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Cronaca di un ritiro

Inserito da paulrunner il 26/05/2010 alle 12:38 nella sezione strada

Venerdì 26 marzo: finalmente dopo oltre un anno di rinvii (causa gare), 5 giorni dopo la 100 km di Seregno mi faccio asportare la safena, spero di aver calcolato bene i tempi di recupero, ma intanto starò fermo 4 settimane.

Sabato 24 aprile: primo allenamento, un po’ timoroso chiudo 10 km in 52’30”. Si ricomincia, ma devo cancellare la 50 km di Romagna (è il giorno dopo!) e, per precauzione, anche il trail le Porte di Pietra (troppo impegnativo) perchè il 22 maggio c’è Lei, la più lunga gara in linea italiana (su strada), definita dal suo padre-padrone Mario Castagnoli "Il sogno": è la Nove Colli Running.

I dati: 202 km, di cui 90 km di salita con 3200 metri di dislivello, tempo massimo 30 ore. Nelle 4 settimane successive causa pioggia e lavoro metto assieme a malapena 100 km di allenamento: sarĂ  una gara bellissima!

Sabato 22 maggio: 110 iscritti, 96 partenti tra cui alcuni azzurri della 100 km e della 24 ore. Si parte dal bel porto-canale di Cesenatico, a fianco delle storiche barche da pesca e del Museo della Marineria. I primi 21 km sono ad andatura fissa (6’/km) per tutti, poi alla prima salita nuova partenza e liberi tutti (di rallentare ovviamente...).

Giornata di sole, calda, incrociamo centinaia di ciclisti che il giorno dopo parteciperanno in 12.000 alla mitica Gran Fondo sullo stesso percorso. Si chiacchiera di ultra ed imprese varie in mezzo mondo, dai ghiacci alle sabbie.

Io sono già stanco in questa lunga e soleggiata pianura inframmezzata di abitazioni e rondò: ho deciso che camminerò in salita cercando di correre sempre in discesa ed in piano, ma capisco di essere veramente impreparato. E’ un percorso molto duro perchè combina asfalto, sole, lunghezza e strappi continui, un classico mangia e bevi accentuato dalle pendenze (anche del 16%), salite e discese si spezzano a loro volte in microsalite e microdiscese che complicano il ritmo ed il morale.

Il paesaggio però è bellissimo, mai avrei immaginato che le ordinate file allineate e coperte di case ed alberghi del litorale adriatico potessero divenire un entroterra così verde, punteggiato da piccoli borghi. Percorriamo quasi sempre provinciali semi-deserte a parte le macchine di un’organizzazione efficientissima ed in perenne movimento.

Fa molto caldo, all’84° chilometro faccio i conti di aver già bevuto quasi dieci litri di acqua oltre a banane e fragole in quantità. Al 50° chilometro passo bene e mi raggiunge in macchina un altro UltraRoad, Paolo Queirolo, fermato da un problema tendineo a pochi giorni dalla partenza ma venuto ugualmente con la famiglia, una faccia amica.

Scende la sera, notte stellata e luna a tre quarti, piccole nuvole di lucciole si staccano dai bordi della strada ed entrano nel fascio della mia frontale. Sono sempre piĂą solo, meno di 100 partecipanti significano distanze enormi tra i vari concorrenti, ho tempo per pensare e continuare a parlarmi, ho tempo per i ricordi, le memorie, le paure ma anche per le speranze e le attese di un futuro sempre nuovo.

A 500 metri dalla cima del 4° colle, il Barbotto, ho una crisi ipoglicemica, in questi ultimi sei tornanti strettissimi e ripidi praticamente mi fermo, faccio fatica a mettere un piede davanti all’altro, guardo smarrito il passo, il traguardo (valido per il Grand Prix Iuta) ed il ristoro ma non riesco a raggiungerli. Poi arriva una concorrente e riesco a seguirla a fatica sino all’arrivo.

Ce l’ho fatta, anche questa volta la squadra UltraRoad ha guadagnato dei punti, se no che capitano sarei? E’ anche il canto del cigno però, il ristoro è pantagruelico ma freddo, stanchezza e, soprattutto, mancanza totale di allenamento mi presentano il conto.

