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I miei primi 100.000 passi, tutti d'un fiato
Inserito da lordemme il 05/04/2011 alle 17:02 nella sezione strada
Mettetevi comodi e se a qualcuno dovesse "scappare" che vada!, il racconto è lungo.
Suggerimento per il titolo? Il tenero dialogo con mia figlia Giulia Paola, che incuriosita dai miei preparativi podistici nel giorno di "pre gara", esordì con "Papà, ma quanto tempo si corre nelle gare?". Colto impreparato dalla sua spontaneità tipica dei 9 anni, iniziai a pensare al modo più semplice e naturale con cui poterle raccontare qualcosa che potesse facilmente comprendere. MmmmmmMmmmm.
Come spiegarle che di lì a poco avrei "di corsa" coperto una distanza di 100 Km? (kilometri?). L'unità di misura è sicuramente troppo "lontana" ed "immaginifica" per poterla soppesare realmente, quindi pensai, "la trasformo in metri, reale, concreta e tangibile!!" Le risposi "Facciamo un passo insieme? Ecco fatto, papà dovrà farne 100.000 prima di potersi fermare". Mi guardò con uno sguardo misto di stupore ed incredulità, iniziando subito a contare sotto voce, credo con l'intenzione di capire quanto lontano potesse essere questo 100.000!! Non durò molto il suo contare, e poco dopo con un pizzico di affanno mi disse "Papi, e se ti sbagli a contare cosa succede?".
Beata fanciullezza!! Bene, tornando a temi ben più faticosi, che dirvi, posso sicuramente confidarvi che, interiormente "mi sento un atleta diverso!", credo di aver "toccato" il mio "IO podistico "più profondo, grande l'intensità, una vera e propria "sbornia" da corsa. Un breve passo indietro, nelle tre settimane
precedenti non ho potuto seguire il mio classico allenamento poiché afflitto da un'infiammazione inesorabile alla caviglia sinistra, che non intendeva darmi tregua, imperterrita manifestava la sua forza attraverso quel piccolo "pizzicore" che.. dopo soli 10 minuti diventava fastidio e.. dopo ancora dolore!, sino ad indurmi a cessare l'attività, ripiegando mesto verso casa, ancor più preoccupato per lo stato fisico, alimentando inesorabilmente ansia e tensione per l'avvicinarsi della gara.
Come il "cacio sui maccheroni" dopo inutili e ripetuti tentativi con anti infiammatori, cerotti con principio attivo ad alta concentrazione, massaggi etc etc, il caro zio Franco (Francesco Fatatis) mi suggerisce un antico rimedio, un ripetuto "Pediluvio" di un'ora, da ripetersi 2 volte al giorno, costituito da immersioni cicliche da 3 minuti, facendo uso in maniera alterna di acqua molto calda e molto fredda. Un vero "toccasana." Dopo una settimana, il dolore gradualmente si attenua sino a scomparire (lo consiglio davvero a chiunque fosse afflitto da infiammazioni a nervi e similaris).
Eccoci alla partenza, opto per dotarmi un di mini zainetto, contenente 2 litri di acqua e sali minerali, dove nella "cartucciera" avevo ben riposto 6 confezioni di "Gel" + 2 barrette energetiche al cioccolato!
7:05, si parte. Visto il tipo di gara e relativa distanza da coprire, "mente e corpo" si adagiano al morbido ritmo impostato volutamente sui 4'30", utile a valutare le condizioni della mia "scomoda compagna di viaggio", nell'intento di infastidirla il meno possibile, con la speranza che se ben "scaldata", altruisticamente parlando, si possa godere la giornata che più che primaverile, si presenta con toni e valori quasi estivi! Al 10° Km mi unisco ad un gruppetto di simpatici "specialisti" delle ultra, almeno dai loro racconti, che inesorabilmente tra "imprese e intramontabili ricordi" dispensavano ai neofiti che affamati di consigli, cercavano invece, almeno credo, rassicurazione e conforto visto ciò che di lì a poco avrebbero dovuto fronteggiare! Nel frattempo la mia caviglia si assesta, quasi intorpidita dal morbido ritmo che dal 20° sale a 4'25".
