La prossima volta corro!

La mezza maratona più faticosa della mia vita.
Posso dirlo senza ombra di dubbio. Cosa sarà mai correre per un'ora e tre quarti tra gente sorridente (magari un po' sudata, ma affabile e cordiale) rispetto a passare due ore e mezza tenendo a freno - letteralmente, con le mani appoggiate sul cofano - macchine con i clacson impazziti?

Ieri mattina ero molto fiera della mia giacca a vento d'ordinanza arancione sgargiante, quando mi sono posizionata con Enrica Seminari in piazza Giovanni XXIII, all'angolo con via Vincenzo Monti.
Poi, un po' alla volta, la divisa d'ordinanza ha cominciato a diventare pesante: metti le transenne; sposta le transenne; coordinati con il vigile altrimenti rischi di trovarti nell'occhio del ciclone proprio quando lui dà il via libera alle auto; respingi (dapprima garbatamente) tutti quelli che provano a passare esibendo improbabili tesserini; spieghi (sempre abbastanza garbatamente) che non si può fermare la gara per lasciare passare le macchine; cerchi di fare il muso duro quando un automobilista prova a investirti e fa rombare il motore a mezzo centimetro dalle tue ginocchia.

Poi, all'improvviso, le urla: una signora in preda ad attacco isterico si mette a piangere sostenendo che aveva un appuntamento improrogabile. Altri scendono dall'auto e le danno manforte. Il vigile sta sclerando, insulta tutti e minaccia sfracelli.

La gara? Non riesco a vedere nulla...Gli amici mi sfilano davanti e io non me ne accorgo...avevo promesso di fare il tifo, e invece...

Poi, altre urla: sono Nonna Abelarda e la Strega Nocciola. Due vecchiette piccole e rinsecchite, a bordo di una Fiat 126 decrepita e sbullonata. Non ci stanno, ad aspettare ancora. Scendono dalla macchina, e si piazzano in mezzo alla strada cercando di "fare barriera" ai podisti. Per ripicca. Una dice: "Ecco, vediamo un po' cosa succede se adesso sono io a fermare loro...". Mi precipito in mezzo per cercare di tirarla fuori dalla mischia: rischia di essere travolta e calpestata...La prendo per un braccio e provo a spingerla ai bordi della strada. Mi becco un rosario di insulti e non ottengo nulla. "Giù le mani, maleducata, non ci provi a toccarmi!!!". Per fortuna, al vigile va meglio: la blandisce e riesce ad allontanarla. Lei bofonchia: "Sì agente, con lei vengo. Lei è gentile, non come quella là..." (che sarei poi io). Ma una volta risalita in macchina, la vecchietta terribile dimentica ogni remissività e avvia il motore diretta sulla folla. Il vigile riesce a bloccarla, ma alla fine si rassegna a cercare un varco per farla passare.

Clacson, urla, improperi. Il traffico è impazzito. I podisti passano rispondendo per le rime. Un automobilista sgasa sull'acceleratore minacciando di forzare il blocco, e si becca una manata sul cofano da un runner nerboruto. Il runner prosegue la corsa, l'automobilista scende e se la prende con noi.

Quando passano gli ultimi podisti, siamo tutti esausti. Riesco finalmente a vedere uno dei nostri: il Compa che zampetta sorridente. Ormai i varchi sono sfondati. Si passa un po' per uno: due runner e tre auto, cinque runner e tre scooter, tre runner e due tram...

Torno a casa e vado a dormire. Ma dov'era la festa?