Quando meno te l'aspetti...

...arriva l'infortunio. Dopo una buona prima parte di stagione (personale sulla maratona e sulla mezza abbassati di circa un minuto), già mi pregustavo personali sui 10 km e sui 3000 e sui 5000, magari durante i campionati sociali e invece...
28 Aprile: Il giorno prima della mezza di Gaggiano avverto un dolorino al basso addominale, non ci faccio caso più di tanto.
29 Aprile: Durante il riscaldamento sento il dolore un po' più forte, inizia la gara e non lo sento più, ma dopo un passaggio in 35:15 ai 10 km, crollo chiudendo in 1:17. Il dolore si fa sentire di nuovo, lì per lì lo attribuisco allo sforzo sostenuto.
30 Aprile: Esco a correre per un lento, avverto un dolore fortissimo ma vado avanti, il dolore si fa meno intenso nei giorni successivi, e continuo ad allenarmi al solito,anche con degli ottimi tempi, e così penso che non sia niente (grave errore...)
6 Maggio: Corrilambro, si ripete la stesso storia, dolore nel riscaldamento che passa in gara, ne parlo con altri e tutti mi dicono: "Attento che potrebbe essere pubalgia".
8 Maggio: L'ultimo allenamento serio, con tempi che fanno presagire grandi cose in pista: 1500 in 4'40", 800 in 2'25", 600 in 1'47", 400 in 1'07", sento sempre quel dolore, ma solo nel riscaldamento.
Il giorno dopo decido di fermarmi per una settimana, tanto le gare di Giugno sono abbastanza lontane e penso che una settimana basti a far passare tutto.
17-18 Maggio: Riprendo a correre, non sento dolore, e vai mi dico, è passato!!!
19 Maggio: Faccio 50 metri e il dolore ritorna più intenso di prima, mi fermo ancora.
23 Maggio: Visita medica, la conferma che si tratta di pubalgia, l'unica cura è il riposo: 3 settimane fermo, addio gare per questa stagione.
L'alternativa d'altronde non è allettante, continuare a fare finta di niente (tanto il dolore non è molto forte), e rischiare di cronicizzare la pubalgia e portarsela avanti per mesi rischiando di smettere di correre per sempre...
Lo so, si tratta "solo" di un mesetto di stop, poca roba, però sapete tutti benissimo che è dura stare fermi...

Lorenzo Bernardini