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La mia MilanoCityMarathon

Inserito da uzzi il 11/04/2011 alle 09:42 nella sezione strada

Ieri è stata una giornata davvero particolare: ero certa che la mia maratona sarebbe stata dura e sapevo che la mia preparazione non era delle migliori, non avevo quindi grandi aspettative. La realtà degli eventi è stata anche peggiore...

L'improvviso caldo di questi ultimi giorni è stato per me fatale.

Già durante i primi chilometri ho capito che non era giornata e dentro di me è maturata la soluzione drastica che ogni podista cerca di allontanare dalla propria mente: il ritiro. Poi però è accaduto qualcosa che non dimenticherò facilmente, una presenza costante e avvolgente lungo tutto il percorso, l'incitamento continuo e caloroso di centinaia di ROAD RUNNERS; tutto questo mi ha consentito di arrivare alla fine, certo con grande fatica e delusione, ma con la consapevolezza di far parte di un gruppo bellissimo, una grande famiglia che ti sostiene quando ne hai bisogno e ti aiuta nel momento più brutto quando vorresti lasciarti andare, quando sei davvero al limite.

Quindi un grazie enorme a tutti coloro che, pur non conoscendomi, mi hanno sostenuto, grazie a Lorella che ho incontrato sul percorso, grazie ad Alessandra, grazie a tutti.

Sono orgogliosa di correre con voi.

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Commenti
  • mbell1957 11/04/2011 alle 10:27:43 rispondi
    determinazione
    Bravissima, ammiro la Tua determinazione !
    Ieri non era facile non solo per il caldo in sé, quanto per il repentino cambio di temperatura degli ultimi giorni.
    Io poco dopo il 22°km ho deciso di fermarmi ... ero già troppo stanco nonostante avessi deciso di correre piano.
    E fare altri 20 km alternando cammino e corsa non mi attirava per nulla !
    Sono d'accordo con te sul "clima" di festa e il tifo ... vero che non posso dire cosa sia successo nella seconda parte del percorso, però mi è sembrato che ci fosse un po' più partecipazione di pubblico degli anni scorsi.
    Forse qualcosa sta cambiando ?
    Se poi rimettessero la gara in autunno sarebbe quasi perfetto !

    Massimo
  • mauro 11/04/2011 alle 18:17:03 rispondi
    leggete i commenti tecnici di oggi e scoprirete di aver fatto l'impresa
    A leggere la Gazzetta di oggi, con i tempi anche dei migliori, scoprirete che essere arrivati alla fine è stato come compiere un'impresa. Di seguito il commento di Orlando Pizzolato:
    "Nessun podista ambizioso sul piano cronometrico, vale a dire motivato e determinato a conseguire una buona prestazione cronometrica, correrebbe una maratona in estate. Sarebbe consapevole che il clima non gli consentirebbe di esprimere al meglio il suo potenziale. E’ risaputo che le stagioni favorevoli per correre la maratona sono la primavera e l’autunno, meglio se all’inizio della prima, e verso la fine della seconda per evitare condizionamenti climatici per un prolungamento della stagione antecedente. In questi giorni stiamo però assistendo ad un ribaltamento climatico: in pratica siamo già in estate. Temperature massime che superano 30° non sono pertinenti ai primi giorni di aprile: con questo caldo in estate si va in montagna, al fresco, mentre a casa non c’è stato ancora il tempo di togliere il piumone dal letto che già si dovrebbe dormire con le lenzuola estive.
    Per fortuna il caldo è stato mitigato da folate di vento, un elemento che senza dubbio ha infastidito la corsa dei maratoneti impegnati a Milano, ma senza questo bizzarro movimento di correnti, la giornata climatica sarebbe stata peggiore. E’ difficile riferire ad un podista che ha tagliato il traguardo dopo tante sofferenze, che poteva essere anche peggio, ma è così: senza vento gli effetti del caldo sarebbero stati ancora più drammatici.
    Sul percorso ho incrociato, in un paio di occasioni, i maratoneti amatori ed avevano espressioni di vera sofferenza, ma con tanti chilometri ancora da percorrere. Sul traguardo ho osservato passare i primi amatori (ed erano quelli buoni, ben allenati) con sguardi assenti, catturati dalle pene fisiche che avvertivano in quel momento, ma emerse chilometri prima e cresciute con violenza passo dopo passo. In queste circostanze sono certo che tanti corridori si sono chiesti se valeva la pena soffrire così tanto. E’ vero che con la medaglia al collo le sofferenze sono un po’ lenite, ma intimamente si fa strada il dubbio relativo a quanto sia giusto soffrire. La risposta non è sulla punta della lingua, ma viaggia lungo i neuroni in cerca di una conferma. Più tempo s’impiega per trovarla più è facile dimenticare, e come sempre succede, dopo un po’ tutto è dimenticato. O quasi".
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