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UN SABATO A MARINA DI PISA

Inserito da artiglio il 03/06/2009 alle 14:20 nella sezione triathlon

5 moschettieri Road erano impegnati sabato 30 maggio a Marina di Pisa, per un Triathlon Olimpico gara di ranking.
Arrivo a Marina di Pisa venerdì notte, dopo una lunghissima coda in autostrada dopo essere partito dalla sede Road: stanchezza all’inverosimile, che (non è per accampare scuse) ritengo si sia fatta sentire anche in gara.
Il tempo di scaricare armi (la mia bici nuova) e bagagli dall’auto, e io e Rita cadiamo esausti a letto.
Risveglio con non poca fatica il mattino di sabato: andiamo giĂą a far colazione e, sorpresa, trovo ad un tavolo Andrea che conversa con un altro concorrente: sapevo che era iscritto, ma non sapevo come aveva organizzato la logistica, e piacevolmente lo scopro allo stesso albergo.
Il tempo di lavare i denti, e assieme ad Andrea e Rita ci rechiamo in zona cambio per ritirare i pacchi gara: l’aria è fresca (quasi “fredda”), c’è un bel vento, mi pento quasi di essere uscito in maglietta: le sensazioni non sono delle migliori, non mi sento in forma, e penso che in effetti sulla corsa mi sono allenato nelle ultime 2 settimane meno che nella bici (quindi, zero).
Torno in albergo, anche xché voglio provare la bici nuova: mi cambio e faccio un giro: qui le sensazioni sono buone, lo “strumento” è proprio un bel gioiellino, i cambi si innestano al primo click, e nel provare a far girare il pedale, noto che la bici reagisce all’istante.
Incontro Giulio e Roberta: per lui è l’esordio sulla distanza dell’Olimpico, le parole di incoraggiamento non mancano, oggi sarà sicuramente una bella gara. Torno in albergo, il tempo utile per docciarmi (voglio sentirmi fresco), e pagare il conto: entro in zona cambio 10 minuti prima della chiusura, mi accorgo nella fretta di avere dimenticato alcune cose che solitamente mi porto (lo spray antiappannante per gli occhialini, la vasellina…): in zona cambio incontro tutti gli altri, e dopo tanto tempo Saverio, che si sente “in palla” per fare una buona gara: anche Mario Maitilasso lo vedo concentrato. Foto di gruppo, e poi ciascuno con la propria cuffia colorata (partiamo in batterie differenti per ranking intervallati di 30 secondi una dall’altra) ci avviciniamo alla spunta sulla spiaggia. Partenza, Via: partono gli ELITE (Ivan Risti in testa, che andrà a vincere la gara), poi gli atleti con la cuffia bianca, poi noi con quella gialla (e siamo in 4, tutti meno Andrea), infine Andrea con la verde: tanto lo sappiamo che non è sufficiente prendersi un vantaggio di 30 secondi, lui stesso a fine gara si dichiarerà soddisfatto per essere uscito dall’acqua insieme alle cuffie grigie della prima batteria …)
Si parte dall’interno dei frangiflutti del porto di Marina di Pisa: l’acqua è bassa, infatti tutti “corrono” o “camminano” per diversi metri prima di poter nuotare, io come molti altri ho una seria difficoltà a stare in piedi: il fondo non è propriamente piatto e sabbioso, ma è pieno di grossi sassi, inciampo 2 o 3 volte, in una di queste bevo pure….poi finalmente comincio a sbracciare e a nuotare, e mi tengo laterale rispetto al grosso della mischia, in modo da evitare le botte… va tutto abbastanza liscio, quando esco dall’acqua (dopo circa 28 minuti), so che sono già usciti Andrea e Saverio, Giulio è appena più avanti: entro in zona cambio, ed esco con la bici. Si parte per un multilap di 6,5 km, da farsi 3 volte in andata e ritorno. E qui il vento, nell’andata, è micidiale: se poi come nel mio caso non hai la fortuna di stare in gruppo (ho fatto tutta la frazione da solo), ti rallenta alquanto: fortuna che al ritorno la storia è diversa, il vento ti sospinge, con la nuova bici riesco a sfiorare i 34/35 km/h con estrema facilità (certo, nulla in confronto ai 40 km/h e passa del paio di gruppi che mi sfilano alla grande, e che non sono riuscito a tenere se non per poche centinaia di metri). Negli incroci incontro prima Andrea, poi Giulio, entrambi ingruppati, solo in un secondo momento scorgo Mario (anche lui sta facendo gara da solo), e non vedo Saverio: lo intravedo invece al ritorno del 1° giro, contornato da diverse persone, assieme ad altri triathleti, che si tocca la spalla… penso al peggio, ed in effetti a fine gara ne ho la conferma.
Il giro successivo altra amara sorpresa: incrocio Andrea che cammina a lato della bici… foratura e gara finita! Del drappello Road iniziale, rimaniamo in 3, e tutti in ordine rigorosamente ANAGRAFICO: Giulio il primo dei Road (avanti a me di qualche minuto), poi io ed infine Mario.
Mi sento i crampi ad entrambi gli adduttori, le sensazioni non sono per niente positive: quando arrivo in T2 per lasciare la bici, con la possibilità di recuperare terreno su Giulio, realizzo in fretta che non ce la posso fare: le gambe non si alzano, sono piantato per terra, affronto la terza frazione con la sensazione di spingere un autotreno, una pesantezza incredibile, e i 4 giri sul lungomare si trasformano in una lenta agonia: l’unico obiettivo è quello di arrivare in fondo, d’altronde non posso pretendere di più oggi con il poco allenamento che ho, mi sembra di essere tornato indietro di un anno, dove facevo le gare con l’unico obiettivo di portarle a termine.
E alla fine del 4° giro, Mario mi incita a superare (per orgoglio) un M6 del Club del Bardolino che mi stava davanti: ok, lo supero, non per mio merito ma solo perché quello a 500 metri dall’arrivo si ferma a fare stretching, è più cotto di me.
All’arrivo sono uno straccio: grazie all’aiuto di Andrea e Giulio riesco a guadagnare una sedia e a ristorarmi un poco, ma ci vuole una buona mezz’ora prima di riprendermi: meno male il tempo, la giornata era l’ideale per grandi imprese, nonostante il vento non faceva gran caldo, si stava bene: peccato, sarà per la prossima volta.
L’ultimo pensiero va a Saverio, prima di andare via: non ho saputo più niente: dal presidio medico della gara mi dicono che un paio di atleti li hanno portati al Pronto Soccorso: lo chiamo sul cellulare, mi spiega che in gara dal gruppo che procedeva in senso inverso erano caduti un paio di triathleti, una delle bici è finita sulla traiettoria del suo gruppo, la caduta a 40 km/h era inevitabile: uno è riuscito a ripartire con la lussazione alla spalla, un altro ha rotto la clavicola, Saverio invece riporta una frattura alla costola…
Lo raggiungo al Pronto Soccorso di Pisa proprio mentre lo dimettono per riportarlo a casa: il triathlon è anche questo, quando si va in bici bisogna mettere in conto che una caduta prima o poi capita…
Un particolare ringraziamento alla TRI-CURVA, composta da Elda, Roberta e Giulia, raggiunti poi dal ritirato Andrea, che non ha mancato l'incitamento ad ogni passaggio dei body blu-arancio sia nella frazione in bici che in quella a piedi.
Artiglio

