Come promesso...

..."tanto bel fango da portare a casa attaccato alla bici e alla schiena", ma non solo, anche negli occhi, nelle orecchie, nelle scarpe, nelle mutande... Tanto bel fango, che, una volta indurito, è diventato cemento e ha bloccato gli organi (meccanici e non) dentro a cui si trovava.

Questo è quanto è successo in queste due gare (Mombello, 15 giorni fa, e Retorbido ieri), funestate dal maltempo.

Ieri in verità era una bellissima giornata, calda e soleggiata, da body slacciato a rischio di ammonimento, ma le piogge copiose dei giorni scorsi hanno reso il percorso, in sé privo di difficoltà, in un pantano impraticabile.

Il fango bloccava le ruote, facendo un tappo fra telaio, pattini dei freni e copertoni, e, quando le ruote smettevano di girare, bisognava caricarsi la bici in spalla, con attaccati 10 chili di fango, e avanzare scivolando. Una volta usciti dal pantano, bisognava fermarsi, cercare di togliere il cemento a presa rapida dalle ruote bloccate e ripartire.

Chi aveva la MTB coi freni a disco ha sofferto molto meno, in quanto il tappo di fango in corrispondenza dei pattini-freno non si formava, ma altri problemi si presentavano col cambio, che si bloccava, e con la catena, che saltava da un pignone all’altro, in quanto il fango era impastato con pezzi di legno, erba e sterpaglie, che si incastravano fra la catena e le ruote dentate o si attorcigliavano intorno alle rotelle del deragliatore bloccandole.

Nella bici di Luisella a Mombello il fango è penetrato addirittura nella ruota libera, che si è bloccata, e quindi, ogni volta che smetteva di pedalare, la catena si incastrava e la bici si inchiodava. E’ stato necessario lo smontaggio del pacco dei pignoni per sbloccare la ruota libera. Questa è stata la ragione del suo ritiro.

Dopo Mombello il nostro PierSasso ha pensato bene di non ripetere l’esperienza (peccato, ti saresti divertito).

In conclusione, cari triathleti che non amate i duathlon-MTB, AVETEFATTOBENEARESTARVENEACASA !!!

A presto

Luis & Gian