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Roth: un’occasione persa ?

Inserito da mbell1957 il 19/07/2010 alle 17:45 nella sezione triathlon

Ho ancora troppo amaro in bocca e non sono ancora certo di aver fatto o non fatto tutto quello che potevo e dovevo … il risultato comunque non cambia … a Roth le cose non sono andate come avrei voluto.

Il mio punto debole è sempre quello … l’acqua. Non la distanza da nuotare, non la competizione … è solo lei e l’effetto che mi fa.

In acqua perdo il senso della dimensione, dello spazio. E quindi basta un minimo problema a farmi perdere concentrazione, a mandarmi in affanno.

Domenica mattina, prima della gara, ero tranquillo. L’agitazione c’era stata nei giorni precedenti. Ma domenica mattina, no. Ero tranquillo. E quando Alessandra alle 5.00 mi ha lasciato alla partenza, Le ho detto “aspettami verso le 15 alla fine del percorso in bici”. Non avevo nessun dubbio che qualcosa potesse andare storta.

Alle 7.25 sono entrato in acqua con gli altri 200 della mia batteria … l’acqua era abbastanza calda, il canale (fatto salvo per il colore dell’acqua che al confronto all’Idroscalo sembra di essere alle Maldive !) era tranquillo … un Idroscalo più stretto e più lungo.

Alla partenza sono stato in coda, sono partito con calma evitando la mischia. Il giro di boa era 1450 metri più in là; di quando in quando davo un’occhiata per cercare di vederlo … ma era sempre lontanissimo. Però nuotando, bracciata dopo bracciata, mi sono reso conto che stavo facendo più fatica del normale. Respiravo ad ogni bracciata (cosa che in piscina non faccio mai), muovevo poco e male le gambe.

Poi hanno cominciato a superarmi alcuni della batteria successiva. Qualcuno mi ha toccato dentro … e la cosa mi ha creato un attimo di panico.

Sono transitato al giro di boa in circa 31’ … e ho pensato che non fosse malaccio, una proiezione sotto l’ora e venticinque.

Ma poi la sensazione di fatica è aumentata e sono arrivate le prime avvisaglie di crampi ai piedi e alle cosce. Niente che in piscina io non sia in grado di gestire. Ma lì è stato diverso. L’ansia di non riuscire a gestire la situazione ha fatto il resto.

Ho nuotato in tutto poco più di 50’. 2300-2400 metri … ero ben oltre la metà. Mi sono fermato per rifiatare, per cercare di riprendere la calma. Ma più riprovavo a partire e più l’agitazione mi impediva di farlo.
E sono uscito dall’acqua.

E’ difficile raccontare in poche parole le sensazioni di un momento in cui vedi passarti velocemente davanti un anno intero; un anno di sacrifici, di mediazioni, di far collimare impegni di famiglia, di lavoro e pesanti allenamenti. Per poi rovinare tutto in pochi attimi di mancanza di lucidità.

Non ho la riprova di cosa sarebbe successo se non fossi uscito dall’acqua anzitempo. La sensazione è che sarei andato fino in fondo. In quante ore non era cosa importante.

Un’occasione persa ? Certamente sì … ma non è stato un anno buttato via.

E adesso andiamo avanti.

Ricominciamo ?

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Commenti
  • IM-ale 19/07/2010 alle 17:58:43 rispondi
    Mai nulla è perduto....
    ....a meno che non perdiamo di vista la nostra dimensione e i nostri valori.
    E tu mi sembra che la tua dimensione e i tuoi valori li abbia ben chiari.
    Alla prossima, allora (sperando non si rompa la catena......)
  • ultimokilometro 19/07/2010 alle 19:27:31 rispondi
    pazienza
    Dici bene. Un anno di allenamento fisico e mentale non si cancellano con una giornata nata male. Se la gara ce l'hai nel corpo e nella testa allora ti basta avere un altro anno di pazienza e poi riprovarci ...nel frattempo avrai modo di berti qualche gara con distanza un pò più umana. Un Ironman non è mica uno scherzo, la tua esperienza serve a ricordarci quanto sia davvero difficile.