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Commenti
  • tri-vasco 04/06/2009 alle 17:39:09 rispondi
    Bravo Giulio!
    Complimenti a Giulio per il suo primo Tri-Olimpico!!!

    Andrea... Se lo sa il Capitano... Non vorrei essere nei tuoi panni :) Urge corso accellerato di sostituzione camera d'aria!

    NovitĂ  su Saverio?
  • artiglio 05/06/2009 alle 09:22:56 rispondi
    Saverio l'ho sentito 2 giorni fa
    Come potevo immaginare, una volta raffredati i muscoli, non sta proprio bene: è pieno di dolori, ma sa che l'unica cosa da fare in questi casi è stare a riposo: fa pure fatica a respirare, io so cosa vuol dire, avendolo provato l'anno scorso dopo la caduta in bici di Saluzzo.
    E pensare che in macchina aveva manifestato l'intenzione di tornare a scuola dai suoi allievi: invece è a casa fermo (e infermo).
    Invece tornando alla gara, ho avuto una piccolissima delusione nel leggere i risultati sul sito FITRI: l'M6 del Bardolino, Armanini, che avrei superato proprio sulla linea del traguardo, mi è davanti in classifica di qualche secondo: ci ho pensato, e sicuramente deve essere dovuto al fatto che è partito con la cuffia verde, 30" dietro di me!!! Mannaggia alle gare con partenza scaglionata!!!
    Artiglio
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