Un GRAZIE!!! lungo 3 ore e 19 minuti ...

Sapevo … o meglio avevo sentito dire … che avere un pacer (non mi piace chiamarla “lepre”) personale è un gran lusso.

Quando la primavera scorsa decisi di partecipare alla Maratona di Treviso per abbattere il muro delle 3 ore e 30 non sapevo ancora che il mio obiettivo sarebbe stato ben più impegnativo (a Firenze avrei poi fatto 3 e 27) e soprattutto che avrei avuto un pacer di tutto rispetto.

Quando poi Marco si è offerto non ci ho messo molto a fissare il nuovo “muro” da abbattere : 3 ore e 20 minuti.

Sapevo di averlo nelle gambe e non potevo rifiutare un’occasione così ghiotta (ricordo che Marco ha un personale sotto le fatidiche 3 ore).

Così a metà Dicembre, dal cross di Natale al Boscoincittà, è iniziata la lunga e faticosa preparazione che per fortuna si è svolta senza praticamente nessun tipo di intoppo.

Tutto fino a Domenica mattina quando, in perfetto orario, lo sparo in quel di Vittorio Veneto ha dato inizio alla resa dei conti, quando è il momento di capitalizzare ore e ore di allenamento.

Fila tutto liscio, temperatura ideale e primi chilometri in leggera discesa.
Le gambe girano che è una meraviglia.

Il passaggio ai 5 km, confermato poi da quello dei 10, è fantastico … molto meglio della più rosea delle previsioni : il ritmo è sotto le 3 ore e 10.
Tra l’8° ed il 9° vedo addirittura Andrea, che corre per scendere sotto le 3 e 10, pochi metri davanti e la cosa mi galvanizza non poco.
La voglia di continuare a spingere è tanta perché i primi 10 sono passati in un attimo e sono ancora freschissimo.

Ed ecco che il pacer, che finora mi ha diligentemente seguito, entra in azione, tira le redini e mi consiglia (ordina!!!) di non accelerare, anzi di tirare un po’ il fiato e di calare un pochino il ritmo.

Proseguo quindi regolare (i passaggi di 5 km in 5 km sembrano praticamente fotocopiati) attestandomi su un ritmo intorno ad un 3 ore e 15 finale.

Tra il 20mo ed il 25mo km veniamo recuperati dai pacers delle 3 ore e 15 che tengono un ritmo più sostenuto (sono in ritardo sulla tabella di marcia) ed anche qui mi serve una tiratina di briglie da parte del mio PP (Personal Pacer) perché la tentazione di tenere il loro passo è alta e le gambe girano ancora bene.

Arriviamo al 35mo piuttosto regolari con tanto fieno in cascina (poco meno di 4 minuti per stare sotto il mio muro). Ormai basta stare a 5 min/km e penso che sia praticamente fatta.

Ma sappiamo tutti cos’è una Maratona e come possa repentinamente presentarti il “conto” quando meno te lo aspetti …

Infatti al 37mo km di colpo si spegne la luce.
In pochi secondi le gambe diventano dure e non ne vogliono più sapere.
La falcata di irrigidisce, non riesco più ad alzare le ginocchia.
Mi prende lo sconforto … ho paura di buttare via un’occasione forse irripetibile.

Ma ho l’asso nella manica : gli ultimi km sono un continuo incitamento del mio PP che letteralmente mi trascina (spesso al limite dell’insulto) metro dopo metro.

Finalmente vedo il 41mo km all’entrata del centro di Treviso.

Gli ultimi 1000 metri vado solo con la testa … non penso più al cronometro … cerco la massima concentrazione … non sento nient’altro ( a questo punto nemmeno le urla di Marco) … mi perdo anche l’incitamento della Curva Road tutta al femminile con Donatella e Rita (perdonatemi) … Ultima curva e ultimi 50 metri … il cronometro segna in quel momento le 3 ore e 19 ed allora so, finalmente, avercela fatta!!!!

Bellissima trasferta : Treviso è proprio una bella città.
Gara stupenda per organizzazione e partecipazione di pubblico.
Simpaticissima compagnia … ma questo lo sapevo già.

Molti i ringraziamenti : Attilio per la logistica ed il sostegno “ciclistico”, Andrea per il trasporto (soprattutto post Maratona), Donatella e Rita per la compagnia ed il tifo, Vincenzo il sostegno pre-gara (era certo della mia prestazione)

Ma il ringraziamento più grande è quello lungo 3 ore 19 minuti esatti.

Marco grazie di tutto … senza il tuo aiuto so che non ce l’avrei fatta!!!!

Bruno Il Tortello sottole3e20 Meneghetti