|
|
|
My first English Marathon
Inserito da Franz.Rossi il 04/05/2009 alle 19:36 nella sezione strada
Trieste mi è cara, come molti già sanno, perché ci ho vissuto 25 anni, perché lì c'era e c'è la mia famiglia e soprattutto perché il profumo del mare e i refoli di bora sono rimasti nel mio dna.
La Bavisela (che è la brezza marina in dialetto) è il nome di questa grandissima kermesse sportiva che dura ininterrottamente per due domeniche, sfruttando il duplice ponte del 25 aprile e del primo maggio.
Ci sono gare per tutti: dal triathlon alle gare per i bimbi, dagli skiroll alle cicloturistiche, fino a culminare nell'ultimo weekend con una serata all'insegna dello spettacolo (concerto di Bennato più fuochi d'artificio il sabato sera) e una giornata di corsa.
Domenica 3 maggio, dunque, partivano alle 9.15 da Gradisca la maratona (a staffetta, su cicloni e individuale), alle 10.30 (in concomitanza con il passaggio dei primi maratoneti) partiva da Duino la mezza maratona, e alle 11 dal Castello di Miramare la non competitiva di 7 km.
Per concludere alcuni numeri: 900 maratoneti + 2100 mezzi maratoneti + 4000 tapascioni = festa grande.
Io poi avevo anche una motivazione personale più profonda.
A Trieste, 12 anni fa, avevo cnosciuto EJ, un ragazzo australiano nipote di un emigrato triestino.
EJ era tornato a Trieste per assistere il nonno, aveva trovato lavoro come imsegnante di inglese, e in una sua classe mentre imparavamo a farfugliare nella lingua di Albione, è nata una grande amicizia.
Casualmente eravamo sempre in due a frequentare le lezioni: Elena ed io.
E abbiamo imparato tanto in aula quanto fuori durante interminabili serate al bar o in pizzeria.
Quando mi sono trasferito a Milano i rapporti si sono naturalmente diradati, ma un po' su Facebook, un po' nelle mie periodiche trasferte all'est, ci ritrovavamo per una rimpatriata.
Fino allo scorso ottobre, quando ho scoperto che EJ aveva corso la maratona di Venezia.
L'ho chiamato subito per chiedergli i suoi prossimi impegni ed invitarlo a Treviso, ma lui era già iscritto a Parigi la settimana dopo.
Insomma per farla breve, l'appuntamento è stato rimandato al 3 maggio, in occasione della Maratona d'Europa, nella nostra città che anche EJ sta per lasciare per rientrare in Australia.
Anche Elena, la nostra amica che è una sportiva doc (sci di fondo e alpinismo), pur sapendo di non poter correre una maratona, decide comunque di essere con noi correndo la non competitiva ed unendosi a noi all'arrivo.
Sabato sera grande rimpatriata con Carlos Andiazabal, un Road giramondo come pochi che avrebbe corso la mezza, e con Sandro, un'altro amico triestino.
Aperitivo triestino (vedi foto) e carico di carboidrati in via Cavana, nel cuore della cittavecchia. Mega gelato dietro piazza Unità, che sarà cornice dell'arrivo del giorno successivo, e poi a dormire.
Domenica mattina, ritrovo in piazza Libertà, di fronte alla statua di Sissi d'Austria (un mito per i triestini) e in autobus ci portano alla partenza.
A Gradisca d'Isonzo inganniamo il tempo chiacchierando. Io ho una strategia bella chiara in mente: parlare in inglese tutta la prima metà della gara e poi passare all'italiano quando l'ipossia renderebbe impossibile il dialogo.
EJ è alla sua terza maratona, io sono alla diciottesima, quindi mi sento sereno nel propormi come pacer per le 3:45.
Anche Daniel Facchinelli, altro Road gitano come Carlos e come me, è a correre la maratona e anche lui indossa canotta e palloncini da pacer delle 3:45.
Ci salutiamo prima della partenza e ascoltiamo lo speaker incitare i maratoneti.
E' ora, si parte.
I primi chilometri volano via veloci, sotto i 5'00"/km nonostante io cerchi di frenare e di come Daniela mi prenda sempre in giro e mi chieda di rallentare quando non siamo ancora partiti.
Finalmente intorno al quinto siamo rientrati nel passo regolare (5'20" fino alla fine).
Abbiamo già raggiunto Daniel e il suo gruppo, li superiamo per procedere da soli e chiacchierando andiamo avanti.
Il percorso è bello, la temperatura perfetta, ci sono dei brevi saliscendi che movimentano il ritmo.
Si scherza, pur passando tra i colli del Carso che hanno visto per mesi una sanguinosa guerra di trincea durante il primo conflitto mondiale.
