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Tra le strade della grande mela

Inserito da diabolik il 10/11/2010 alle 16:52 nella sezione strada

E siamo a 14. Come sempre forti emozioni, forti sensazioni, NY sempre unica. La mattina, la sveglia suona alle 4.30, la maratona inizia ben presto, il trasferimento a Verrazzano è alle 5.30. Esco di casa, solito appartamento ormai collaudato a due passi da Times Square, il buoi è ancora pesto e una forte aria gelida si sente che attraversa il mio corpo, un freddo che poi mi accompagnerà per tutta la gara. Tra le strade di Manatthan, nonostante l'ora, è già piena di maratoneti che vanno verso la partenza, durante il trasferimento cerco di isolarmi con la mente, cerco di non pensare che lì, a Manatthan, ci devo tornare a piedi dopo 42km, mantre nella mia mente tornano i ricordi degli altri anni. Arrivo a Verrazzano che è ancora buio, l'alba si sta alzando, già migliaia di persone si accalcano sotto le tende per ripararsi dalle ondate di vento gelido, e mancano solo 3ore e mezzo alla partenza. Bevo un the caldo, consegno la sacca e attendo l'apertura delle griglie. La mia è arancio, prima griglia, prima volta che parto nel settore arancio,dopo 11 blu e 2 verdi. Alle 8.30 sono in griglia tra mille persone, molti italiani, ovviamente. Alle 9 inizia il trasferimento dalla griglia al ponte, e una volta sul ponte mancano 30 minuti allo sparo. Dopo l'inno americano e il "good luck" di Mary Wittemberg, presidente del NYRR, si parte. Già sul ponte il vento si sente, 1° miglio tutto in salita, parto tranquillo, vorrei impostare la gara a 3'48/50, ma solo dopo il Verrazzano, salita e discesa non ti fanno impostare un bel niente, anzi salgo fortino, circa a 4 e scendo forte, a 3'30, poi tento di assestarmi sul ritmo ma i primi km o miglia, che dir si voglia, vengono sempre più forte, complice l'entusiasmo della gente di Brooklyn, che come al solito è fantastica, diciamo che Brooklyn è il vero tifo della maratona, è gente vera, è gente del posto, portoricani, messicani, irlandesi, italiani e altri, mescolati in una serie di varie etnie, ma uniti nell'incitare i maratoneti, dal primo all'ultimo senza distinzione. Ho la fortuna, o anche sfortuna, di correre da solo, e a NY sembra incredibile, dal 5° all' 8° miglio, ho tutto il tifo per me, il mio nome viene urlato continuamente per via di leggerlo sulla canotta. All'8° miglio, uno dei momenti sempre più affascinanti, 600 metri di salita, le gambe volano, il respiro non si sente, il tifo è ai massimi livelli, il mio crono procede sui 3'48, mi sento bene, ho solo freddo, non mi sono ancora scaldato, ogni tanto una folata di vento mi congela ancora di più, ma le miglia scivolano via fino alla mezza sul ponte che ci porta nel Queens, dove la maratona transita per un paio di miglia, abbastanza anonime, c'è sempre tifo ma Brooklyn è diversa, e poi il Queens è anche l'imbocco del "terribile Queensboro", il ponte con 800 metri di salita che è anche una specie di termometro sull'andamento della maratona. Lo affronto con rispetto, è lungo, se sbagli non perdona, salgo a 4'05 circa, scollino, 200 metri circa in piano e poi inizia la discesa, discesa che ti porta a Manatthan, sulla first avenue, 6km di saliscendi. So che a fine discesa, il silenzio del ponte interrotto dal fischio del vento tra le arcate, si trasformerà in un tripudio di tifo, i colori e la gente della first, e qui ci sono moltissimi parenti e amici dei corridori, ti fanno volare verso il Bronx, anche qui corro in solitudine parecchi metri, e correre da solo sulla first non ha prezzo. Arrivo nel Bronx, 20° miglio, 32km fatti, la media è ancora 3'50, sto andando bene, le gambe vanno ancora, recupero gente che inizia a sentire la fatica. Dopo un miglio, o poco più di Bronx, si torna a Manatthan, sulla 5° avenue, anche qui lunghissima, circa 3km con la salita di almeno 1km che porta a Central Park, una salita a gradini, nel senso che non vedi mai l'ingresso del parco, una salita che ha fatto svanire i miei sogni di gloria. Inizio a perdere le forze, le gambe non rispondono, mi sento perdermi, entro nel parco, ma ormai il ritmo scende, vado a 4'30 almeno, non guardo l'orologio per evitare traumi mentali, l'unica cosa che funzione è la testa, tento di risollevare il mio stato d'animo, ogni passo credo di cadere per terra, non sento più i piedi che appoggiano a terra, mi sento svenire, manca 1km ormai, continuo a farmi coraggio, 500 metri, è fatta, la finish line è lì davanti, la vedo ormai, un passo dopo l'altro, sono sfinito, passo il traguardo e mi blocco, è fatta, non come volevo, ma è fatta lo stesso, 2h46m28s. Dopo il traguardo, cammino verso la medaglia, me la mettono al collo e la bacio, me lo merito, la foto di rito, il pellegrinaggio verso i pulmini per ritirare la sacca, il mio è il penultimo, circa 2km ancora, finalmente un raggio di sole mi scalda, sono stanchissimo, ma anche questa è messa nel cassetto, e la mente pensa a quella del 2011...... NY where the world comes to run. con affetto Diabolik

