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![]() Pistoia-Abetone, quella strada che saleInserito da paulrunner il 30/06/2009 alle 23:52 nella sezione strada
Partecipazione record dei Road alla Pistoia-Abetone con cinque iscritti (tre debuttanti) e cinque al traguardo.
La corri a testa alta la Pistoia-Abetone, perché sei quasi sempre in salita e guardi avanti sperando che la pendenza diminuisca, che la strada cambi di colpo direzione e poi ogni tanto guardi le scarpe, i tuoi piedi, un po’ perché la schiena si piega e ti sembra che così curvo fai meno fatica, un po’ perché li guardi e solo allora capisci che sono i tuoi muscoli che li fanno andare avanti, quegli stramaledetti muscoli che tu non senti proprio più. La prima discesa è una brezza leggera di sei chilometri e all’inizio corri ancora come se fossi in salita, con dei piccoli passi quasi rattrappiti prima di capire che puoi allungare la falcata, puoi sentire ancora un po’ d’aria sul viso e i chilometri ti sembrano volare via anche se corri a 5’/5’15”. Finisce presto e quando ricomincia la salita è ancora peggio: poi, eravamo un gruppetto, abbiamo visto Corsa. Avrà avuto forse un anno, era poco più che un cucciolone felice, una giovane labrador che correva con tutti, io ho pensato che fosse uscita da una casa vicina e che come tutti i giovani, uomini o cani o altro non fa differenza, dovesse solo sfogare la sua esuberanza e la sua voglia di vivere e cosa c’è di meglio che tanti umani che corrono e che gli sorridono e magari allungano anche le mani per cercare di accarezzare quell’ammasso di argento vivo. Schizzava da un lato all’altro della strada e l’unico timore era che si facesse investire da qualche macchina prima di stancarsi e di tornare nel suo giardino. Poi l’ho persa di vista. Gli ultimi 17 chilometri, la salita conclusiva, sono stati il solito e contradditorio e informe ammasso di sentimenti, da un lato la stanchezza, quella che ti dice di fermarti, perché tanto è solo una corsa, dall’altra la certezza di quello che vuoi e la consapevolezza che ogni metro che fai è un metro di meno che devi fare. In fondo è tutto qui. L’Abetone è un traguardo, nient’altro che un gonfiabile che tra poche ore non ci sarà più lasciando un piazzale vuoto con poche macchine posteggiate, ma se l’Abetone l’hai fortemente voluto allora con o senza gonfiabile, medaglia e fotografia, tu hai vinto. E Corsa era lì, coccolata da tutti, accarezzata, vezzeggiata, Corsa, come ho scoperto il giorno dopo perché era diventata una star del quotidiano locale, si era aggregata alla gara a Pistoia ed era arrivata dopo cinquanta chilometri fino all’Abetone. Anzi, almeno sessanta chilometri perché come tutti i cani che si rispetti avrà fatto almeno dieci chilometri in più. E alla fine qualcuno l’ha adottata, come è giusto che fosse. Corsa l’ho chiamata io così ma ciascuno può darle il nome che vuole, il nome di una bella favola. In queste quattro settimane ho percorso trecento chilometri in tre gare ed ho avuto in regalo molte fatiche e molte emozioni, adesso però niente gare per un mese, ma non devo smaltire la stanchezza, devo smaltire le emozioni… Paolo
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Riki che mo' te rompe pure che 'e storie de' jartri Ghidotti
Riki