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Cuore & Maroni: una definizione
Inserito da tridemonio il 06/09/2010 alle 18:44 nella sezione vita al club
Questo post mi è nato spontaneo, in seguito al bellissimo resoconto del “Primo 70.3” di Fabio Bikeman. Voleva essere un commento, poi è dilagato…
Negli ultimi anni sto cominciando a credere che un destino esista davvero, ho già ammorbato molti su questo sito web con i miei racconti a riguardo… Però è così. Poco dopo il primo “70.3” di Fabio, sono tornato, domenica scorsa, sul teatro del “mio” primo 70.3: Montecarlo, occasione del nuovo – e bellissimo, ve lo garantisco su Specialissima – TriStar111 Monaco.
Morale della favola: dopo una gara davvero carica di spettacolo, l’emozione di aver fatto colazione e chiacchierato per un’oretta buona assieme e anche dopo nella cena finale con niente-popò-di-meno che Marcel Zamora (tanto per dirne uno), mi trovo nel primo momento di relax del weekend a mollo sulle amate acque della costa azzurra.
Comincio a giocherellare con il cellulare quando mi rendo conto di avere qualcosa come 2000 sms memorizzati… perché raramente mi capita di cancellarli. Beh mi sono messo a leggerli, ed è segno dei tempi che in qualche maniera ho ri-vissuto la mia vita dal 2007 ad oggi. E’ stato un bel viaggio attraverso ricordi bellissimi (Monaco e Nizza, ad esempio) e altri assolutamente bruttissimi (Candia 2009). Alcune “perle” del Visigoto, di IronMax, del Capitano, e tracce di una vita che oramai mi sono lasciato alle spalle. Sapete discuto molto spesso con la mia migliore amica, perché lei sostiene che “le persone sotto sotto non si possono cambiare”. Io analizzo io miei – quasi – primi 30 anni di esistenza e mi rendo conto che la mia vita l’ho fatta e disfatta già varie volte… per cui continuo a sostenere che l’immobilità dell’essere sia una sostanziale “belinata” (spero che la Feda mi permetta questo “genovismo”) o ancora peggio una mera scusa per crogiolarsi beati in una palude di insoddisfazione.
Ci penso un attimo e mi chiedo come e se sia cambiato il modo di approcciarmi alla competizione, allo sport. Leggo ora quanto scritto da Fabio, mi ci rispecchio pensando alla mia personale esperienza, leggo poi il richiamo di quel “matto” Paolo a “Cuore & Maroni” e ci penso ancora su.
Cavolo è proprio vero. Cuore e Maroni è tutto ciò che ti serve. E ti servono tutti e due, badate bene.
Volendo esprimere semplicemente un’opinione – non mi arrogo nessun diritto di poter pontificare alcunché – credo che, in un pensiero generalistico, in giro ci siano tanti Maroni e pochi Cuori. Penso a me stesso e credo che io debba ancora lavorare tanto sull’aspetto Cuore.
A tutti è chiaro cosa voglia dire avere i Maroni. Vuol dire farsi un mazzo tanto in allenamento, vuol dire saper soffrire come un cane, vuol dire arrivare all’obbiettivo che ti sei prefissato e tante altre cose che sapete meglio di me. Ma cosa vuol dire avere Cuore? Non lo so manco io di preciso, lo sto cercando. Però credo di essere sulla strada buona. Credo voglia dire onorare lo sport, l’evento a cui si partecipa arrivandoci preparati e vogliosi di giocare pulito, gli avversari, la propria squadra ed il pubblico. Essere un esempio positivo. Essere un ambasciatore. Avere un codice etico. Avere un ponderato controllo sul proprio istinto e non cedere “al lato oscuro”.
Provo a spiegarmi meglio: non sto parlando di essere “buoni samaritani” o altro. Perché in acqua bisogna farsi spazio, e ci sta. Perché in bici ci sta la “bagarre” e di corsa i gomiti possono essere alti. Ma con discernimento.
Mi chiedo – un esempio per tutti– cosa possa aver giovato a quello che, sulla finish line di Sarnico 2010, mentre arrivavo in “parata” con i miei nipotini quasi ne calpesta uno per “battermi” nella volata per il 230esimo posto assoluto o giù di lì.
Io credo sia semplice frustrazione, ma grazie a Dio si può curare.
Dall’altra parte so cosa si possa portare via chi approcci la competizione in maniera diversa. Chi – e faccio giusto un esempio, il più recente che mi venga in mente – come il nostro socio Giulio durante Milano abbia l’istinto di fermarsi durante la bici per aiutare un concorrente in difficoltà.
