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Correndo in faccia agli dei
Inserito da Franz.Rossi il 19/05/2007 alle 11:46 nella sezione storie
E' un periodaccio. E voi amici del Road lo sapete meglio di me: manco dalla sede, non partecipo alle gare sociali, a malapena riesco a correre...
Mi consolo dicendo che è un momento transitorio, passerà quando l'ondata di lavoro sarà passata.
E intanto partecipo alla vita sociale nell'unico modo che mi è possibile, attraverso il sito.
In questo momento sto partecipando ad una fiera del settore di cui mi occupo. Sono ad Atene (e si tranquillizzino i milanisti, riparto da qui lunedì sera, quindi manco anche la finale di Champions League).
La vita della fiera è pressochè uguale dappertutto, grandi chiacchierate con clienti potenziali dalla mattina alla sera, si spilucca qualcosa durante il giorno (cercando però di non esagerare) e la sera si esce a cena con i clienti.
Spesso si fa tardi (specialmente in Grecia dove l'orario abituale di cena inizia alle 22) bevendo qualche bicchierino o visitando la città by night.
Poi si torna all'hotel (intorno alle 2 di notte), si crolla sul letto, e la mattina alle 9 appuntamento davanti all'albergo per tornare in fiera.
Questa mattina (complice anche l'ora di fuso che mi ha reso meno difficile la sveglia) ho deciso di alzarmi alle 6.30 e di tentare di fare il turista jogger.
E' una cosa che faccio spesso quando sono in trasferta: le scarpette sono sempre in valigia, e con il nuovo gps consigliatomi da SegrElio posso sempre tracciare l'allenamento.
Il mio albergo è in centro, ieri avevo chiesto alla reception dove mi conveniva andare e mi avevano indicato un piccolo parco dietro l'hotel.
Alle 6.45 sono in strada, prendo la prima traversa e arrivo al parco che però è più piccolo del prato in mezzo al XXV aprile.
Non mi sono perso d'animo e, memore della piantina della città, ho preso la strada principale in direzione del centro.
Dopo meno di un chilometro (corso in gara con autobus e motorini), si apre una piazza e scorgo in alto l'inconfondibile profilo dell'Acropoli.
Che meraviglia, mi dico, cambio di nuovo programma e, attraversati un paio di incroci mettendo a rischio la vita, prendo la prima stradina che sale.
Come certamente sapete l'Acropoli sovrasta la città di Atene e - nonostante il suono rievochi miti antichi - significa semplicemente "città vecchia". Ed infatti è esattamente così.
Viottoli minuscoli, attorniati da casette minuscole. Stradine interrotte da continue scalinate i cui gradini sono irregolari e spezzano il fiato.
Cani randagi (o dall'aspetto di randagio) che ti guardano pigri e ti lasciano passare. Turisti con la macchina fotografica per catturare la magnifica luce della mattina presto.
Si sale e si scende seguendo le bizzarre evoluzioni dei viottoli (alla fine ho scoperto che c'era anche una strada diretta, ma in discesa sembra tutto più facile). A volte una curva brusca ti inganna e la strada sembra finire. Poi avanzi ancora e scopri che si tratta di un passaggio di poco più di 50 cm.
I pietroni di cui è lastricata la stradina sono resi viscidi dalla pioggia che all'alba è venuta a rinfrescare l'aria. Ma non è un problema, tanto vado lento lo stesso a causa della salita.
Finalmente si apre il panoramo e tra due case abbarbicate scorgo la città che dorme più in basso. E' bianca ed enorme. Anche arrivando con l'aereo avevo avuto questa impressione di immensità. Atene si estende per chilometri e chilometri, avvolgendo e risalendo le colline come la schiuma delle onde fa con gli scogli.
Alle pendici del colle c'è un grande parco verde e, a sorpresa, si erge bianco un antico tempio. Non so cosa fosse e non ho avuto modo di fermarmi a verificare.
Mi perdonino i professori. E' rimasto un piccolo gioiello imprigionato nel ricordo e legato per sempre alla forte emozione provocatami dalla sua improvvisa comparsa. Saperne il nome, adesso, non mi darebbe nulla di più.
Finalmente la strada si è allargata e sono giunta ad una piazza con l'inconfondibile cartello "TICKETS" che caratterizza i più bei luoghi del mondo.
Un po' scornato da non riuscire a calpestare la polvere all'ombra del Partenone, ho fatto un giro della piazza, ho sorriso alla signora che spazzava i gradini di fronte al cancello e ho preso la discesa verso l'albergo.
Ma la città mi ha regalato ancora un piccolo brivido.
Come faccio sempre, anche oggi ho cercato di evitare di percorrere la stessa strada all'andata e al ritorno e così mi sono buttato in un parco (che poi ho scoperto essere sede del Parlamento e del Palazzo Reale). Orientandomi un po' a casaccio, percorrevo i sentierini cercando di sbucare nella strada principale che mi avrebbe portato all'albergo.
Sembrava di non essere al centro della città. Il rumore del traffico era sovrastato dal canto degli uccelli (c'è un mini zoo con alcune voliere), il sole arrivava attraverso la cortina di alberi, i sentierini di ghiaia serpeggiavano tra le aiuole e d'improvviso, delimitato solo da una corda tesa intorno, alcuni resti antichi.
Nulla di particolare, la base di una colonna, un pezzo di un frontone, sassi lavorati come se ne vedono dappertutto a Roma e in molti posti d'Italia.
Ma il mio occhio è stato affascinato dai caratteri strani del greco antico. E ho pensato a come uno scalpellino migliaia di anni prima aveva inciso (magari senza saperne il significato) quella frase che era giunta tronca a me...
Potere della storia. Storia che è l'unica vera dimostrazione della grandezza del genere umano, molto più del ipertecnologico gadget che ho al polso, molto più dei viaggi nello spazio, molto più delle scoperte scientifiche.
La Storia antica (e questi resti sono lì a ricordarcelo) ci regala tutta la dimensione di questa creatura che ha imparato a vivere la vita e non più a sopravvivere.
Va beh, sto scivolando nel retorico. Sarà la carenza d'ossigeno per la corsa prolungata.
Ma permettetemi ancora un piccolo appunto, mentre sudato faccio il mio ingresso nell'hotel suscitando uno sgurdo misto tra incredulità e disapprovazione.
Chi corre sul tapis roulant, chi corre a testa bassa solo per fare il tempo si rende conto di cosa perde?
Buon week end a tutti
Franz
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Roberto Zavatti
anche io cerco, sempre in trasferta per l'italia, cerco di correre in ogni città in cui mi trovo (orari, alberghi e clienti permettendo); è un bel modo di guardarsi attorno e conoscre realtà nuove (alcune città le conosco solo perchè ci ho corso un'oretta la sera, altrimenti mi sarei barricato in camera d'albergo...) e di farsi riconoscere!
a presto
ignazio
ps. quando parli di gps ti riferisci al garmin? un tempo mi affascinavano ora mi sembrano un po' patacconi. tu cosa ne pensi? vale la pena?