Riparto dopo più di mezz’ora e capisco subito che è finita: ondeggio in totale solitudine da una parte all’altra della strada, cammino anche in discesa, sono in trance ed impiego due ore e mezza per fare 17 chilometri: ero tra i primi 40 al Barbotto e adesso ho solo 10’ di vantaggio sul tempo massimo.

La mia gara finisce dopo 101 chilometri con un giusto ridimensionamento delle mie ambizioni.

Un solo pensiero: mancano solo 364 giorni perché "Il mio sogno" si avveri.

Sto arrivando.

Paolo Valenti

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Commenti
  • varotto 26/05/2010 alle 18:47:13 rispondi
    caspita
    Che racconto incredibile. Da brividi e molto trascinante.
    Complimenti in ogni caso e auguri.

  • Franz.Rossi 27/05/2010 alle 07:14:19 rispondi
    Si dice sempre
    Si dice sempre che ci vuole coraggio anche a fermarsi.

    Conoscendoti c'è stata una sana inconscenza a partire, anche se ti siamo grati per i punti IUTA portati a casa.

    La NoveColli Running è una gara monstre, non tanto per la lunghezza (che è già impressionante) ma per le salite e il terreno. Partire è stata già un'impresa.

    E il racconto, come sempre, ti fa rivivere ogni istante.
    Grande Paolo
    Franz
  • roberto arti 27/05/2010 alle 09:25:51 rispondi
    Ne abbiamo parlato in Sede
    sei una bestia! :-)

    Grande Paolino
  • saracche 27/05/2010 alle 09:36:39 rispondi
    Paolo
    ho letto con attenzione il tuo racconto che ho trovato bellissimo, ti auguro di realizzarlo il tuo sogno, ma sono quasi certa che ce la farai la tua determinazione e' grande e poi sei o non sei il Capitano....!!
    COMPLIMENTI
    Angy
  • tridemonio 27/05/2010 alle 10:29:45 rispondi
    Incredibile
    Ho fatto la Nove Colli "banalmente" in bici e ricordo che dopo aver domato l'ultimo colle, piuttosto stremati tornavamo in gruppetto verso Cesenatico e vedevamo degli "spettri" con un qualcosa che somigliava ad un pettorale camminare lungo il percorso. E chiedendo chi fossero mi era stato risposto: "Sono quelli che se la fanno di corsa, sono partiti IERI".

    E' pazzesco il solo pensare di farla a piedi.

    Massimo rispetto per aver domato il Barbotto, ricordo nitidamente ciclisti che, alle sue pendici, si facevano il segno della croce sperando di cavarsela (oltre al tifo da stadio al GPM)... e quanto mi abbia fatto pagare il conto, tre colli avanti.

    Ha ragione Franz: già solo concepire di poter raccogliere una sfida del genere e partire è un successo.

    Chapeu!

  • pietrolandriani 27/05/2010 alle 15:16:14 rispondi
    un sogno
    Caro Paolo,

    è bellissimo leggere i tuoi racconti, qui mi hai fatto pensare ad un pezzo di Sven Lindqvist che tengo vicino
    per riflettere : "... E' un vecchio sogno, che tratta del potere modellante dello spirito sulla carne. Nel corpo, la volontĂ  cerca di controllare vita e destino per raggiungere la bellezza. Ma esisterĂ  davvero un essere che non sia stato minimamente toccato dalla volontĂ  modellante dell'io ? Me lo domando. Noi siamo tutti nostre creazioni. ..."

    Con grande ammirazione, pietro.
  • sgiannetti 11/06/2010 alle 12:29:24 rispondi
    Bravo paolo
    Ciao Paolo,
    un grande sogno è sempre meglio di un triste realismo .
    Per i 200 Km forse avevi poche speranze ma hai comunque corso una 100 km con un percorso impegnativo al massimo .
    Il tutto reduce da due mesi tribolati .Non è poco .
    La sfida come dici tu continua ....la strada è ancora lunga .
    Ciao.

    STEFANO



      


      
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