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100 Km, viaggio ai confini della fatica
Inserito da sgiannetti il 23/03/2010 alle 20:00 nella sezione strada
Ciao Road, non sono passate che 48 ore e poco più dall'ultimo chilometro della 100 della Brianza, la mia ottava esperienza sulla distanza, e passata l'adrenalina sto mettendo ordine alle idee, alle emozioni e sensazioni vissute ieri.
Senza ombra di dubbio ritengo la gara di ieri la mia migliore 100 sia in termini di prestazione, poichè ho colto il mio record, che in termini di impostazione della gara.
Tutto si è svolto come avevo desiderato e previsto!
Io amo questa distanza; si pensi che corro dal 1998 e nel 2002 ho fatto il mio primo Passatore! Credo non ci sia nulla di più stimolante che correre per 10 ore cercando di vincere la fatica, l'usura fisica del gesto ripetuto all'infinito, la sfida mentale di rimanere positivi con se stessi e con il proprio fisico per tutto il tempo.
Non ci sono le sensazioni del trail come paesaggi, ma rimane la cifra tecnica della sfida al fattore tempo/distanza.
Avevo deciso di partire come l'altr'anno sul piede dei 5 -5,10 al mille e così ho fatto: dopo i primi metri e aver salutato Franz, i Road ultra, Baldon e altri mi sono trovato alla mezza in 1 ora e 46 minuti e subito dopo ho raggiunto un gruppo di corridori con i quali ho condiviso circa 25 chilometri di percorso.
E un gruppo veramente importante costituito da due nazionali della 24 h (Barrichello e Baggi), un loro compagno, un amico impegnato solo a fare metà gara; sono impegnati in un lungo di allenamento che intendono chiudere in scioltezza e in progressione intorno alle 9 ore!
Ho corso con loro quasi tre ore, tra racconti di gare fatte, scambi di esperienze, battute e motteggi vari apprezzando il loro approccio sereno e disinvolto alla distanza ma anche ammirando la loro tecnica di corsa leggera.
Tra una battuta e l’altra si rimane sempre sul pezzo, ottimizzando anche i tempi ai ristori per fermarsi il meno possibile: su questo punto anch’io avevo stabilito di essere più attento e ho portato con me un portaborracce alla cintura con acqua mista a enervitene che mi consente di bere quando ho voglia ed essere autosufficiente..
Quest’aspetto è da rimarcare bene; ci sono 20 ristori in 100 km e in certe giornate come questa, se ne possono saltare almeno cinque o sei, se si stà bene e con un pò d’acqua con sè, evitando anche il doloroso riprendere l’andatura dopo la sosta e guadagnando minuti preziosi per chi cerca il personale.
Al 45 km un accelerata e via i miei compagni d’avventura sgasano e mi lasciano solo: poco prima abbiamo raggiunto Paolo partito come un razzo e ora in fase di rallentamento; lo incito a gran voce. Ora si dipanano davanti a me altri 50 km di fatica e solitudine e soprattutto il “muro” dei centisti che si colloca tra il 65 e il 75 Km fase nella qual sei già stanco ma troppo lontano dalla fine per avere la certezza di poter arrivare. Mi accorgo comunque che la gamba gira bene, rotonda e distesa, gli appoggi sono ancora in spinta e quindi con due passaggi sotto l’ora dai 50 ai 75 km mi presento al secondo ingresso del Parco di Monza.
Qui visto che il meteo dà pioggia per il pomeriggio decido di prendere dalla sacca una maglia maniche lunghe e un cappello e via nel nulla desolato del Parco in un uggiosa giornata di inizio primavera.
Ora la mente deve fornire al corpo le motivazioni per continuare, deve scacciare ogni pensiero negativo e qui nel silenzio assoluto il rombo dei motori dell'autodromo dà una sferzata di energia positiva.
Sul rettilineo che immette all'uscita circa all'84 km la voce amica di Robino in veste di tifoso Road mi sprona. Ci siamo si beve e si ingolla qualcosa al terz'ultimo ristoro: ora voglio correre a 10 all'ora e quindi è facile fare i conti, in un ora e mezzo sarò al traguardo in 9 ore e mezza.
Mentre ripeto come un mantra, mezz'ora ogni cinque Km, all'orizzonte scorgo una coppia di podisti molto più lenti e quindi il morale è alto; presto li passo, sono ormai ai confini di Seregno. Ho già deciso come in tutte le altre esperienze sulla 100 di saltare l'ultimo ristoro nonostante mi chiamino a gran voce come sirene tentatrici. Via sono nel centro storico di Seregno, blocco unico di mente e corpo, non sento non vedo i passanti, sento solo i passi sotto di me, visualizzo la pianta dei piedi e mi ripeto stacca i passi spingi in alto bene, stai dinamico sul tronco. Una serie di curve immettono nell'ultimo viale poi si svolterà a sinistra; lo percorro in mezzo alla strada, ormai l'adrenalina corre veloce e sta inondando la mente, il gps segna all'ultimo duemila 11,5 KM all'ora.
Sono nel parco della Porada, ultimo km, orgasmo mentale striscione d'arrivo, percorro a larghe falcate l'ultimo tratto, grido di liberazione e gioia.
Medaglia al collo, telo d'argento mi volto per guardare il tempo sul cronometro in alto ma lo assaporo già da 9 ore! Miglior tempo della mia carriera, ancora una volta la mente si è imposta.
Concludo e dico: provate la vittoria più grande sarà sorprendere e spostare i vs. limiti.
Stefano Giannetti

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Paolo