Al 35° mi fermo al mio primo ristoro, afferro velocemente una bottiglia d'acqua fresca che gentilmente una signora mi offre, e al suo "forza forza", penso immediatamente a farne buon uso, visto che prima o poi finirà e dovrò compensare con la testa! Il caldo nel frattempo iniziava la sua opera di demolizione, lenta ma inesorabile.. In tutta sincerità, sono riuscito a ben difendermi dall'attacco del "sol leone" trincandomi ad ogni ristoro una bottiglia diversa di "gatorade", con l'accortezza di cambiare di volta in volta, il gusto, quindi colorazione (arancione, giallo, celeste, verde), sempre con la stessa formula "Una bottiglia di gatorade" (per evitare l'inutile bicchierino) e il colore di turno (ho fatto la serie completa almeno 3 volte). Mi sono poi accorto che quello di me, più di una volta chiedeva i miei stessi colori, ho capito come la mente umana in certe condizioni possa farsi condizionare.. Il vero "plus" almeno credo, sia stato determinato dall'assunzione continua di liquidi che grazie alla "zavorra" che avevo sulle spalle, ha finalmente "ben svolto il suo compito!", senza mai toccare il "fondo".
Continuo tranquillo e leggero sino al 60°, dove il ritmo da circa 15 Km si era attestato nuovamente sui 4'30", parsimonioso e lungimirante. Nei successivi 10 km trovo podisti con le 4 frecce, faccia tirata, occhi accigliati, fiato corto, passo pesante, li osservo e con dispiacere x il loro disagio li incito ad unirsi a me, a non mollare perché la crisi come arriva se ne và, mai mollare, ma sò che in quei momenti occorre fare i conti con se stessi, solo da soli ci si rimette in piedi, bisogna riuscire a premere quel "fatidico tasto" che nel frangente, si trova sommerso sotto 3 metri d'acqua... Rappresentare un "muro invalicabile", ma la forza, la determinazione, la tenacia, possono far si che quella stessa acqua trovi una naturale... via di fuga, dove scorrere nuovamente libera ed inarrestabile, pronta a presentare il "conto" al prossimo esploratore di terreni ai confini dei limiti umani.
Raggiungo ed affianco Barbugian, un atleta esperto, tutto d un pezzo, noto con una certa invidia, visto aimè le mie, un gruppo motore eccellente, fluida quasi felpata la sua falcata, scambiando 2 parole mi confida il suo disagio x il caldo. Poco dopo si fermerà x un massaggio rigenerante. Grande podista, esperto e tosto.. Nel percorrere una nuova zona del parco, improvvisamente vengo pervaso da un odore.. O meglio profumo di carbonella e puntine che mi proiettano di colpo nella mia casa paterna, dove papà Antonio, esperto ristoratore, con sapiente arte dapprima insaporiva e poi arrostiva, e per almeno una decina di minuti ho indossato nuovamente "quei" panni ormai dismessi in "soffitta ..", il bravo figliolo di casa, sfumature indelebili della vita di tutti noi...
E' poi la volta di Nerino (che arriverà poi terzo), nelle gambe ha una splendida falcata, e trascorsi insieme 5 minuti, riprende il suo passo. Tento di assecondarlo, ma dopo 1 Km circa, sento che il motore "scoppietta", la corsa di fa affannosa, stò spingendo troppo, e intuito il disagio, rallento sino ad una sensazione di "confort". Ad una svolta nel parco di Monza, nello schivare un pattinatore preso nel rincorrere il proprio cane, sento contrarsi stranamente il quadricipite destro, .. mmm, ma di li a poco, mi scappa una "puzzetta", e poi un'altra ancora!, non ci crederete ma, l'irrigidimento è svanito ... Mi unisco poi al mitico Diego Di Toma, faccio la sua conoscenza e chiacchierando fittamente trascorriamo una decina di minuti, un momento di "rigenerazione" mentale davvero efficace, per poi immergerci entrambi, nel pieno. della gara. Devo dire di aver incontrato davvero un grande sportivo e non solo, altruista e con un notevole carisma, davvero un incontro speciale! All'85° sento di avere una buona autonomia e piano piano assecondo il ritmo che, man mano "spinge" sulla frequenza della falcata, iniziando una lenta ma continua progressione. Ora la cosa inizia a farsi interessante.