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Commenti
  • sbono 11/11/2010 alle 10:08:47 rispondi
    non c'è 14 senza 15!!
    caro gianni, chi ha fatto quella maratona almeno una volta, leggendo il tuo racconto ha ripercorso miglio dopo miglio quelle sensazioni meravigliose che questa gara può dare. Ognuno ha il proprio tempo, il proprio motore, la propria carrozzeria: ma le emozioni di questa 42km forse sono uniche. I grandi sacrifici e investimenti che chiede questa maratona sono restituiti in bellissime sensazioni km dopo km.
    Good Job, great diabolik!!
    simonetta
  • tri-bat 11/11/2010 alle 10:52:06 rispondi
    Deve essere fantastico....
    con l'immaginazione ho corso anch'io... e chissa' se un giorno lontano non possa essere tra i protagonisti...



    Grande Gianni e grazie del tuo racconto


    marco Bagai Battaini
  • Tortellone67 11/11/2010 alle 13:34:12 rispondi
    Bellissimo ...
    Grande Gianni e stupendo il tuo racconto ...
    Ma scusa una curiosità ... non sei contento di un 2.46 a NY? Che obiettivo ti eri posto?
    Curiosità a parte ... alla tua 15a, 16a o quale altra non so ... a NY ti farò compagnia (prime e dopo la gara ... s'intende ...)
    Bruno
  • nipper 11/11/2010 alle 14:40:39 rispondi
    ny per sempre!
    e sì confermo le considerazioni del rocketpistis , anche la mia maratona è stata un'esperienza fantastica con emozioni forti, ripetute ed inimmaginabili se non le vivi, perchè comunque ho trovato un percorso molto bello, perchè lungo quasi tutto il tragitto il tifo è assordante per la partecipazione straordinaria di tutta la città (per via della scritta sulla maglia gara ogni 50mt mi incitavano "let's go babuuuu" e molti volevano il cinque),pechè da alcuni ponti vedi il profilo sublime di Manhattan, perchè scendi dal silenzio del Queensboro bridge ed entri in una curva dove ti attende un boato da stadio, perchè lungo le prime miglia ti sembra di volare per via dell'abbraccio della folla veramente vicina di Brooklin, perchè vedi tutto il mondo che corre insieme... perchè al central park (zona magnifica) io e Roberta ci siam dati un gran bacio volante, insomma una maratona che ti entra nel cuore e per sempre!
    PS tecnicamente la mia gara è subito entrata in difficoltà per un dolore crescente ai gemelli di sx per cui ho dovuto alzare il ritmo gara per portare a casa la pelle. La gara è finita praticamente al queensboro e dunque un pò prestino, e nel momento in cui ho visto l'enorme ed interminabile first avenue ho compreso che sarebbe iniziato,di lì a poco, il calvario. Dopo vari stop and go dal 30esimo km ho concluso in medaglia in un modesto, rispetto alle attese ed ai test di allenamento, 3oree37 cui ha fatto seguito persino una capatina nella tenda della croce rossa allestita nel parco per ipotermia.
  • antelvis 11/11/2010 alle 19:01:02 rispondi
    Ny
    Anche per me prima volta a NYC... città di cui mi sono innamorata, così come della simpatia dei new yorkers.
    Non so se non me ne sono resa conto per via della fatica, ma non sono riuscita a sentire il tifo da stadio che voi tutti descrivete... devo anzi dire che ho sentito molto più vicina la gente a Parigi che a NY... forse perché dalle descrizioni che mi erano state fatte mi aspettavo troppo???
    Anche per me è stato critico il ponte Queensboro, complice una partenza troppo 'sparata' (sono partita nell'onda verde, con passaggio al piano inferiore del ponte di Verazzano: il GPS non prendeva più e le gambe erano talmente fredde da non permettermi di capire a che ritmo stessi andando). Percorso durissimo, ma forse proprio per questo bellissimo e di grande soddisfazione. E' tutto in saliscendi, ma senza che il dislivello sia percepibile: te ne accorgi perché vedi che la gente davanti a te è sempre o più in alto o più in basso... e perché arrivi alla fine che le gambe ti fanno male da morire...
    E' comunque davvero una maratona di quelle che dà assuefazione... anch'io mi trovo già a macchinare per poterci tornare l'anno prossimo... chissà!?
    Ciao!
  • max(cimato) 11/11/2010 alle 21:38:13 rispondi
    no comment....
    semplicemente fantastico !
    bravo gianni !
    ciao, maxcimato
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