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Buona giornata, ragazzi.
Inserito da tri-vasco il 01/07/2009 alle 23:07 nella sezione triathlon
“Ricordate questo giorno, uomini. Perché questo giorno è vostro e lo sarà per sempre.”
Ore 6.25, spiaggia di Nizza. Il Capitano passa sicuro sui sassi aguzzi guardandoci negli occhi, battendoci la mano sul petto e dicendoci:
“Buona giornata, ragazzi!”
La Tri-Curva, sulla spiaggia e sugli spalti più in alto, ci ha salutato uno ad uno. Una mole incredibile di gente si accalca a vederci, mentre il sole sale imperioso ad est, sulla nostra sinistra. Un esercito di quasi tremila persone è lì accalcato. Lo speaker prima incita gli atleti ad alzare le mani, a farsi un applauso… Per poi riportarli alla realtà di fatti.
“One Minute to the Start”
Ed eccolo il colpo di cannone. Da questo momento non è più tempo di paranoie e voli pindarici. Da ora si costruisce il sogno. La realtà arriva, ti tira una martellata in testa, ti dice: “Il momento è giunto”.
Non voglio raccontare nei dettagli della gara, perchè.. non si può fare. Nel senso che non sono mai riuscito a vivere questo weekend come una gara, ma come un viaggio. Si può parlare di immagini e sensazioni e quelle le terrò nella testa per tutta la mia vita, e le racconterò a chiunque me ne chiederà.
L’IronMan non ha deluso le mie aspettative, anzi. Mi ha insegnato tantissimo.
Per tutta la gara ho cercato di stare controllato, tenendo costantemente il mio ritmo, ignorando completamente chi mi stava attorno. Mi continuavo a ripetere: “Se avrai risparmiato troppo, allora dopo il 30esimo di corsa ti scatenerai sulla Promenade” seguendo le dritte di Capitan Ale e di Iron5Max. Sono arrivato alla fine della bici con qualche problemino di stomaco (vedi T2), a causa di un po’ di freddo patito sul pianoro ai mille metri, risolti “al volo”.. E sono partito per la maratona.
Mi ricordo che giusto l’anno scorso tediavo il Capitano con domande da rookie sull’IronMan. Gli chiesi: “Ma come fai a mantenerti calmo alla fine della gran fondo pensando che hai una maratona davanti?” e lui mi rispose: “Guarda arrivato a quel punto la maratona.. è una sciocchezza [non disse proprio così, ndr :)].. E poi io sono pure podista!”. Se lì per lì pensai “Questo è tutto pazzo!!!!”, oggi i casi sono due: o all’epoca ero prevenuto.. o oggi sono pazzo pure io, perché è esattamente quello che ho pensato appena ho imboccato la Promenade di corsa. Ho cercato di tenere il mio ritmo, conscio del fatto che più di così non potevo e dovevo fare. Purtroppo – parlo con il senno di poi – ho commesso la gravissima stupidata di fermarmi in coda ad un ristoro poco prima del 25esimo, sicuro di poter ricominciare a correre sugli stessi ritmi. Non è stato così. Fino a quel punto, tutto mi era parso relativamente facile. Mi ero gestito alla grande, stavo davvero bene. Da quel punto, da quel piccolo errore, è diventata durissima. Non ho dubbi che anche senza la sosta lo sarebbe diventata, ma in ogni caso così è andata.
