MEMORIAL BOTTALICO (5.000 m. all'Arena)

La chiamata del Presidente Isolano rivolta agli “stradaioli” di provare il gusto della pista nella prova dei 5.000 del Memorial Zancan Bottalico è stata accolta di buon grado da un manipolo di soci Road.

Nonostante il via della gara sia stato dato a quasi notte fonda, una dozzina di soci ha resistito fin oltre le 22,30 di mercoledì sera, tenendo alto l’onore del club e risultando alla fine il gruppo più numeroso alla partenza della prova. Per questo abbiamo meritato la coppa quale squadra con più rappresentanti nella gara sui 5000.

Personalmente è stata una vera soddisfazione.
Ho ripreso a correre da circa un anno iscrivendomi al Road più che altro per rimettermi un po' in forma dopo un lungo periodo di inattività (circa 4 anni).
Poi, cominciando a frequentare timidamente la società e partecipando alle prime garette e tapasciate, mi sono imbattuto nel gruppo dei “ragazzi della montagnetta”, gente che si trova al XXV Aprile verso le 18,30 di ogni martedì e giovedì.
A loro vanno la responsabilità e il merito di avermi letteralmente contagiato, risvegliando in me la passione per questo bellissimo sport.
Tra tutti ringrazio Luciano, Stefano, Diego e Lorenzo.

Tornando ai 5000 di ieri, erano giorni che i “ragazzi” mi incoraggiavano con i loro consigli tecnici e le loro previsioni.
Di mio pensavo che migliorare il mio PB di 19.58 fatto segnare quest’estate in una delle riunioni del “Tuttinpista” sarebbe stato più che gratificante.

Però, ho seguito i loro consigli, prestando poca attenzione al cronometro.
Mi sono ritrovato al via e subito mi sono affidato all'andatura del trenino Road, condotto con maestria dal nostro Ironman Paolo Visigalli, il quale si è subito messo in testa a dettare il ritmo seguito da Matteo Pirola, dal sottoscritto e da Stefano Scala.
Le gambe giravano e Paolo era un vero metronomo: i tempi al giro erano sempre attorno al minuto e trenta.
La gara è scivolata via senza che quasi me ne accorgessi, ai 400 metri eravamo ancora tutti e quattro insieme.
A 300 mt. dal traguardo Matteo supera Paolo e allunga, gli vado dietro.
Ai meno 200 Matteo aumenta di nuovo; io, sentendomi bene e non affaticato, decido di fare altrettanto, addirittura lo sorpasso e cerco di tenere fino al traguardo, stringendo i denti e facendo girare le gambe al massimo.
Lo stupore è immediato non appena intravedo il tempo sul tabellone: 18’32”, ben un minuto e venti secondi in meno rispetto al mio record di luglio: “Ma è il mio crono??” – mi chiedo stupito.
Le pacche sulle spalle e i complimenti dei miei compagni di corsa mi confermano di si, è tutto vero.
Non sto sognando.
Sono felice, sorrido estasiato.
La cornice dell'Arena in notturna, Chiara la mia ragazza, Tommaso (il mio cane) completano il quadro.
Una serata che non dimenticherò.

Grazie Road!
Andrea