Ho sentito tante persone, tra organizzatori e addetti ai lavori, denunciare come in Italia gli amatori diventino sempre più professionisti e sempre meno amatori. Tradotto come abbiano sempre più maroni e sempre meno cuore. Poi parli con professionisti affermati come Marcel Zamora e la stessa Martina e – almeno questa è stata la mia prima impressione – vedi che loro, quelli veramente forti, quelli che in body ci lavorano, non si divertono come noi- hanno sia due Maroni che due Ventricoli così.
A Monaco per la prima volta in vita mia ho letto una cosa stupefacente sulla guida degli atleti. Un messaggio che è mission di TriStar, che almeno personalmente sposo in pieno. Un qualcosa di questo tipo:
“L’organizzazione invita caldamente tutti i partecipanti a SORRIDERE e ad avere UN ATTEGGIAMENTO POSITIVO lungo il percorso. Divertitevi, siate ambasciatori!”
Ognuno si faccia la propria idea e giudichi in libertà se questo mio pensiero possa aver senso o meno. Sta di fatto che il 2008 sarebbe stato speciale anche senza vittoria nel SuperRank, perché comunque in quell’anno ho conosciuto persone straordinarie con il quale ho viaggiato su e giù per l’Italia. Ed è questo quello che conta, alla fine. Così come non scambierei MAI una qualifica per Kona con il mio IronMan 2009, che è stato speciale dall’inizio fino – e soprattutto – agli ultimi km. Né il primo gradino del podio di una qualunque gara con la possibilità di varcare la finish line con i miei nipotastri.
Insomma Fabio che dirti. Tieniti stretti i Cuore e Maroni e non abbandonarli mai. Con loro, intesi a tutto tondo, non ci potrà mai essere fallimento. E dato che “il mondo” tende a giudicarci quasi unicamente sui Maroni, coltiva sempre il Cuore.. E’ senza ombra di dubbio la cosa più difficile.
Spero di ritornare in forma prima o poi di modo da poter impensierirti su qualche campo di gara.. Così magari potremo battagliare, con il sorriso sulle labbra ne sono sicuro.
Ho finito questa spataffiata… Che potevo anche risparmiarvi, limitandomi a riportarvi questa foto, una delle mie preferite in senso assoluto, nella speranza che i protagonisti non me ne vogliano (chiedo scusa, non trovo più l’originale.. posto un’elaborazione).
Ecco cos’è Cuore e Maroni. Che ne dite: vogliamo esserne ambasciatori?

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Perchè a me e Max hanno dato due tempi diversi al via Lattea trail ? Siamo arrivati apposta alla fine stringendoci le mani, da amici. Per non dimenticare la gioia (e l'onore) di essere aspettato all'arrivo dal Grigio, maestro per tutti noi.
Come diceva una delle mie guide, puoi competere per tre motivi: per arrivare primo (e non è certo il mio caso), per arrivare in fondo (situazione forse già superata), o per migliorare il tuo risultato. Ora che ripeto le gare, misuro il mio invecchiare sui tempi (che aumentano) o sull'allenamento (che li diminuisce se è stato fatto bene, considerato che non sono più un ragazzino ma che ho ancora qualche piccolo margine di miglioramento).
E poi, compliementi come al solito per l'ottima forma di comunicazione. Non è da tutti ed è qualcosa in più che ti porti con te e serve sempre !
Aggiungo un solo commento … “Cuore & Maroni” sono i due lati di una stessa medaglia … non c’è l’uno senza gli altri … almeno nel senso che noi diamo ai due termini !
Per quanto mi riguarda l'essenza delle gare e' ben espressa nella foto che hai allegato al post.
Una foto che dice veramente tutto...
Marco Bagai Battaini
La foto? l'ho vista per la prima volta pochi giorni dopo essermi tesserato nel road lo scorso anno. Mi ha lasciato senza parole quella volta ... e come tutte le altre a seguire ... veramente toccante :)
man mano li troverai, mi raccomando, raccontaceli!
W il Road
capt.ale
l'ambizione, la competizione...l'arrivismo portano talvolta le persone a dimenticarsi che siamo qui di passaggio e che il dono della nostra breve vita che abbiamo ricevuto non può essere sprecato cercando di calpestare il nostro vicino.
basterebbe pensare di essere fortunati ogni volta che facciamo un respiro e tutto sarebbe più facile.
Giulio