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24 ore di Torino: ritmo blando sotto il sole

Inserito da paulrunner il 18/06/2009 alle 08:05 nella sezione strada

Correre una 24 ore è dura, correre una 24 ore con trenta gradi è molto dura, correre una 24 ore con trenta gradi due settimane dopo il Passatore è veramente molto dura, correre una 24 ore con trenta gradi due settimane dopo il Passatore con le scarpe nuove mai provate è un chiaro indice di demenza senile.
L’età aiuta, ça va sans dire.

Eppure, pur rischiando di rovinarmi definitivamente i piedi prima della Pistoia-Abetone di sabato prossimo (che per fortuna è quasi tutta in salita), volevo provare a migliorare il chilometraggio dell’anno scorso a Bergamo (152 km) limitato proprio da... le scarpe nuove!
Ovviamente sono riuscito nel primo intento (rovinare i piedi) e non nel secondo (i km, limitati a 149 e rotti) proprio per il sole che dalle dieci del mattino alle otto di sera (e nuovamente il mattino dopo dalle otto alle dieci) scottava metà del circuito di mille metri predisposto nel parco Ruffini.

Eppure il risultato è stato discreto in questa prima edizione organizzata da Caporaso (l’ex-recordman delle maratone consecutive (51) recentemente superato da un giapponese) sotto l’egida di Fidal e Iuta: 32 i partecipanti e settimo posto assoluto per me (in teoria primo di categoria ma non esistevano le categorie), alla dodicesima ora ero addirittura quarto assoluto con 92 chilometri ma poi sono crollato proprio quando il sole era ormai sceso ed ho passato più di sei ore a vagare sul percorso mormorando frasi incoerenti nelle quali si distinguevano solo alcune parole come "letto", "pastasciutta", "pietà"...

Perché la fame si materializza, ti prende la mente insieme a tutte le sensazioni che dovrebbero indurti alla resa, si allea con la stanchezza e con lei condiziona i tuoi passi, quello che senti o credi di sentire, quello che vedi.
Quando mi fermavo per bere sentivo di colpo tutto il dolore dei miei piedi piagati che risaliva su su sino alla testa e mi ingiungeva di fermarmi ma sapevo fin troppo bene che se avessi deciso di farlo non sarei più ripartito.

Nella notte sei sempre più solo, non ci sono gli abituali frequentatori del parco, non le grida dei bambini e dei grandi (chissà perchè la frase che ho sentito più spesso è stata "Guarda avanti" urlata da padri esasperati ai figli che imparavano ad andare in bicicletta...), solo rade macchine sui viali, non uccelli, uccellacci ed uccellini, non cani ed anche pochi concorrenti perché a rotazione c’è sempre qualcuno che riposa.

Io non ci riesco eppure ho avuto sonno, camminavo/correvo come un ubriaco e per alcune ore non sono riuscito a tenere la retta via (metafora della vita?), mi spostavo continuamente ora a destra ora a sinistra inseguendo fantasmi veri e fasulli che pretendevano di indicarmi la traiettoria migliore.

Poi venne l’alba e nel giorno che disegnava luce e ridava forma agli oggetti mi sono ancora perso mentre le diseguali crepe dell’asfalto prendevano vita assumendo forme fantastiche che svanivano al mio passaggio.
E poi anche la fine della corsa, mentre tutti applaudivano ed io, come al solito, scioglievo la fatica in pianto.
Paolo

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Commenti
  • Franz.Rossi 18/06/2009 alle 08:09:40 rispondi
    Paolo vero ultrarunner
    Grande Paolo.
    Inanellare Passatore e 24ore in previsione della Pistioia Abetone.
    Completare quasi 150km in quelle condizioni.
    Arrivare, comunque, settimo assoluto...
    Sono traguardi da standing ovation.

    Ma la cosa che davvero mi colpisce, come sempre mi capita quando leggo i tuoi resoconti, è la profondità dello sguardo verso fuori e verso dentro te stesso.

    Incarni il viandante saggio: che il sentiero per te sia leggero

    Franz
  • IM-ale 18/06/2009 alle 12:40:23 rispondi
    A quando invece un libro....
    ...anzichè "sprecare" queste perle in questa umile ma onesta famiglia di tapascioni, mischiate con richieste di passaggio, vendite di orologi e cronache di "modestissimi" risultati?
    Che bello leggerti!
    W il Road
    capt.ale
  • marcodari 18/06/2009 alle 17:43:51 rispondi
    dimmi che ti mancavo
    Ciao grandissimo Paul
    sono felice che al passatore mi hai portato via il titolo di campione sociale categoria over 55 negli ultimio 500 metri perchè solo tu lo meriti; per il tuo coraggio e l'abnegazione e per il modo con cui i tuoi racconti rendono esattamente le senzazioni che si hanno quando si superano i fatici 42,195 km.
    Però potevi avvisarmi, poichè non avrei fatto sicuramente la 24 ore, non sono ancora pronto mentalmente, ma avrei potuto farti il pace-maker o la lepre per un po' di ore come si fa per i veri campioni.
    Mi spiace non poter esserci alla Pisa Abetone, poiche ho impegni familiari, ma sicuramente ci saro l'anno prossimo ad accompagnarti ed a cercare sportivamente di batterti.
    Marco Dari

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