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Doppia ultracronaca

Inserito da paulrunner il 06/10/2009 alle 01:50 nella sezione strada

Questa è la cronaca di due gare che si sono svolte rispettivamente il 26 settembre a San Giovanni Lupatoto, a pochi chilometri da Verona ed il 3 ottobre a Capraia Fiorentina, vicino a Firenze.

La prima era un multievento abbastanza noto tra gli appassionati, soprattutto veneti: la Lupatotissima infatti si svolge da anni sulla pista di questo piccolo centro dopo che per quindici anni si era svolta a Verona.

E’ una vera e propria classica articolata su più gare, quest’anno una dodici e una ventiquattro ore su pista, una staffetta 24 per 1 ora con trenta squadre iscritte tra cui tre interamente femminili, ed infine una non competitiva al mattino dopo, domenica. A complemento la premiazione, sabato pomeriggio, dei precursori dell’ultramaratona in Italia, atleti del calibro di Lavelli e Sterpin ed altri ancora.

La dodici ore era campionato italiano Iuta su pista (l’associazione italiana degli ultramaratoneti affiliata alla Fidal) ed io, avendo messo in cantiere una otto ore piuttosto pesante il sabato successivo ho optato per questa gara. Dalla Courmayeur-Champex-Chamonix ad una dodici ore in pista c’è un solo denominatore comune, la fatica: tutto il resto sono due film diversi, dal maestoso scenario del Monte Bianco al tartan, da sentieri dove ogni passo è diverso dall’altro ad una gara dove l’unico cambiamento è rappresentato dal cambio del senso di corsa ogni quattro ore.

Eppure per me ambedue sono delle sfide. La differenza è che una gara di trail puoi descriverla, una gara così lunga su pista, con tutta la buona volontà, no. Mi limiterò ai risultati, con poco meno di 105 chilometri sono arrivato sesto assoluto nel campionato ed ho vinto la mia categoria (MM55).

Detto così può sembrare quasi una gara triste ed invece no, è solo maledettamente difficile da spiegare, ma si svolge in un’atmosfera continua di festa perché mentre noi correvamo sulla quarta, quinta, sesta corsia, la staffetta, ricca di campioni, con le trenta tende piantate ai bordi della pista e decine di amici, staffettisti, familiari a fare il tifo, correva nelle prime tre corsie e questo singolare contrappasso è andato avanti tutta la notte sino a mezzogiorno del giorno seguente (anche se parte degli ultramaratoneti, come il sottoscritto, si è limitato alla dodici ore che è terminata alle dieci di sera).

Parte di questi atleti (la compagnia di giro degli ultramaratoneti, nazionali compresi, è composta da poco più di un centinaio di persone a cui, in certe occasioni, se ne possono aggregare diverse centinaia come al Passatore) si è ritrovata una settimana dopo a Capraia Fiorentina per la Ottore di Capraia, una manifestazione giunta quest’anno alla decima edizione.

Duecentocinquanta gli iscritti con molti forti atleti toscani, specialisti in corse appenniniche come la Pistoia-Abetone, ma anche le due squadre più blasonate dell’ultramaratona, la Runners Bergamo e l’Asd Villa de Sanctis di Roma.

Anche questa è una gara con limite orario, otto ore appunto, su un circuito semicittadino di due chilometri e 75 metri. Giornata calda ma con vento teso che rende molto più sopportabile il sole e percorso... un po’ particolare: subito dopo il via incominciano gli scalini, una salita che in poche centinaia di metri porta in vetta al paese, quasi cento metri di dislivello praticamente verticali dove tutti camminano dopo i primi giri (io dal primo...): da quel momento il giro si sviluppa tra le vigne alle spalle del centro abitato per poi tornare in un viottolo lastricato che, letteralmente in picchiata, porta sino al traguardo. Spaccagambe. La discesa naturalmente, perché la salita la si può fare camminando ma la discesa è a rotta di collo.

Duecentocinquanta alla partenza (anche se con qualche podista per caso...) e trentasettesimo assoluto (MW) con 65 km il mio risultato: trenta salite e trenta discese, quasi tremila metri di dislivello positivo, basta e avanza. Molto meglio con oltre 70 chilometri ed il dodicesimo posto assoluto Dario Laurenzi, grande ultraRoad che percorre in lungo e in largo la penisola e con cui mi ero già ritrovato quest’anno al Passatore ed alla Pistoia-Abetone.

E adesso due settimane di riposo prima della Torino – Saint Vincent del 17 ottobre, un’altra 100 km che, a testimonianza della vitalità del movimento, ritorna dopo anni di assenza (come la 100 km della Brianza). Alla prossima storia.

Paolo Valenti

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Commenti
  • piter 06/10/2009 alle 13:23:04 rispondi
    Congratulazioni!
    Caro Paul, ormai - i risultati lo testimoniano abbondantemente - sei uno dei migliori ultra-runners italiani: da parte mia tutta l'ammirazione per la costanza che metti in allenamenti e gare e per la grande forza interiore che ti sorregge. E anche come narratore sei forte! Un abbraccio.
    piermario sasso
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