Arrivo, almeno credo alla millesima rotonda prevista dall'intero percorso, l'ultimo cartello superato indicava il 97° Km, uau!! forse ci sono. Un ragazzo dello staff mi aggiorna sul parziale "sei il 4°, con 5 minuti di vantaggio sul 5° e 3 minuti dal terzo, dai dai che lo prendi.." In quel momento inizio a realizzare, sotto una nuova veste, quella appunto di registra" il film che sino a quel momento mi vedeva "protagonista"... Giungo alla successiva rotonda, nessuna segnalazione, ci sono 5 ingressi, prendo quello centrale visto l'assenza di indicazioni (non vi era alcuna segnaletica, ne transenne, ne assistenza al traffico, nulla di nulla). Guardai il mio Garmin e segnando 99 Km, sgranai gli occhi, realizzando che la direzione forse non era quella del traguardo.. Immediatamente raggelai, mi fermai e guardandomi intorno . il vuoto, il deserto ..
Provai a tornare indietro ma non riuscivo ad orientarmi, in preda allo sconforto ed impotenza di fronte all'accaduto. Trascorsi oltre 20 minuti riuscii a tornare alla rotonda del 97° avendo scorto da lontano le canotte verdi fosforescenti del personale preposto all'assistenza. Il ragazzo precedentemente incontrato mi disse "ma che c-----o fai ancora qui ?!?!?!?!", risposi che più avanti non c'era nessuno e che la strada non era segnata, velocemente mi indirizzò verso la "retta via" che aimè "avea smarrito". Nel frattempo il senso di rabbia cresceva in me, forte e tonante come il preludio di un "tuono" di un temporale estivo..
Taglio ormai il traguardo con in testa un unico e solo obiettivo, riconquistare quella posizione che per 7 ore e mezzo avevo tanto sperato e sofferto, ricompensa di tanti sacrifici! Mi diressi immediatamente verso l'organizzazione spiegando l'accaduto e pretendendo primariamente spiegazioni e secondariamente una rettifica dell'ordine di arrivo. Andai in cerca del ragazzo che fortunatamente era rientrato alla base, il quale devo dire, ha testimoniato in mio favore riportando all'organizzazione l'accaduto, nei minimi particolari.
In seguito, ci si accorge che almeno un'altra decida tra i nuovi arrivati, lamentavano lo stesso problema, ma che fortunatamente sono stati prontamente riportati sul percorso. Ma attenzione oltre al danno... la beffa!, un numero a caso, chi ce al 4 posto? Udite udite, "squillo di trombe e rullo di tamburi", un podista, compagno poi di doccia (a volte il fato..), che sbagliando negli ultimi km, accorcia il percorso, "accorciando" anche la sua posizione!!, da oltre decimo., alla mia. (gulp ...) Ovviamente è stato poi squalificato, creando un vuoto, che legittimamente, ho colmato..
L'organizzazione, dopo essersi riunita (vertici I.U.T.A. compresi) e valutato il vantaggio accumulato al momento dell'uscita del tragitto, dei km ulteriormente percorsi, dell'aver comunque concluso la gara, oltre alle testimonianze oculari, ha creduto doveroso riconoscermi il "maltolto". La sensazione nell'aver riacquistato quanto in un breve lasso di tempo, si era dissolto senza alcuna logica, ha colmato quel senso di vuoto e di sconforto ormai inesorabilmente presente, anche se il mio tempo, attestato a 7 ore 53 minuti e 59 secondi (volutamente 1 in meno della 5° posizione) mi penalizza di qualche minuto, nulla a confronto di una possibile classifica che mi vedeva in 12° posizione.
Tutto bene quel che finisce bene!
Valerio

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Complimentissimi!
Marco
Spero che pian piano il gruppetto degli "Ultra Maratoneti" possa crescere per meglio affermarsi, dimostrando fattivamente il suo valore, appartenendo ad un prestigioso e storico club che, al suo 40° compleanno, merita un nuovo riconoscimento, anche in specialità meno "convenzionali".
A presto, e buoni corse
Noi siamo quasi l'esatto opposto (corro i 400-800), ma certe cose mi emozionano e non c'è distanza che tenga!
Ti aspetto in pista, mi raccomando!!!
E' un piacere leggere i tuoi tempi e i tuoi racconti.
WilRoad!
Antonio