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La mia gara più bella
Inserito da Davide.Paganoni il 08/06/2011 alle 13:27 nella sezione triathlon
Partenza terza batteria.
Max Marta fermo davanti a me pronto a scattare ... il solito cuore che sale di pulsazioni.
Poi la trombetta e via!
Ho davanti a me persone più lente (non Max ovviamente, lui velocissimo...), non riesco a passare ... mi sposto ma niente.
Nel frattempo le manate sulle braccia, la schiena, le gambe aumentano.
Devo essere finito proprio nel mezzo della tonnara.
Qualcuno mi sale proprio addosso, mi butta sotto, perdo prima il ritmo, poi il fiato, rallento e questo porta altre persone dietro a venirmi addosso.
Altro colpo e questa volta bevo, faccio fatica a respirare ma mi rimetto in posizione e riparto, ma proprio in quel istante un fetentone mi prende per una gamba e mi tira ... mi giro di colpo e gli do uno spintone con tutta la forza che ho ... lui me lo rende e potrebbe iniziare la rissa, ma mentre penso che sono stato obiettore di coscienza, lui è ripartito e mi lascia lì come un fesso ... gli occhialini mezzi storti e pieni d’acqua, sento la lente a contatto che si è postata, il fiatone è diventato affanno. Mi manca l’aria, ci risiamo ...
2 anni fa all’Idroscalo mi era successa la stessa cosa e mi ero ritirato dopo 200 metri di gara ... ripenso a quei momenti.
Intanto nuoto a dorso, poi a rana per cercare di controllarmi e riprendere a respirare.
Mi hanno passato tutti. Sono rimasto ultimo. Il gommone dell’organizzazione mi affianca e mi chiede se è tutto a posto.
All’Idroscalo certo mi ero ritirato per l’affanno, per una sorta di attacco di panico. Ma non solo. Dopo ripensandoci avevo riconosciuto che mi ero ritirato anche perché non sarei stato più in grado di fare una bella gara. Mi avevano superato in troppi.
Pensieri infantili, ma devo ammetterlo, presenti: “ecco finirai indietro in classifica”, “ci sono i tuoi figli a vederti e fai questa gara di merda ...”, “tu sai nuotare bene ed esci dall’acqua così indietro ...”.
E allora piuttosto di subire questa onta (questo il mio stupido pensiero) meglio ritirarsi, anzi meglio scappare. E quel giorno scappai. Scappai dalla gara, e scappando sentii contemporaneamente che stava vincendo un’altra parte di me stesso. La parte che non sa perdere, che ha bisogno sempre di controllare le cose, la parte del Davide che vuole fare il perfettino.
Da quel ritiro avevo però cercato di trarre un insegnamento, che forse in quei giorni avevo solo intuito e non messo a fuoco del tutto.
Le scelte della vita alla fine si fanno in pochi istanti.
Guardo quelli del gommone. No, non mi ritiro. Sono ultimo, forse uscirò ultimo, ma questa volta non mi ritiro.
Dopo la prima boa ho ripreso a nuotare, prima piano e poi con il respiro che mi seguiva sempre più forte.
Uscito dall’acqua è stato bellissimo. Mi sentivo libero da quella parte di me che voleva farmi fermare ... Vedo Paolo Tatoo che mi incinta e mi sento ancora in dovere di giustificarmi “sono indietro perché. .. bla bla bla bla”.
Fregatene Davide, fregatene.
Il Triathlon è libertà, e anche tu liberati da tutte le zavorre che hai.
Poi è stato bellissimo: la parte in bici, fatta insieme ad altri Road, Paolo Mevio tra tutti, l’acqua sulla pelle, il fango in faccia, gli incitamenti della curva Road, la corsa sul sentiero ... Mi sono sentito libero e leggero.
E’ stata la gara più bella di tutte quelle che ho fatto. Perché ho perso posizioni, ma ho riconquistato la libertà di potermi divertire, qualunque fosse il risultato. La libertà di non essere perfetto, la libertà di imparare dagli errori. La libertà di godermi tutti gli incitamenti, i volti e i sorrisi di tutti i Road presenti.
Poi è stata anche la gara più bella per un altro motivo. Nel passato non credo di aver mai scritto nemmeno una riga sul sito dei Road. Oggi mi sono sentito libero anche di condividere una parte di me, di cui un tempo mi sarei vergognato.
Vi abbraccio tutti
Davide

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Barbara
Complimenti per il tuo coraggio e un abbraccio anche da parte mia.
Gian
e questo spero sia solo l'inizio di una grande stagione:
Ci vediamo in Zona Cambio
Attilio
Che bello sentirti dire "la finisco", e vederti arrivare sorridente alla fine!
Credo che questo atteggiamento ci serva soprattutto nella vita!
TriSara
Quanto tu scrivi mi tocca, mi ci rivedo, mi ci sento dentro in prima persona per tutta una serie di motivi che non sto a riprendere qui.
Ha ragione Cettola Qualunque: un "TUUUCULU" fa bene, distende il clima.
Grande, AUW!
Anch'io, tra tante gare fatte (a piedi), quelle che ricordo con maggior orgoglio e soddisfazione sono quelle dove pur soffrendo non ho mollato. Chissenefrega del tempo e della posizione la sfida è vinta nonostante le avversità. Quando riesci a fare un record è perchè tutto è andato per il verso giusto, grande soddisfazione certo, ma il ricordo delle gare più sofferte è il migliore.
...le scelte della vita alla fine si fanno in pochi istanti. D'accordissimo.
letto e riletto quanto hai scritto, debbo dire che è forte nei contenuti, toccante a tratti;
Come qualcuno ha scritto lo spirito dello sport si addensa in queste tue parole, un "confronto con se stesso", i nostri veri "rivali" sono i nostri limiti fisici e mentali...e quando riusciamo a terminare una prova il podio è fatto!!!
Con stima
Ciao Franco