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![]() La mia prima 100Inserito da Franz.Rossi il 22/03/2010 alle 09:47 nella sezione strada
Un buon cronista dovrebbe saper dividere le sensazioni derivanti dalle esperienze personali dai meri fatti e raccontare questi ultimi.
E poi riprendo la storia, avvisandovi fin d'ora che è bella lunghetta. Domenica 21 marzo, primo giorno di primavera, il cielo è grigio in quel di Seregno e la nebbiolina è indecisa se trasformarsi in pioggia o se restare acqua nebulizzata. In 260 (tanti i partenti, anche se solo 170 taglieranno il traguardo) gironzoliamo presso il centro sportivo Porada, esorcizzando con battute e sorrisi il timore (nel mio caso) o il rispetto per la gara che stiamo per affrontare: la 100km di Seregno. Vale per il campionato italiano assoluti e master, ma noi lasciamo a Calcaterra & C. l'ingrato compito di fare le strategia sugli avversari, noi ci accontentiamo di sopravvivere (nel mio caso) o di puntare ad un tempo migliore per chi questa distanza l'ha già corsa. Il palazzetto è affolato di atleti e amici venuti qui a dare sostegno morale. Il gruppetto dei sette Road (di cui in tre al debutto) è tutto presente, salvo Gianluca che sabato si è attardato fino alle 2 in discoteca e che arriverà giusto in tempo per la partenza. A sostenerci Pietro con il suo immancabile sorriso (che poi andrà a Milano a correre la mezza) e Daniela che si è offerta di farci da lepre per i primi 20 km. La partenza della gara è rilassata come non mi era mai capitato. Nessuna fretta di guadagnare una posizione o due, nessuna angoscia di non riuscire a mantenere il ritmo prefissato, un sano cameratismo nell'aria, con gli esperti che danno gli ultimi consigli ai "boccia". Subito prima della partenza rivedo Lorenzo Trincheri che ha intenzione di fare solo 70km in preparazione alla Marathon des Sables che ci sarà tra due settimana. Ci salutiamo e mi augura "buon viaggio" che è lo stesso saluto che ci scambiamo con la Compagnia dei Viaggiatori. Mi sembra un segnale positivo (a che piccole cose il nostro animo si appende!) che si somma ai consigli ricevuti sabato da Claudio Sterpin in una telefonata capitata per caso: le conicidenze non esistono? Bando ai pensieri new age, qui c'è una gara da fare! Daniela è entrata tra i corridori dopo un centinaio di metri e ha preso posto davanti a me. Non ho bisogno di pensare, basta che la seguo al suo ritmo e i primi 20 se ne andranno senza stress psicologici. Il mio programma è semplice: seguire Daniela fino al 20esimo, aumentare un po' quando lei si fermerà per passare il 50esimo (il primo giro del percorso) sotto le 5 ore. Da lì affrontare la gara vera (per me), quella che mi porterà a difendermi dalla fatica nella zona che non conosco. Ho già affrontato gare lunghe, ma tutte in montagna dove lo sguardo si perde verso le vette, la fatica si diluisce nei panorami, l'assetto di corsa cambia continuamente e il passo e la corsa si alternano seguendo i ritmi del terreno. Qui a Seregno mi aspettano 100km di asfalto, tutti da correre. Abbiamo lasciato PierMario già nei primissimi chilometri, ci alterniamo con Paolo Q. e Paolo Baldon (un ex RRCM che spesso corre con noi), Marco è filato avanti ad un ritmo di 5'45"/km mentre Paolo V. (come al suo solito) è volato nei primi km a ritmi da maratona. Stefano Giannetti, tra i nostri l'unico che punta a scendere sotto le 10 ore, è partito determinato al suo passo. Di Gianluca abbiamo perso le tracce dopo il primo km. Scherziamo e corriamo. Io ho fatto partire la scatola nera. Sto registrando ogni sensazione della gara e del percorso perché voglio averli ben chiari quando ripercorrerò