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Alessandro, Andrea e Sofia conquistano lo Chaberton (3131m)
Inserito da sofia.scanziani il 03/08/2010 alle 16:05 nella sezione cross & trail
Domenica scorsa, su invito di Andrea Noire, un trio di irriducibili RRCM si è cimentata nella Chaberton Marathon.
Andrea e Sofia hanno optato per la versione corta (20,5 km, 1911 metri di dislivello positivi e 1516 negativi), che partiva da Cesana Torinese e terminava a Claviere, dopo aver superato lo Chaberton.
Alessandro ha scelto la lunga: 42 Km 500 di sentieri di montagna - 6032 m di dislivello, 3256 m positivi e 2776m negativi.
Partenza da Cesana 1350 m. – passaggio a Claviere 1745 m – arrivo a Monginevro 1830 m.
Una gara tecnica e spaccagambe, ma la bellezza del percorso e dei panorami sulle Alpi (Les Ecrins, il Viso, la Vanoise...), la soddisfazione dell'impresa, e l'incoscienza che ci contraddistingue, hanno reso la fatica un immenso piacere.
Il percorso si sviluppava così:
- da Cesana allo Chaberton (quota 3.131): dopo i primi 5km di saliscendi nei boschi, in cui si perdeva un centinaio di metri di dislivello, una salita 1900 metri di dislivello in una sola tirata...con pendenza finale del 30%.
- dalla punta a Claviere un tuffo di 1400 metri, molto tecnico e impennato nella prima parte e con fondo misto nella seconda.
- e per chi ha scelto la lunga...altri 22 chilometri sulle creste di frontiera scavalcando lo Chenaillet (2650 m) e lo Janus con il suo forte (2540 m).
I primi 5km sono stati un buonissimo riscaldamento per il fisico e un'ottima preparazione mentale per l'impresa.
Il primo tratto di salita era quasi tutto corribile, fino al km10 pendenze "umane".
Poi la parte più dura, ma anche più bella, del percorso: aumento deciso di pendenza, iniziava la MIA gara.
Un bel respiro, un passo deciso e costante, e ho cominciato a sorpassare un po' di persone.
Man mano che si saliva, la vegetazione si diradava, il bel manto erboso lasciava spazio a terra e rocce.
La pendenza aumentava sempre più e il fondo diventava quasi sabbioso, con i piedi che non facevano presa e raddoppiavano lo sforzo ad ogni passo, il vento che seccava le labbra, la cima che non arrivava mai.
Il Garmin dice che quei 2km li ho percorsi in quasi 50minuti.
Il cuore mi dice che in quei due chilometri, ad ogni passo sono diventata più forte.
Passando per questo stesso tratto di salita, è stato bello incrociare i corridori che avevano già conquistato la cima e iniziavano a scendere.
Ho visto e ho potuto incitare Andrea e altri visi conosciuti mentre scendevano; ho sentito un "forza Road", che poi ho scoperto essere di Giorgio Pogliano, che mi ha fatto sentire meno sola: portando in cima la mia canotta bianca e blu, portavo in cima un po' di Road Runners Club Milano.
E' difficile descrivere cosa ho sentito una volta raggiunta la cima: il cuore pieno, gli occhi che si perdevano nel panorama, la mente alleggerita...la voglia di andare avanti.
La discesa era molto tecnica, una sorta di sassaiola con i piedi che slittavano: bisognava solo lasciarsi andare (e incrociare le dita).
Poi un sentiero pietroso, una botta sul piede infortunato (ahia!) e una distorsione alla caviglia che mi ha gelato il sangue per qualche secondo, ma fortunatamente non mi ha impedito di proseguire la gara.
Le gambe erano sempre più provate, la stanchezza cominciava a diffondersi in tutto il corpo, il calore del sole si faceva più pesante da sopportare.
Gli ultimi km erano quasi pianeggianti, mi ripetevo che bastava solo tenere il passo, resistere, mancava poco;
poi una curva, l'asfalto, un breve rettilineo, il traguardo, due visi amici e l'anguria...
in un attimo la fatica è diventata un ricordo sfumato, sostituita dalla persuasione di aver fatto, ancora una volta, un viaggio meraviglioso.
Sofia

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Brava anche Sofia per il racconto :)
Sofia ma questa non è la tua postura di salita!! cosa è
successo? scherzo sei bravissima.
domenica scorsa io in compagnia della mia dolce metà,marina
siamo arrivati al rifugio buzzoni 1600Mt partendo da barzio.
dopo tanta fatica una bella mangiata al rifugio.
ciao apresto angelo felli
Marco e Cristina
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