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Triathlon di Montagna, il gusto ci guadagna
Inserito da marinipa il 03/09/2010 alle 16:22 nella sezione cross & trail
Vi racconto delle gare di triathlon di montagna, come io le chiamo, che ho fatto quest'estate in terra francese. Per me niente di nuovo, avendo già preso parte negli anni scorsi ad entrambe le gare dell'Alpe D'Huez e di Embrunman, ma credo valga la pena raccontarle per invogliare anche qualcun'altro a prendervi parte.
La prima delle due è il triathlon dell'Alpe D'Huez, giunto alla sua quinta edizione.
La gara si svolge su una distanza lunga non (2200 metri di nuoto, 115 km di bicicletta e 21 chilometri di corsa) ma anche su una olimpica, ma la caratteristica peculiare è data dal fatto che si svolge nelle Alpi francesi e quindi la frazione bike è un continuo saliscendi dalle montagne, ben poco assimilabile anche alle nostre dure gare come Idroman o Sarnico.
Il clou della gara è rappresentato dalla mitica salita dell'Alpe D'Huez, presente sia nella versione lunga che corta, 21 tornanti intitolati ciascuno ad un famoso ciclista, teatro di grandi battaglie durante il tour.
Basta andare su youtube e cercare, ed è facile rivedere i famosi duelli tra Lance Armstrong e Marco Pantani alla fine degli anni 90 o all'inizio di questo secolo.
Senza andare su youtube, durante la salita in macchina per raggiungere l'albergo ci si rende conto che la salita non scherza e che non c'è tregua fino alla fine. Sono 13 chilometri per 1150 metri di dislivello.
Come mio solito mi iscrivo alla gara l'ultimo giorno possibile (il posto non manca, nonostante un forte incremento delle iscrizioni, prossime alle 1200 nella versione lunga di quest'anno) e raggiungo il campo di battaglia nel pomeriggio di martedì.
La gara infatti si svolge l'ultimo mercoledì di luglio, il 28 quest'anno, a metà settimana, forse per riempire l'Alpe di turisti/triathleti tutta la settiaman, forse per evitare il caos sulla salita che è l'unica strada di collegamento verso l'alpe.
La mattina del mercoledì carico tutto il necessario per la gara nello zainetto e mi dirigo in bike al lago artificiale dell'EDF che si trova in valle.
Il transfer dura 22 chilometri, quasi tutto discesa, dal momento che la zona cambio nuoto/bike è presso il lago e quella bike/run è su all'Alpe.
Altra caratteristica di questa gara è infatti la presenza di due zone cambio e la partenza dalla valle, a quota 700 metri, e l'arrivo a quota 1850.
Il nuoto procede senza intoppi, lento nel mio caso come al solito, il lago è molto freddo (16 gradi) ma basta muoversi e non c'è problema.
Poi si parte in bike. I primi 40 chilometri sono velocissimi, in falsopiano, sulla statale verso Grenoble, si scende fino a 400 metri scarsi di quota ma poi parte una prima salita che porta a circa 1400 metri, seguiti da un tratto di saliscendi in montagna per poi planare a Bourg D'Oisans di nuovo in fondo valle.
Il fido Garmin parla chiaro, a questo punto nelle gambe ci sono già 100 chilometri di strada e circa 2000 metri di dislivello.
Le ultime rotonde e la bestia si materializza, nella forma dei suoi 21 tornanti senza tregua alcuna con strappi anche imponenti ben oltre il 10 per cento di pendenza.
Alzando gli occhi al cielo si vede tra le nuvole l'Alpe, punto di arrivo della bike ma solo inizio della corsa!
Nel mio piccolo l'allenamento svolto pedalando sui tanti colli Liguri, della val di Susa e intorno al lago Maggiore ha dato buoni frutti. Nella prima salita mi trattengo ben sapendo cosa poi mi aspetta, e man man che i chilometri si snocciolano vedo che la forma non manca. Il confronto è tutto relativo all'anno scorso.
All'arrivo a T2 all'Alpe scopro dal Garmin di aver limato via ben 16 minuti rispetto allo scorso anno, ben 4 sulla salita dell'Alpe D'Huez.