il secondo giro. Impariamo a conoscere le altre persone che corrono con noi, in particolare c'è Gianluigi (Gigi per tutti) un atleta dei Marciacaratesi che viene salutato con entusiasmo ad ogni incrocio. Siamo anche entrati in simpatia di due cameraman che da un furgone con la scritta "ciclimo rosa" ci riprendono ad ogni ristoro: probabilmente vedere una ragazza che guida un gruppetto di una decina di uomini li incuriosisce. Passiamo la mezza, il mio crono dice 2:00, appena appena più veloci del previsto. Daniela ci saluta. Cerco di tenere un passo tranquillo, ma al 24esimo c'è una discesa che ti porta dentro il parco di Monza e le gambe girano. Ristoro del 25esimo, mi obbligo come sempre a bere anche coca e mangiare qualcosa. Devo nutrirmi anche se non ho fame. Riparto, sono solo, ma dopo qualche centinaio di metri mi affianca Michele Melacarne del Montagnetta Skyrunner's Team. E' un trailer con cui condividiamo la passione per la montagna, ha un passo decisamente più veloce del mio (probabilmente stavamo viaggiando intorno ai 5'20") e per poter chiacchierare con lui proseguo a quel ritmo fino al ristoro successivo, da cui scorgo Marco e Paolo Q. che proseguono al loro ritmo. Saluto Michele e mi metto in scia dei due "esperti delle 100". A quanto pare, però, le gambe non ne vogliono sapere di rallentare. Dopo un paio di km corsi con Marco, seguito da Paolo allungo di nuovo. Riprendiamo Michele e lo lasciamo indietro, arriviamo al 30km dove si ricongiunge il percorso della maratona (che nel parco di Monza faceva 8km di meno). Una breve digressione sulla segnalazione chilometrica: l'Organizzazione (ottima in ogni suo aspetto) aveva segnato il percorso ogni due km, per cui trovavi il cartello con scritto 2-52 e quello successivo 4-54... e via così. La cosa era abbastanza curiosa, tu passavi il cartello del 30 e ti rendevi conto che la seconda volta saresti stato all'80esimo. Anche da un punto di vista di calcoli era tutto molto facile. Io usavo i 10km/h come riferimento (6'/km) al 30esimo dovevo passare in 3 ore, all'85esimo in 8 ore e mezza, insomma tutto molto immediato. Al contrario, ovviamente, c'era il fatto che eri al 75esimo e sapevi che, se tutto andava bene, ti mancavano ancora due ore e mezza... Continua la progressione con Paolo Q. Intorno al nostro 40esimo veniamo raggiunti dal primo atleta della maratona, seguito a breve dal secondo, mentre il terzo e il quarto stanno ancora battagliando. Ne compariamo lo stile e la velocità, siamo in una tribuna d'onore: quando mai ci capiterà di essere negli ultimi km di una maratona al secondo posto? Incrociamo Filippo Stucchi che è venuto a tifare. Ci accompagna per qualche centinaio di metri. Dopo un sottopassaggio e una ponticello sulla ferrovia arriviamo al ristoro del 45esimo. Guardo incredulo il 95 che fa coppia con il 45 e penso a come arriverò nel pomeriggio a quel ristoro. Ma si riparte subito, ci aspetta la passerella per il centro di Seregno (molto bella, l'unico posto dove c'è davvero pubblico), e poi gli ultimi km prima di finire il giro. Al 49, con già lo striscione a vista, ci obbligano ad un km all'interno del parco di Seregno (dove si disputa anche la 6 ore di Seregno). L'unica cosa che riesco a pensare è che al secondo giro devo essere preparato a questo extra sforzo. E finalmente è il 50esimo. Al ristoro vediamo che Marco ci segue a poche decine di metri. Ripartiamo cercando di esorcizzare la fatica. Dentro di me penso a come sentivo leggere le gambe quella mattina nello stesso punto. Incrociamo Luca Speciani che ci accompagna per qualche metro e poi torna alla partenza. In lontananza vediamo Paolo V. che sta camminando. Lo