Ho viaggiato oltre i confini del dolore che mai avessi conosciuto. Mi sono dovuto mettere alla prova come mai in vita mia. Mi sono sentito solo come non mai, ma allo stesso tempo ho ricevuto il calore più genuino che potessi ricevere. Da tutta la Tri-Curva, dalla Tri-Zia Valeria conosciuta poco più di un anno fa quando quello che stava accadendo ora a Nizza glielo raccontavo come il mio grande sogno ad Alessandro che mi ha dato una carica abnorme urlandomi addosso: “Piantala di guardare il GPS e pensa solo a correre”, dalla Fedaz che nonostante tutto ci aveva seguito per tutta la gara tifando con una grinta impensabile, a Morg@na e Stefano che ci urlavano addosso mille consigli, al nostro vice Presidente, presenza solo “vociferata” in partenza, ma graditissima, a Cristina e Ferdinando, al “Team Bucci” :), onnipresente e rumorosissimo, a tutti quelli che ora dimentico e che ci sono stati vicino con SMS, chiamate, occhi rivolti verso la Francia. Se ce l’abbiamo fatta, è solo e soltanto merito vostro, ha ragione Fandango a dire il 13° finisher di Nizza è stata la Tri-Curva.
Ma il ricordo se non più bello sicuramente più importante del mio (primo) IronMan, la cosa più magica che mi posso portare via dalla gara, è avvenuta proprio nel momento della crisi più nera, al giro di boa del 25esimo (in realtà era un po’ più avanti, circa il 28esimo). Lì si è appostato l’uomo a cui io devo questo risultato, l’uomo che mi ha portato a correre, poi al Triathlon, poi al Road (insomma è colpa sua :)), che non potrò mai ricompensare: Maurizio Vetri. Io e Maurizio abbiamo condiviso assieme settimane e settimane di allenamenti assieme in pausa pranzo, ci siamo dati sostegno sempre. Lui avrebbe dovuto prendere parte all’IronMan di Zurigo il prossimo 12 Luglio, se non erro. Purtroppo un idiota lo ha falciato durante una gran Fondo, solo un paio di mesi fa, strappandogli la possibilità di presentarsi al via. Domenica Maurizio era lì, con tutta la sua famiglia, a fare un tifo indiavolato. Credo che mi abbia visto completamente disperato, preso alla sprovvista dal male assoluto che sentivo sulle gambe. La prima cosa che mi è venuta da chiedergli, con un filo di voce, è stata come stessero gli altri, e lui mi ha risposto una cosa del tipo: “Sono tutti piuttosto distrutti, ma stanno andando tutti avanti”. Ed il cuore mi si è riempito subito di orgoglio, ma non ne avevo dubbi. Quello che ci siamo detti dopo, in pochi istanti – o meglio quello che mi ha detto – rimarrà una cosa tra me e lui, un ricordo bellissimo, un esempio di quanto forti possano essere i legami che si instaurano nel nome della fatica, del sudore, della passione.
Preso il bracciale dell’ultimo giro, mi sarebbe piaciuto partire a 4 al chilometro e fare il personale nei 10k. Purtroppo ne avevo così poco che al primo ristoro mi sono fermato e non riuscivo manco più a mantenermi in equilibrio, camminando… Cadevo di lato. Di conseguenza non mi sono più fermato. Sono passato lento, ma deciso, verso l’aeroporto. Anche dalle automobili in coda a fianco a noi piovevano ora incitamenti e strombazzate (impariamo, Milano, impariamo). All’ultimo giro di boa, ho cominciato a salutare tutti – e dico tutti – i volontari. Appena la Promenade si è aperta davanti ai miei occhi, ho cominciato ad individuare, più avanti, l’arrivo… Prima un puntino, una lucina flebile in fondo alla strada, poi sempre più vicino. Il dolore era tale da non farmi provare quasi alcuna emozione, mi imponeva di rimanere con lui. Solo quando è partita la sezione transennata ho capito di essere quasi arrivato, di avercela fatta. E quando l’asfalto è diventato tappeto ho capito che mi mancavano solo 100 metri, è stato tempo di lasciare i Maroni ed lasciare che fosse il mio Cuore a guidare gli ultimi passi del mio sogno. Ed è stato una successione di istanti che, credetemi, valgono se non una vita, almeno un anno di duro lavoro.