Ma se per i ciclisti la storia è finita, noi triathleti proseguiamo con una zona cambio e via di corsa per sentieri sterrati e strade asfaltate su e gù per l'Alpe.
Anche la corsa è piuttosto impegnativa, visto il continuo saliscendi, fortunatamente vedo sul Garmin che il percorso è più breve rispetto allo scorso anno
Chiudo gioioso e in gran scioltezza, la corsa passa anche lei tranquillamente, e alla fine il crono regala una grande soddisfazione, sempre confrontandomi sul mio risultato dello scorso anno.
Complessivamente una bellissima gara che raccomando a chi ha la pazienza di esercitarsi in bicicletta in montagna e si diverte a soffrire in salita. A fronte della sofferenza posso assicurare che la coreografia è di prim'ordine e i panorami alpini assolutamente spettacolari.
Come l'anno scorso il meteo è stato incantevole, giornata soleggiata e non troppo calda a tutto vantaggio dell'ultima micidiale salita che risente sempre delle possibili alte temperature in fondovalle.
E passiamo alla seconda delle gare alpine francesi.
Stiamo parlando del mitico Embrunman, gara durissima quanto emozionante e bella che si svolge sempre in Francia, tra Embrun e Briancon nella regione di Grenoble.
Per dare qualche numero, la gara si svolge sulla distanza Ironman, ma questo non dice assolutamente nulla sulla difficoltà che non è certo solo costituita dalla distanza.
La frazione bike infatti è lunga 188 chilometri (non 180) assimilabili in tutto e per tutto ad un tappone alpino del Tour de France con 5000 (cinquemila!) metri di dislivello.
In mezzo il passaggio aereo per il Col D'Izoard a 2360 metri, ma anche un continuo saliscendi senza tregua dal primo all'ultimo chilometro fatto sì di grandi strappi ma anche di salitelle con 300 – 400 metri di dislivello ogni volta.
Inoltre anche la maratona presenta un dislivello importante, circa 400 metri.
Visto che quest'anno ero in zona (trascorro parte delle ferie in val di Susa, a Sauze D'Oulx), non sono riuscito a trovare scuse per non iscrivermi considerato il grande fascino che questa gara esercita su di me, prima di tutto perchè è stata la prima gara su distanza superlungo che ho portato a termine due anni fa con una ben calcolata incoscienza.
La vera incognita di questa gara è costituita dal meteo, il tempo nelle Alpi può giocare brutti scherzi a metà Agosto.
Due anni fa durante la discesa dal Col D'Izoard ho assistito a una scena apocalittica, una grandinata pazzesca che mi ha costretto a una sosta di un'ora al freddo sotto il tetto di una grangia, e il seguito sotto una pioggerellina che andava e veniva e comunque con un vento che in valle aumentava le difficoltà.
E infatti anche quest'anno la vigilia non è molto felice, pioggia continua anche durante il check in della bike del sabato e zona cambio indistinguibile dal lago.
Domenica il tempo si presenta variabile, per quel poco che si può vedere prima dell'alba.
La gara parte infatti alle 6 di mattina e quindi dalla sveglia prima delle 4 a poco dopo la partenza è tutto buio.
Il nuoto parte alle 5:50 per le donne e alle 6 per gli uomini. Un camion dei pompieri con un potente faro illumina le prime boe, la partenza è completamente al buio. Nella mia lentezza mi lascio incanalare dalla massa umana, ma non è per niente facile.evitare di essere colpiti da altri atleti e comunque mantenere una traiettoria.
Poi il gruppo si sgrana (cioè finisco come mio solito nelle retrovie), il sole sorge e la nuotata in questo piccolo specchio d'acqua contornato dalle montagne diventa sempre più piacevole.
Termino indecorosamente il nuoto (ben più lento di due anni fa) e procedo alla bike.
Questa volta meno incertezze sull'abbigliamento e via per il tappone alpino. Al mio seguito un kay way impermeabile, non si sa mai cosa può succedere su un percorso così lungo.
La temperatura mattutina è molto bassa, al limite di quello che la vestizione ciclistica minimale mi consente di sopportare, siamo sui 14 gradi.