raggiungiamo e lo esortiamo. Il nastro che avevo registrato nella mia memoria si sta svolgendo e rivivo tutti i passaggi del mattino: il ristoro del 5 (ora 55) cui non mi ero fermato; la curva secca a sinistra e l'inizio della salita (la mattina ero salito agile, adesso le gambe pesano); la curva con il volontario che ci obbliga ad allargare prima del 15esimo km (ora sono 65). Ad ogni ristoro ripartire è un po' più doloroso. Mi sento goffo come un pinguino, i quadricipiti sono indolenziti e per un km buono dopo ogni sosta non ne vogliono sapere di andare, così invece di correre mi trascino con poco stile. Ho in mente il consiglio di Claudio Sterpin: Franz mai camminare, magari corri a sette al km, ma corri. Il gesto della camminata, se non sei un marciatore, ti frega. E io da bravo soldatino mi impongo sempre di correre. Adesso l'obbiettivo è solo il prossimo cartello. La mente corre avanti e mi dice "dai che tra un po' c'è il parco di Monza", ma io la obbligo a stare con i piedi per terra e ripeto tra me e me, come in un mantra, il numero del prossimo chilometro. Dopo il 20esimo (ora 70) c'era la mezza. Ma hanno sbaraccato il tappeto dopo il passaggio della maratona. Così salto avanti al cartello del 72 e poi il 74 e poi la discesa e il parco di Monza. Ho lasciato Paolo Q. e mi raggiunge Marco. E' ancora in bella spinta. Indossa una maglietta in cui ricorda un amico, Angelo, prematuramente scomparso. Ad ogni ristoro mi fila via nel primo km, poi per due km lo tengo nel mirino e nei due successivi lo riagguanto. Funziona all'80esimo ma non all'85esimo dove lui prosegue al suo ritmo mentre io sto calando inesorabilmente. Un po' prima dell'84esimo trovo Robino e Stefano venuti ad incitarci. Corrono con me un km, e poi tornano indietro a recuperare gli altri. E' un momento di relax nella fatica che adesso si fa sentire. All'88esimo trovo GianPaolo che mi offre della coca e mi spinge a pensare alle 10 ore. Incredulo faccio due conti: se riuscissi a tenere i 6'/km fino in fondo finirei una manciata di secondi prima delle 10 ore. Sarebbe un traguardo incredibile. Fino a stamattina pensavo solo a finire in meno di dodici. Ma devo concentrarmi e risparmiare ogni secondo. E qui faccio l'errore (forse l'unico) della gara. Al ristoro del 90esimo non mi fermo. Mi dico sono solo dieci km, non ho fame ne' sete, posso andare a chiuderla così. Dopo due km vado a sbattere direttamente contro il muro: gambe vuote. La sensazione che ad ogni appoggio il quadricipite si sgonfiasse del tutto. Sfiga vuole che è il pezzo con un paio di salite. La testa è ancora forte, e mi impongo di ripartire. Ma niente da fare. Devo camminare ancora un po'. Uso il vecchio trucco degli obbiettivi (al semaforo si riparte e si corre) ma anche così miseramente fallisco. Paolo Q. mi recupera e mi incita, ma non ne ho davvero più. Devo camminare. Provo a correre un po' su una discesa, ma alla salitella che segue cedo di nuovo. Finalmente c'è il ponticello e oltre so che c'è l'ultimo ristoro. Insieme al ristoro, al 95esimo trovo anche la lieta sorpresa di Mauro che è sceso a tifarci. Mi dice che devo andare che sono a buon punto. Io mangio zucchero e bevo the caldo, e riparto in scia a due ragazzi che mi avevano superato nel frattempo. So che tra breve c'è il passaggio per Seregno e poi ancora un paio di km e poi il parco e poi finalmente l'arrivo. Guardo il crono, a questo punto l'obbiettivo è stare sotto le 10.30. Affronto la piazza, la gente incita, un signore mi dice: "vai che quello davanti è in difficoltà, lo stai per prendere". Gli sorrido, ma l'unico sentimento che ho nei confronti del fratello lì davanti è di solidarietà. Quando