  • angelindo 20/07/2010 alle 00:08:50 rispondi
    mi spiace massimo. ricordo perfettamente quando su fb ci siamo scambiati la cazzata dell'anno.
    ricominciare? ovvio!
  • Gian 20/07/2010 alle 00:42:16 rispondi
    Anno buttato via? No, grazie
    Purtroppo il senso di disagio che alcune persone provano in acqua (me compreso), si trasforma facilmente in una sensazione insopportabile, quando accade qualcosa che ci fa perdere la fiducia nelle nostre capacità e nella possibilità di cavarcela di fronte a un’ostacolo che diventa improvvisamente insormontebile: basta poco, l’acqua negli occhialini, un altro concorrente che inavvertitamente ci viene addosso e magari ci fa bere, un’onda che ci entra in gola mentre stiamo respirando, la sensazione che stia per arrivare un crampo e noi siamo in mezzo al mare, il freddo che comincia a intorpidirci i muscoli e piano piano ci accorgiamo che fra poco ci bloccheremo .... Non basta cercare di convincerci che va tutto bene e che ce la possiamo fare, perché in questi frangenti non siamo in grado di fermarci a fare il punto della situazione, perché, se ci fermiamo, andiamo a fondo, non c’è il bordo della piscina a cui aggrapparci e il terrore comincia a prendere il sopravvento e la sola via di uscita è quella di alzare un braccio, sperando che qualcuno venga a prenderci e ci tolga al più presto da questa situazione insopportabile. E’ come quando si soffre di vertigini e ci si trova in montagna su una cresta con sotto il precipizio e ci sembra che il terreno ci stia franando sotto i piedi: anche se diamo fondo a tutta la nostra razionalità e tentiamo di convincerci che il terreno non franerà, non riusciamo a muoverci da dove siamo, restiamo lì bloccati sulla quella cresta maledetta con sotto il precipizio e il terrore si impadronisce di noi (ti parlo per esperienza diretta).
    A questo punto ci si chiede qual’è la ragione che ci ha spinti a trovarci in questa situazione e se siamo proprio convinti che valga la pena riprovarci per rivivere un'altra volta la stessa situazione angosciante. Io personalmente ho rinunciato a vivere situazioni che mi mettevano a disagio, ripiegando su altre cose che mi divertivano e mi regalavano ugualmente soddisfazioni, però forse tu sei più tosto di me e senz’altro non getterai la spugna così facilmente.
    A volte i blocchi si sbloccano, a volte no, sta a noi capire qual è il nostro caso e dargli la giusta importanza.
    Comunque fra poco c’è Tarzo Revine, il tuo allenamento non è buttato ....
  • tri-bat 20/07/2010 alle 08:31:04 rispondi
    ricominciamo....MA CERTAMENTE
    Il vero guerriero sa che perdere una battaglia migliora la sua abilità nel tenere la spada.La prossima volta saprà combattere più abilmente.



