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Cronache di Francia dall'Alpe D'Huez

Inserito da Paolo Marini il 31/07/2009 alle 09:44 nella sezione triathlon

Quest’anno due fortunati Road hanno avuto il piacere di partecipare al Triathlon Lungo dell’Alpe D’Huez in Francia, gara nota per la bellezza dei luoghi ma anche per la sua durezza.

Paolo Marini e Roberto Russo, i nomi dei due compagni di (s)ventura, si mettono in viaggio verso la Francia il martedì mattina.
E già, questi francesi hanno piazzato il triathlon lungo al mercoledì e quello corto il giorno successivo, in modo da riempire l’alpe di turisti per tutta la settimana!

La strada di avvicinamento richiede poco più di quattro ore di viaggio, da Milano a Torino, per proseguire in val di Susa, scollinare al Monginevro, scendere a Briancon, risalire sul Col du Galibier e quindi arrivare in fondovalle, poche decine di chilometri prima di Grenoble, all’attacco della mitica salita dell’Alpe D’Huez.
E la salita, già in macchina, si preannuncia durissima: 21 tornanti, 1100 metri di dislivello in meno di 14 chilometri, pendenze che nei tratti più impegnativi sono del 12%, temperature che alla base (700 m slm) superano i 30 gradi …

La mattina di mercoledì, seguendo le istruzioni dell’organizzazione, io e Roberto saliamo in bici con lo zaino del necessario per la gara.
E sì, zona cambio 1 è in basso, a 700 metri, al laghetto dell’EDF (l’Enel locale), mentre zona cambio 2 è in alto, a 1850 metri, in cima all’Alpe D’Huez.
L’avvicinamento consiste in 20 km di bike, quasi tutti in discesa, per arrivare al laghettino artificiale con sbarramento e rigoroso divieto di balneazione.
Tranne che per noi, quando fermeranno l’impianto idroelettrico per farci nuotare nelle acque a 17 gradi.

Passati i 2200 metri di nuoto, in un’acqua piacevolmente fresca, si parte in bici per una veloce discesa di 25 chilometri, che ci porta da quota 700 a circa 300.
Qui parte la prima micidiale salita, circa mille metri in meno di 15 chilometri, per poi proseguire su una serie di saliscendi.
L’aria si fa sempre più calda, si viaggia tra gli oltre 30 gradi in basso e una temperatura più fresca e mite nelle parti più alte del tracciato.
Si ritorna a circa 700 metri, ma poi si risale ancora a 1300 al Col D’Ornon.
Da qui velocissima discesa fino al fondovalle.

E qui cominciano i dolori.
Siamo a circa quota 700, con nelle gambe giĂ  un centinaio di chilometri e 2000 metri di dislivello fatti.
Lo sguardo volge verso l’alto, poco più in basso del cielo spunta l’Alpe D’Huez a guardarci da lontano e minacciosa, 1100 metri sopra di noi.
Ci aspettano i micidiali ramponi, intervallati da provvidenziali tornanti.
Siamo a metĂ  giornata, nelle ore piĂą calde.
Bisogna giocare in conserva, perché l’arrivo è in salita, ma dopo ZC2 ci aspettano 22 chilometri di corsa che non si preannunciano né piatti né facili.

Risparmio le forze e evito di spingere a tutta, bisogna pure lasciare il necessario per portare a termine anche la corsa senza ritrovarsi sui gomiti!
Altro che mezza maratona, rischia di diventare una vera sofferenza.
I tornanti passano piano piano, a metà strada un ragazzo attrezzato con acqua fresca mi doccia regalandomi un momento di freschezza, i cartelli sui tornanti mostrano numeri sempre più bassi … fino a quando, al quinto tornante, l’Alpe appare sopra la mia testa, vicinissima.
Ma non è ancora finita, mi trattengo per evitare di dare tutto ora, so che devo correre poi.
Finalmente entro nell’Alpe, emozionato, e mi avvicino a ZC2.
Scendo felice dalla bike, infilo le scarpe e via, a correre i 22 chilometri in 3 giri.

Anche la corsa non si dimostra facile, un continuo saliscendi tra asfalto e sterrato (con sassi in abbondanza).
Passato il giro di boa, sorpresa!
La strada si inerpica con una esse e passa sopra il piccolo aeroporto nella parte alta del paese, per poi ridiscendere nel centro!
Alla fine della corsa, il Garmin registra un dislivello complessivo sui 22 chilometri superiore ai 400 metri.
Una fatica pazzesca, micidiale, ma il traguardo si avvicina e con lui la gioia di avere terminato una delle prove piĂą belle ma anche faticose di queste pazze gare di triathlon alpino !

Per la cronaca, il primo arrivato è Max Cigana, con un tempo di poco inferiore alle 6 ore (5:56’) e il record sul circuito.
Io chiudo in 8:40’, Roberto si ritira in cima all’Alpe non per mancanza di forza né di volontà ma costretto da una tendinite al ginocchio che fa capire come sia meglio evitare la sofferenza nella frazione podistica e i postumi che potrebbero essere ancora più pesanti.

Per chi vuole cimentarsi su una distanza più corta, il giorno successivo c’è anche la versione breve: 1200 metri di nuoto nello stesso laghetto, e poi solo poco più di 30 chilometri di bike.
Anzi, solo la metà, perché i primi sono piatti o in discesa.
Ma gli ultimi 14 sono la mitica salita dell’Alpe D’Huez, seguita da un giro di 7 tutto saliscendi !

Risultati:

Rang Dos Cat cl cat Natation Rg Cat Change 1 Velo Rg Cat Change2 CAP Rg Cat Tps Total
238 108 MARINI Paolo MV2 26 Road Runners Club Milano Triathlon 00:46:58 452 51 00:04:07 05:29:47 260 29 00:02:13 02:17:42 179 19 08:40:47

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Commenti
  • mbell1957 31/07/2009 alle 10:28:11 rispondi
    nati per soffrire ...
    ... in terra di Francia !!

    Enbrunn lo scorso anno, Nizza ed ora questa nuova impresa ... però adesso potreste cambiare paese ... giusto dall'altra parte delle alpi c'è quest'altra chicca

    http://www.inferno.ch/

    Un nome ... un programma !!

  • marinipa 31/07/2009 alle 22:59:41 rispondi
    Non me lo dire troppe volte
    Ho bisogno di un buon maestro di mountain bike, e poi vediamo se la voglia non arriva ...
  • ironvasco 03/08/2009 alle 16:50:45 rispondi
    Mitici!
    Il buon fandango mi ha raccontato dal vivo l'alpe.. Fantastico Paolo!!
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