lo raggiungo lo incito ad unirsi a me. Ho ripreso ad andare e sto spingendo. Le gambe hanno nella loro memoria le sensazioni della cavalcata finale di domenica scorsa a Treviso. Sto rivivendo le stesse sensazioni, anche se la velocità è molto minore. Prima dell'ingresso al parco c'è Pietro che mi incita e mi fotografa. Penso con curiosità a che faccia avrò in questa foto. Nel parco mi sembra di poter allungare. Guardo il cielo grigio e penso con stupore che ce l'ho fatta, ho corso 100km (con uno sconticino di qualche km al passo, è vero). Ultima curva, di nuovo Pietro e la sua macchina fotografica. Scivolo sul fango, è una staffilata all'adduttore, ma mi raddrizzo è spingo. Il traguardo è lì in fondo, meno di cento metri dopo 99,9 km. La speaker pronuncia il mio nome. Dopo l'arrivo, con la termica sulle spalle, ricevo i complimenti di Pietro e anche di Enrico e sua moglie che non si aspettavano di vedermi. C'è Ettore Brolo con Migliorini a rappresentare la Fidal, mentre Giorgio Molteni è ancora lì, a testa bassa, a far procedere l'organizzazione dell'evento. Mi avvio al ristoro. Scherzo con le signore e accetto con gratitudine la birra che Pietro è andato a comperare per me. Chiedo degli altri, incorcio Paolo Q e Marco (entrambi felici del loro tempo), incrocio Stefano che è campione sociale del Road, incontro Silvio che non perde l'occasione per immortalarmi in varie foggie (vedi la fototeca) e finalmente accolgo all'arrivo Paolo Valenti nostro lider maximo in questa avventura tra gli ultramaratoneti. E' contento della squadra, è contento del suo tempo anche se recrimina per il poco fondo. Mando un pensiero a PierMario e Gianluca, ancora sul percorso, ma vado verso l'auto: adesso voglio solo rientrare nella normalità. Accendo il cellulare, decine di sms di amici che mi augurano una buona gara o che chiedono come sia andata. Mentre torno a casa, telefono e racconto, racconto, faccio uscire tutte le sensazioni e i pensieri raccolti in queste 10 ore (e 18 minuti) di strada. Franz
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Questo, al di là delle sensazioni personali, è il primo commento che mi viene in mente: 7 partiti e 7 arrivati di cui tre esordienti (Nicolini, Rossi e Sasso), un terzo posto al campionato italiano di un esordiente sulla distanza (Piermario Sasso), un grandissimo quinto posto di Marco
Paolo Valenti
Non vedo l'ora di poterti vedere dal vivo per farti ancora i complimenti di persona.
ciao
Riccardo
Ho sofferto dal 50° in poi a causa dei dolori ai piedi, alle caviglie e, dopo il 70°, anche alle ginocchia: nelle salitelle mi toccava camminare e qualche centinaio di metri qua è là l'ho fatto camminando per alleviare la sofferenza.
Primi 50 km in 5,08 (1,00,30 ai 10; 2,00,30 ai 20; 3,00,15 ai 30; 4,04,00 ai 40); gli altri 50 in 6 e 38. Dal 50° al 58° (in salita) un'ora esatta; la maratona finale (58 - 100) in 5 e 38.
Belli gli ultimi 5 km attraverso il centro di Seregno con la gente ad applaudire: lì ho ritovato un pò di forze e grazie anche alla competizione con un mio pari età ho ripreso una media decente facendo gli ultimi due km in 10 minuti e accelerazione finale.
La mia corsa è stata condizionata dal fatto che - come mi succede perfino nei trail, dove il ritmo è più rilassato e l'ambiente circostante certamente non ti mette la fretta addosso - il mio stomaco si rifiutava di ricevere qualsiasi cosa: tant'è che all'85°, appena fuori dal parco di Monza, mi sono imposto di bere un tè caldo, ma l'ho vomitato due minuti dopo e sono arrivato all'arrivo senza prendere più nulla. Ho mangiato mezza confezione di pinoli attorno al 30°: poi non sono più riuscito a mangiare.
