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Come raccontare i tuoi pensieri per 15 ore?

Inserito da marcog il 02/07/2009 alle 11:44 nella sezione triathlon

Come ha già detto Andrea difficile raccontare una gara come un IronMan, come sarebbe difficile raccontare una Ultra Trail, per alcuni una Maratona e una qualunque “impresa” che vicina al limite che tu sei fissata.

Quello che è certo è che è che ti cambia dentro e capisci perché un Finisher è stato assunto in una società di brokeraggio proprio perché finisher.

Come raccontare i suoni, i rumori, gli odori, il caldo, le gocce di sudore che cadono sul telaio della bici, il pulmino dei ritirati che ti sorpassa, il concorrente che sta cambiando il tubolare, l’elicottero fermo in strada, il ragazzo con il collare al collo appoggiato al muro, il tuo sedere che ti chiede di fermarti, la ragazza che ti saluta mentre ti sorpassa per l’ennesima volta, Alen che ti racconta dei suoi figli mentre si fa l’ultimo giro di corsa insieme, il suono della voce di Cecilia che ti grida “dai papi”, la Fedaz che nonostante il pancione ti dice corriamo un po’ insieme, Martina che ti saluta, Iron5Max che ti grida non mollare, Gualla che ti dice cammina un po’ poi riprendi e vedrai che arrivi alla fine, uno che ti grida “forza Road” (poi scopro essere Frank), le lacrime di emozione che scendono quando cominci l’ultimo giro e 10.000 20.000 persone gridano il tuo nome, il freddo che provi dopo, il bacio di Martina, la foto di Josè, la festa il giorno dopo, Federica che mi dice quando sei passato sul traguardo volavi e avevi la faccia dura determinata concentrata, Cecilia che non vuole passare sotto il traguardo con il papà perché troppo sudato...

Come raccontare i tuoi pensieri per 15 ore, non è possibile farlo in una giornata normale figuratevi mentre stai facendo un IM.

Un pensiero si è però evoluto durante la giornata, e ho scoperto poi aver accompagnato tutti noi:

“ Nuoto: che bello il mare è perfetto va tutto bene, Bici primi 20 km: stai attento che oggi è lunga non tirare troppo, Bici 130° km: il prossimo IM zero salita non voglio neanche passare sui cavalcavia, Corsa 20° km: beh arriva alla fine tanto è l’ultimo e quindi devi finire, due giorni dopo in auto tornando a Milano: Federica credi che il prossimo anno sia troppo presto per Matilde fare un viaggio negli Stati Uniti?”.

Però il passaggio al 40° km della maratona provo a raccontarlo, qualcosa scatta dentro dimentichi tutto, dimentichi i piedi che sono spezzati da 170 km, non senti più nulla galleggi nel vuoto guardi il cardio Ok guardi la velocità 4,30 min/km, guardi gli arbitri che si mettono su due file e con le mani ti fanno la ola mentre passi, vedi il tappeto azzurro, la tribuna ancora piena di gente festante, ma non senti nulla non ci sono rumori e tu galleggi, voli, sei leggero arrivi le foto la medaglia, già la medaglia e pensi: tutto questo solo per una medaglia...

Ci sono persone alle quali va un grazie particolare:
Andrea e Stefano per l’entusiasmo che mettono nel fare cose insieme e sono tante;
Roberto per aver colmato una lacuna creata lo scorso anno a Montecarlo;
la mia Famiglia per avermi sopportato.

Un pensiero particolare a due persone particolari: Andate a prendere la vostra medaglia...

Marco

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Commenti
  • fandango 02/07/2009 alle 12:51:43 rispondi
    il grazie va a te......
    che hai acceso la miccia....... senza il tuo "submit" di novembre, nulla sarebbe successo. C'è bisogno di persone come te che quando vedono la fila di gente in coda nell'unica porta aperta, si prendono la briga di andare a provare ad aprire quella chiusa di fianco. E la aprono.
  • ironvasco 02/07/2009 alle 15:40:37 rispondi
    Anche io..
    ....mi accodo pari-pari a quanto detto da Fandango: grazie a te, Marco.
  • ldammora 03/07/2009 alle 09:20:51 rispondi
    quante emozioni...
    ...leggendo i vostri resoconti. Solo provare a immaginare l'inimmaginabile fatica con cui vi siete confrontati per così tante ore, mette i brividi. Complimenti a tutti, deve essere stata una splendida avventura, un viaggio anche e soprattutto in voi stessi, che vi ha permesso di conoscervi di più. E solo per questo ne valeva la pena, altro che medaglia.
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