Sono arrivato in fondo completamente esaurito, steso a terra sopra Tri-Sara, con qualche difficoltà a connettere. Mi ha fatto un immenso piacere vedere i compagni già arrivati radunarsi attorno a me… E purtroppo – e di questo me ne dispiace infinitamente - sono stato talmente tanto stordito ed annebbiato dalla fatica da non rimanere ad aspettare gli altri, in particolare l’uomo che mi ha trascinato prima a Montecarlo e poi a Nizza.. Marco 007 Galliena, autore di una prova tutto-cuore (lascio a lui il racconto, come spero di leggere da tutti gli altri!).
L’IronMan è in sintesi ben descritto da quanto dettomi dal Capitano sulla via del ritorno: “E’ una fatica totalizzante”. Ed è proprio così. Non so se si possa mai raggiungere la “routine” su di una distanza del genere (come si può fare su quella doppio-olimpica), magari qualche AG molto ben preparato o con grande esperienza può farcela. Resta il fatto che chiunque abbia in canna di provarci, a mio parere deve farsi guidare da due considerazioni:
• Sarà probabilmente una delle più belle esperienze della sua vita, perché gli cambierà la percezione del mondo, delle distanze, delle sue possibilità;
• Dovrà prepararsi a soffrire come mai prima d’ora, quindi dovrà essere determinato, freddo, lucido e soprattutto in completa pace con se stesso;
Non è retorica, è stato un vero onore dividere questa avventura meravigliosa con i 14 di Nizza, 13 uomini ed una donna veramente eccezionali, uno ad uno. E ancora più strepitosi sono stati tutti quelli che ci hanno seguito, rincuorato, incitato, festeggiato… perché fare la gara è un conto, ma seguirla con impeto, partecipare e riuscire ad entrare nelle nostre emozioni è ancora più straordinario che correre la gara in sé (non credo ci riuscirei mai).
Circa un anno fa dicevo di avere un debito con questo Club che volevo “ripagare” chiudendo un IronMan facendo del mio meglio. Oggi posso dire, con un pelo d’orgoglio, di avercela fatta… E chiunque creda che per farcela serva qualcosa di particolare oltre alla determinazione, magari che bisogna essere dei “miracolati”, chi si lagna, chi si lamenta, chi cerca scuse per non trovare motivi… si guardi la foto sotto…perché è da lì, meno di due anni fa, che sono arrivato a Nizza. Alzi la mano chi ci avrebbe mai scommesso mezzo centesimo.
W il Road, e grazie ancora a tutti, dal primo all’ultimo.
Iron-Vasco

Road to Nice 2009
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Bravo Andrea e bravi tutti.....
AUW!
http://picasaweb.google.it/Belottisara81/Nizza2009#
Sara
Ti faccio ancora i complimenti a te e agli altri 11 Iron-friends. In quel torrido pomeriggio sostenervi è stato un vero piacere, Tri-lion sembrava una gazzella, Russo un gladiatore, Capt Ale nonostante la fatica riusciva a metterci sempre una battuta, giro dopo giro, grande! Marta e Galliena in completa trance agonistica, vedendosi chiamati e incitati ringraziavano e poi chiedevono "Ma chi sei? ". Che dire, è stato emozionante anche per me, ero in costume sotto il sole da ore e imbottito di kerosene perchè a 5o mt dalla pista di decollo, non devo essere stato uno spettacolo, ma è stato bello esserci.
Alla prox
Maurizio
Non trovo le parole adatte ... leggendo i tuoi pensieri mi emoziono anch'io e penso che a questo punto non potrò più rinunciare a provare in prima persona emozioni così forti ed intense.
Per quest'anno Montecarlo sarà la mia "gara", ma nel 2010 non potrà che esserci anche la mia impresa.
Sono onorato ed orgoglioso di far parte di questo gruppo, di nuotare, pedalare e correre in mezzo a voi ...
Grazie
NOn commento il tuo post perchè, come sempre, non ce ne bisogno in quanto perfetto.
Ciao IronMan
"Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni! (E.Rooswelt)"
Tri-Conte!