Monza Resegone: la trinità

Gara fantastica, grande pubblico, ottima organizzazione e super macchina d'appoggio....ed il tempo un po' infausto a rendere ancora piu' bella la nostra sofferenza fino alla vetta.
Per me era la prima esperienza alla Monza Resegone, e devo dire che l'insieme di emozioni che vengono suscitate da questa gara è veramente una cosa difficile da spiegare... veramente fantastica esperienza...
Un grandissimo complimento ai miei due compagni di avventura: Agnese, che era addiruttura alla sua prima maratona, è stata davvero fantastica, sembrava un motorino, non si è mai lamentata e non ha havuto nessun calo per tutta la gara; ed Antonio, vecchia volpe delle corse, sempre prodigo di consigli e grande stratega della ns gara. io avevo il compito di tenere d'occhio l'andatura fino all'inizio della grande salita, visto che avevamo pianificato una media di 5.30 al km.
Spinti dall'incitamento del pubblico allo start, siamo partiti abbastanza veloci per poi rallentare dopo un paio di km e portarci un filo sotto la media programmata, andatura che abbiamo tenuto abbastanza costante fino al 20° km circa (anche se devo confessare che ho barato un po' con i miei soci sulla media che stavamo tenendo, dichiarando qualche secondo in piu' rispetto alla realtà). Dopo Calco, abbiamo lasciato andare le gambe nel lungo discesone ed abbiamo abbassato la media ancora di qualche secondo, raggiungendo anche una squadra mista che ci aveva superato in partenza, dopodichè abbiamo cercato di rallentare per ritornare un po' piu' in linea con la media prefissata, obiettivo che cronometro alla mano non abbiamo raggiunto, forse ormai in preda alla trance agonistica, arrivando a Calolzio con una media di circa 10 secondi inferiore al ns programma.
a Calolzio abbiamo fatto un super pit stop grazie alla nostra fantastica macchina di appoggio capitanata dal dottor Walter Valli, e siamo ripartiti dopo pochissimo verso l'inizio della salita per Erve, e secondo me qui abbiamo iniziato la ns vera gara.
Durante la salita per Erve abbiamo intervallato una corsetta costante a qualche camminata spedita, arrivando in paese ancora abbastanza freschi e carichi per affrontare l'ultimo pezzo verso il rifugio, grazie anche al grande incitamento del pubblico di Erve.
La salita verso il rifugio è stata la parte piu' faticosa ma nello stesso tempo piu' affascinante, con la pioggia che bagnava sempre di piu' le nostre magliette e rendeva le rocce molto scivolose, e con quelle lucine delle altre squadre che si vedevano salire nell'oscurità della montagna.... che spettacolo....comunque abbiamo continuato in modo veloce e costante, con un passo svelto e determinato, senza avere cedimenti significativi e continuando ad incitarci a vicenda che saremmo arrivati di lì a poco. andiamo avanti quasi per inerzia in questa salita che sembra non finire mai, che ti storta le caviglie e ti indurisce i muscoli, ed arriviamo finalmente all'ultimo ristoro, dove ci dicono che siamo quasi arrivati al rifugio.
La mia mente inizia a gioire perchè sento che la fine è vicina: infatti dopo qualche minuto di ulteriore sofferenza compare dal nulla il rifugio, ci prendiamo per mano ed arriviamo, stanchi, infreddoliti ma felici.
L'arrivo coincide in me anche con il calo dell'adrenalina che avevo in corpo, e la stanchezza mi colpisce di colpo come un treno in corsa: ho freddo, ho i brividi e mi sento la febbre, le mani sono bianche come un cencio, provo a nutrirmi un po' ma non riesco a riprendermi.
Decidiamo allora di scendere e finalmente inizio a sentirmi meglio, mi passa tutto ed inizio a riempirmi di gioia per quello che siamo riusciti a fare, per la bellezza ed il fascino di questo percorso, per il calore della gente che sente la tua fatica..... che bello.....che spettacolo.... che esperienza.... sono felice
grazie di tutto.....e complimenti a tutti i partecipanti...
Roberto