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Marcialonga atto quarto
Inserito da FraTTa il 06/09/2010 alle 18:21 nella sezione strada
Sarebbe troppo facile raccontare la bella sensazione di centrare un obiettivo.
Al grido di "campione del mondo" io me la rido e qualcuno potrebbe fare una pernacchia, come gia è successo del resto, ma non cambierebbe di nulla la mia vittoria.
Il campionato del mondo medici e odontoiatri è obiettivamente una manifestazione di nicchia e di per sé simbolica, non perchè non sia valida o poco competitiva, anzi.
Ma quel "del mondo" da un valore universale.
Cosa è che rende allora così bella questa vittoria? La gara perfetta, quella che ti permete di dire una volta arrivato al traguardo, "caspita che corsa che ho fatto".
Parto da due settimane fa, quando al termine di una settimana di allenamenti massacranti a Livigno, torno nella mia umida me sempre bella Brianza.
Decido per un allenamento di una ventina di chilometri per vedere come stanno le gambe.
Le gambe non girano, dopo 12 faticosissimi km, finisco la benzina e come se non bastasse il tendine della caviglia dx, che in montagna per tutta la settimana si lamentava, decide di mettersi in sciopero.
Piede bloccato e altri 10 km per rientrare a casa camminando.
La mia caviglia domina sulla mia volontĂ .
Mi prendo uno stop di 10 gg, rilassanti e goduti, perchè finalmente mi sento giustificato nel mio gozzovigliare.
Ma sappiamo tutti come funziona: basta un giorno senza correre e ci si domanda se tutto quello che si è fatto non andrà a farsi benedire.
Persevero nella mia tranquilla scelta di godermi il riposo.
Il tendine si sfiamma e tuttavia continua a pizzicare.
Conclusi i 10 giorni, riparto con l'allenamento. Ritmo serrato, ma quantitativamente meno intenso.
Giovedì, dopo tre giorni decido dunque di iscrivermi alla marcialonga.
Due i motivi: non correrla, mi avrebbe escluso dalla possibiltĂ di rinnovare la sfida al campionato "del mondo". A tre settimane dalla maratona di Bergamo, ho bisogno di acclimatarmi alle sensazioni di gara.
Sabato arrivo a Moena, la tensione c'è: "e se non fossi preparato? se mi piantassi a metà strada? e soprattutto se non riconfermo i miei ritmi e tempi?" Noi podisti sappiamo come esaltarci, ma anche come demolirci a fuoco lento.
Opto per una serata ultrasoft. Mi carico di tre filmati: vittoria di Bordin a Seul, vittoria di baldini ad Atene, vittoria di Cassina alla sbarra ad Atene. Brividi ed emozioni a non finire, chissà perchè e cosa gioca in quelle immagini con la mia testa. Emozioni, sogni e che altro?
Domenica mattina: si parte i primi quattro km sono conflittuali mi faccio trainare dalla Carlin, o dopo che mi saluta faccio da lepre a Donatella Vinci?
Non voglio rischiare, ma le gambe vanno e come.
A quel punto rimango con me stesso e con il pensiero di Antonio che dice: "e come dico sempre a ogni gara a tutta!" E a tutta sia.
I chilometri passano veloci, che bella sensazione, chi mi aveva superato all'inizio lo riprendo e lo lascio dietro.
"Sono io che corro o sto ancora dormendo e sognando?"
Non c'è tempo per perdersi d'animo, la salita sta per arrivare. Lo sguardo ricerca la strada, ma no, non si può.
La gara incomincia qui e rivedo Bordin che supera il suo avversario senza degnarli uno sguardo compassionevole, da totale automa proiettato verso il suo traguardo.
Concludo la mia fatica tanto fisica, quanto mentale.
Mi ero promesso di pensare alle cose belle nei momenti di difficoltĂ e l'ho fatto.
E' stata una gara emozionante dall'inizio alla fine, non perchè lo corsa, ma perchè l'ho vissuta intensamente a ogni passo e aogni respiro.
"Campione del mio mondo", per una volta mi sento tale.
Marco

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Bravissimo
Riki
Spero piuttosto di sentire sensazioni RINNOVATE domenica a pranzo, quando il Grigio taglierĂ il traguardo... sono sicuro che sarĂ podio, quale colore di medaglia non so: ho giĂ caricato in macchina la bandiera dell'Italia, sarebbe bello potergliela passare qualche metro prima del traguardo....
GUF, GUF, GUF!!!!....mannaggia a te....
a presto
ignazio (uno che in vacanza ha corso una volta....senza tendini infiammati!). ma va bene così.
WilRoad!