    Marco Bagai

  • mt-run 20/07/2010 alle 09:30:17 rispondi
    Grandissimo
    Per prima cosa grazie. Grazie perchè questi racconti hanno un valore immenso. Perchè ci riavvicinano alla normalità delle cose che possono anche non andare alla grande. Ci vuole molto coraggio per descrivere una prestazione deludente, senza mezzi termini e giri di parole autoconsolatori. E alla fine sono le sconfitte che ci insegnano a vincere. Qualunque sia il concetto di vittoria che abbiamo.
  • artiglio 20/07/2010 alle 09:53:46 rispondi
    Anche se non è la stessa cosa
    Anch'io quest'anno ho avuto la mia "piccola delusione" e ti capisco: nella preparazione della mia 1^ maratona, mi sono infortunato 3 settimane prima, e ho dovuto rinunciare dopo la preparazione invernale con il freddo e il maltempo che c'è stato!!! Inoltre avevo già pagato l'albergo e l'iscrizione alla gara ...
    Forza, si cambia obiettivi: comunque l'allenamento fatto rimane per le gare a venire, e sono tante: io ho "sfruttato" la preparazione della maratona quest'anno, per fare il mio personale sui 5.000 ed avvicinare i miei personali dell'anno scorso sui 10k e sulla 1/2 maratona senza preparazione specifica! E domenica c'è Milano (pensa che dopo lo schifo del canale di Roth, ti butti nella Darsena !!!) e il 1 agosto c'è lo Sprint di Genova: io ho appena fatto Submit per il capoluogo Ligure... Forza che l'evento di Milano non può fare a meno di un protagonista come te... (magari ti fotografano di nuovo... davanti a Martina Dogana:-)))
  • risola 20/07/2010 alle 10:39:04 rispondi
    Riparti dal piacere di farlo!
    Avevi saltato anche Candia, riparti, ma cambia l'approccio; potresti cercare di ritrovare le senzazioni piacevoli del fare triathlon e soprattutto del nuoto. Divertiti in gara come un ragazzino e solo dopo prova a rifarlo su una distanza più impegnativa. Se non trovi (più) piacere nel gareggiare in un olimpico o in un 70.3 come pensi di poter sostenere una sforzo (anche mentale) come l'IM?
    In gara nel nuoto non ci sono le senzazioni di silenzio, armonia e scorrevolezza che si provano in piscina, ma ci sono altre percezioni altrettanto belle; ad es: quando sei dopo la seconda boa,acceleri e ti ritrovi ancora forte, superi un avversario e te li berresti tutti, quando ingrani come una locomotiva e non ti ferma + nessuno, o anche quando nella tonnara iiniziale riesci a nuotare in parallelo con altri e non cedi di un centimetro...
    A volte serve anche lasciare a casa il crono e tornare a fare attività senza condizionamenti solo per il puro gusto di farlo.
    P.S. nel 2012 (ma se Segrino va bene forse anche nel 2011) farò il mio primo IM; lo facciamo insieme? Parliamone... Riccardo
  • mauro 20/07/2010 alle 12:53:10 rispondi
    non hai bisogno
    non hai bisogno di nessuno che ti consoli. Dentro di te sai già cosa fare. Sei un grande, Massimo!
    In bocca al lupo per la prossima
    mauro
  • BikeMan 20/07/2010 alle 14:03:22 rispondi
    solidarietà
    Ciao massimo,
    non ti dirò cosa fare cosa non.
    ma semplicemente che la sensazione di affano paura e di non arrivare più o meno intensa accomuna tutti grandi e piccoli nuotatori a me capita nei primi 7 minuti di ogni gara, (ed avendo iniziato nuoto agonismo a 6 anni, mi posso definire un recidivo). Per combattere la paura non c'è una soluzione una ricetta ognuno deve trovare la sua via...probabilmente molto simile a quelle che hai utilizzato in passato per altri problemi simili in ambienti ostili, che sia nuotare fino a farti venire le squame, recitare un mantra e astrarti o razionalizzare.
    In ogni caso grazie per lo spunto di riflessione, io ho trovato il mio modo in una traversata Lecco-Malgrate l'anno scorso. Quest'anno rifanno il 4 Settembre se vuoi cercarlo li pronto a farti compagnia.
    fab
  • tridemonio 20/07/2010 alle 14:24:16 rispondi
    Mai Demordere
    Come dice giustamente IronMax, fare un IM è tre cose:

    - iscriversi e prepararlo
    - avere il coraggio di presentarsi alla linea di partenza
    - correrlo

    Hai compiuto più di metà del viaggio e una giornata storta può capitare a tutti. Quindi, come ben dici tu, guardiamo avanti e ricominciamo!

    Quanto hai messo in cascina quest'anno sarà il viatico per prenderti una grande soddisfazione, che dista circa solo 230 km, oramai!

    Se tu hai deciso che ne valga la pena, niente potrà fermarti.
  • Tortellone67 20/07/2010 alle 16:08:17 rispondi
    Sono molto dispiaciuto ...
    ... e capisco l'amarezza che, nel mio piccolo ho vissuto il 26 maggio scorso al momento della diagnosi ....
    Ma, stai sicuro, ripartirai più forte di prima e l'anno prossimo potremmo nuotare fianco a fianco all'Elba ...
    Non mollare!!!!
  • saracche 21/07/2010 alle 10:04:33 rispondi
    Massimo
    ti sono vicina, ti capisco....
    non Mollare, ci ho pensato tante volte anch'io quest'anno dopo l'infortunio, gia' prima non ero una lippa come tutti sanno e ora e' peggio che mai, ma ho voglia di provarci ancora e lo faro' fino a che sentiro' dentro la voglia di provare a me stessa che ce la posso fare anche io, nel mio piccolo, a trovare delle soddisfazioni nello sport.
    :-)) angy
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