Le salite e discese si alternano con continuità, attraverso panorami meravigliosi come quelli del lago di Serre Poncon, dei suoi Alpeggi di montagna, della traversata sul ponte lungo che lo taglia in due … poi via per il parco di Queyras verso il Col D'Izoard, non senza aver percorso il lato destro della vallata attraversando graziosi villaggi.
La salita al Colle è piacevole ma lunga, si parte da 800 metri di quota per scollinare a 2360, ma gli scenari incantevoli e sopratutto lo spettacolare folklore della folla che assiste alla gara incitando tutti gli atleti alleggeriscono in parte la fatica.
Ad ogni tornante c'è qualcuno che strilla, musica a palla e gente che balla ! Passo il Col D'Izoard al chilometro 90 ben sapendo che solo lì comincia la gara vera e propria, e dopo la discesa a Briancon che si consuma alla svelta proseguo sul lato destro della vallata, stradina secondaria che tocca tutti i paesini in un alternarsi continuo di saliscendi. Al chilometro 140 arriva il mitico Pallon, una salita scavata nella roccia dritta di 3 chilometri al 10 per cento medio di pendenza con ulteriori strappi e senza tornanti.
Arrivato in cima, pernacchia di rito (al Pallon che non mi ha finito) e via verso Embrun.
Ora però i chilometri e il dislivello si fanno sentire. Arrivato al chilometro 170 all'ingresso di Embrun infatti la strada sale ancora per un'ultima micidiale fatica, l'alpeggio di Chalvet con i suoi 400 metri finali di dislivello. La fatica si fa sentire e nonostante le ruote a basso profilo in carbonio ultraleggero inaugurate apposta per la gara, le pasticche freno cercate con tanta fatica di corsa per tutta Milano, i tubolari leggerissimi del 20 ultrasottili (e relativi patemi d'animo: cosa fare se foro, bombolette, tubolare di scorta, mastice …), le gambe accusano il colpo portandomi piano piano all'ultimo scollinamento.
Nel frattempo i pensieri passano dal terminare la frazione bike alla successiva maratona che mi aspetta.
Maratona che si prospetta ben più dura di quella fatta due anni fa, la salita micidiale a rallentare il passo e il meteo tardo pomeridiano sempre più minaccioso.
Capisco subito che non sarà cosa facile portare a casa questa gara, e mi rassegno a chiuderla ma non come avrei voluto.
Poi al secondo giro della maratona l'imprevedibile: il cielo minaccioso scarica un violentissimo acquazzone che mi costringe a fermarmi in paese sotto una vetrina.
Al successivo ristoro mi danno per coprirmi e ripararmi dal freddo un sacco dell'immondizia, di quelli grandi, e così riesco a chiudere anche questa fatica, in versione Tri Road Monnezza Man !
Che dire, nonostante tutti i miei auspici Embrunman rimane decisamente impegnativo, se due anni fa un'ora di stop nella bike mi ha riposato e permesso di chiudere decorosamente una maratona impegnativa, quest'anno il bilancio energetico è andato a favore della bike ma decisamente a costo delle energie necessarie per corricchiare i 42 chilometri.
Chiudo la gara anche qui abbastanza in scioltezza, allegro e disilluso da questa nostra pazzia che ci porta a punirci con sforzi veramente disumani per guadagnarci un briciolo di felicità !
Come mio solito un grande ringraziamento ai personali sponsor che mi hanno tenuto compagnia nel corso di questa primavera – estate: Quazzo, Melogno, San Bernardo (anche Bernarda), Colle Nava, Alpe Segletta, Mottarone, passo Penice, Ghisallo, Colma di Varallo, Sestriere, Monginevro, Colle della Scala, Colma di Malesco, Valle Vigezzo, Giogo di Toirano, le infinite salitelle dell'Oltrepò, ora anche Aglientu, Tempio, Aggius, Luogosanto, Limbara e senza fare torto a quelli che ho dimenticato.
Un saluto a tutti e un invito a partecipare a queste bellissime gare, sono a solo due ore di macchina dal confine del Monginevro ma riservano piaceri e panorami unici oltre ad avere un fascino ineguagliabile.
Paolo Marini

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Non ti nascondo che l'alpe e' una gara che ho messo nel mirino..
Magari tra qualche anno.....
Comunque sia complimenti per tutto.