasciar perdere tutto, di farmi bastare i chilometri fatti, pochi o tanti, macinati faticosamente fino a quel momento. Mancano ancora quattro/cinque lunghe ore di gara (di viaggio), il tempo di una maratona ? ma è difficile anche camminare con le vesciche cresciute con la pioggia, correre non riesco neanche a pensarlo ed anche stare seduto sulla sedia ad aspettare la fine è orribile.
    E’ proprio da questa situazione, da questo momento, che inizia un’altra gara/storia, quella di dolcezza, di simpatia, di conforto, di com-passione delle persone che incontro sul circuito, erano lì da ore, sempre con il sorriso, per sostenere, confortare, magari senza neanche conoscerti bene ma con un calore sincero.
    Grazie di cuore Simonetta, Walter, Paolo, Marco! Gli ultimi due giri sono stati talmente emozionanti ed indimenticabili che fatico a raccontarli/ricordarli.
    L’ultimo minuto (proprio sessanta secondi) ho detto una preghierina a chi so io.
    Poi ho ricominciato a correre intorno …
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