E' stata una bella esperienza, tutto sommato, anche se gare di corsa così lunghe mi creano problemi a piedi, caviglie e ginocchia francamente poco piacevoli. E poi, assai più che in maratona (dove almeno riesco a bere), lo stomaco mi si blocca e non riesco neppure più a dissetarmi: dopo il 60° persino l'acqua mi dava senso di nausea.
Stamattina fortunatamente il gonfiore ai piedi è sparito ma rimane l'indolenzimento di caviglie e ginocchia, specie facendo le scale. Anche lo stomaco non ne vuole ancora sapere di tornare a posto: ho inappetenza e un leggero senso di nausea.
Questi problemi mi creano difficoltà a immaginare di ripetere questa esperienza. In più temo che mia moglie prima o poi mi farà interdire.
Un saluto a tutti.
piermario
Detto questo, ho trovato la gara molto allenante soprattutto da un punto di vista mentale.
L'abitudine al trail mi ha preparato a stare sulle gambe per parecchie ore e ad alimentarmi a prescindere dal fatto che stia correndo. Anche se credo che in quest'ultimo tema c'entri una predisposizione naturale.
Anch'io ho provato una certa repulsione al cibo dal 50esimo in poi, anche perché c'era quasi esclusivamente roba dolce. All'80esimo mi sono scaraventato su dei pezzi di grana che ho ingollato mandandoli giù con dell'acqua frizzante.
Fisicamente sto bene: gambe indolenzite nella norma, zero vesciche, qualche abrasione sotto le ascelle... ma il prezzo vale il premio
Bravo Piter!
WilRoad!
a me continua a sembrare una "follia" correre per tanti chilometri ma evidentemente il viaggio di una 100 lascia sensazioni impossibili da immaginare senza correrla, e anche se le ho viste da vicino non ci provo più e vi rinnovo tutti i miei complimenti! Bravi!!!! Bianca
Emanuele.
Nelle vostre descrizioni ho rivissuto il mio Passatore dello scorso anno. Il Passatore mi tenta ancora.
W il team Road.
Isolano Motta
Per me era la prima volta e -come al solito- non solo non mi sono allenato adeguatamente ma per giunta mi sono presentato al via in perfetto ritardo (certo, Franz, potresti glissare su questo mio cronico difetto....! :-)) ).
Lo ammetto: sono una persona senza regole ma la corsa è bella per questo: la possono praticare anche i "viziosi" come me!
Alla prossima!
E complimenti sinceri a voi tutti,
Gianluca
che canticchiando camminavano per un chilometro, andando a lavorare.
Ci sono oggi 7 giganti,
che correndo, centuplicano la favola, come giocare.
Franz e tutti voi, complimenti, siete da fiabesco libro d'avventura, nella più bella biblioteca.
E complimenti a tutti muscoli dei vostri corpi, soprattutto quelli del sorriso.
ciaociao, m
A parte le battute...COMPLIMENTI DAVVERO ...CHE IMPRESA!!
veramente impensabile per un pippone quale il sottoscritto affronatereun'avventuradel genere, su due giri per giunta roba da vincere la voglia di ritirarsi ad ogni km del secondo giro.....pazzesco!
Franz devo dire che ti ho pensato un bel po', domenica.
e son contento per te ed il grandissimo Piermario.
Però adesso, come dice mia mamma, non fatelo più......(scherzo).
ciao
igna
io direi bravissimi siete stati veramente grandi,vorrei
realizzare anch'io questo sogno che sogno da tempo.
ciao a tutti . angelo felli
Complimenti a Pier per l'ottimo piazzamento e a tutti per aver tenuto alto il nome del Road in questa super-competizione.
Cristiano
Bravissimi tutti!!!
Donatella e Vincenzo