A Redipuglia, sede del Sacrario militare, salutiamo con un cenno i militari con divise d'epoca che sono lì per noi.
Riconosco un altro amico (Checo un trailer di Spirito Trail) che sta accompagnando un'amica di nome Federica.
Lei non mi conosce, così li supero e invito la gente che era presente numerosa nel centro di Monfalcone (in realtà uno dei pochi posti dove c'era tifo) a gridare il suo nome e ad incitarla.
Al grido di "Federica, Federica" sento i suoi commenti sorpresi e poi le spiegazioni di Checo. Mi giro a salutarli e proseguiamo.
Al ristoro esorto EJ: "wash down the gatorade with some water" e lui apprezza il mio modo di dire. In effetti è un insegnate perfetto, anche in piena maratona continua a darmi consigli e suggerirmi termini più appropriati.
Siamo ormai al 18esimo chilometro, tra un po' inizierà la salita di circa 5 km che ci porterà sulla costiera, una stupenda strada panoramica a picco sul mare.
Incito EJ a restare concentrato sul passo, e così facendo mi esorto da solo. In salita è comodo avere i pacer davanti (ci avevano superato durante un pee-stop) e Daniel è un orologio svizzero.
Finalmente arriviamo alla mezza, a Duino, sotto il celebre castello con il fantasma della dama bianca, qui gli staffettisti si danno il cambio. Half down, half to go!
La salita continua ancora, ma il cambio di ritmo ci aiuta a spezzare la monotonia.
Ecco la Costa dei Barbari (una spiaggia rocciosa prediletta dai naturisti) e l'inizio della costiera.
Siamo al 25esimo chilometro e iniziamo a superare magliette verdi. Si tratta di un gruppo di canadesi (100 in tutto) che hanno scelto Trieste per venire a conoscere un pezzo d'Europa.
Sono membri di un'associazione contro l'artite che si chiama "Joints in Motion". All'inizio avevamo riso, in quanto alla traduzione corretta "articolazioni in movimento" si poteva associare anche quella di "spinelli in movimento" giocando sul doppio significato del termine joint.
Invece è un'associazione seria, che raccoglie fondi e invita le persone (spesso con problemi di salute) a seguire una preparazione specifica e a partecipare ad una maratona (vedi anche http://www.arthritis.org/joints-in-motion.php)
Sembra un segno del destino, sono le articolazioni di EJ, adesso, a scricchiolare e lui che purtroppo ben conosce il problema deve fermarsi a fare dello stretching specifico, a volte anche disteso a terra.
"we can say goodbay to negative splits" mi dice sconsolato.
I pacer delle 3:45 si allontanano e noi procediamo faticosamente alternando corsa e stop forzati.
Sappiamo che il cartello dei 35km è proprio dopo le due gallerie di Miramare, e che lì ci dovrebbe essere il capo di EJ ad immortalarlo mentre compie l'impresa.
Ogni scusa è buona per cercare di allungare i tratti di corsa, così quasi non mi accorgo del signore che sorride, scatta una foto e saluta.
Ecco il cartello dei 36. E' incredibile come possano allungarsi i chilometri nelle fasi finali.
"Sorry Franz", mi dice EJ. "For what? no, what for?, which one is better?" EJ sorride "better what for"
Siamo a Barcola, dove EJ si allena sempre, conosce ogni pietra, ogni palo della luce, ecco Roiano proprio sotto casa si compie l'ultimo schiaffo morale: siamo raggiunti dai pacer delle 4 ore.
Sono in due e si danno un gran daffare. Lavorano davvero bene, ci incitano a non mollare.
Ecco il 41esimo chilometro, da qui in poi c'è tanta gente e ci dovrebbe essere Elena ad attenderci.
"C'mon EJ, we can see the last km sign from here" ma sto parlando ad un altro ragazzo con la maglia rossa che mi guarda perplesso.
"Sorry, wrong person..." parlo ancora in inglese, e lui mi guarda incuriosito poi io rallento e lui va.
Ecco Elena, ci aspettava per correre con noi l'ultimo chilometro.
E' sorridente come sempre, indossa la maglietta rosa della Bavisela e ci racconta della sua corsa.
Basta la sua presenza per confortarci e portarci alla grande piazza Unità dove c'è il giro d'onore.
Le transenne si stringono, la folla intorno grida, Elena ci saluta con un "ci vediamo all'arrivo".
Adrenalina a mille.
Un gruppo ci incita, riconosco degli amici triestini.
La musica è a palla, suonano This is the life di Amy McDowell una canzone con un ritmo sincopato che sembra fatto apposta per correrci sopra, per fare una volata.
Una grande curva, un "forza Franz" da un amico oltre la transenna, il tappeto rosso, EJ aumenta e io gli sto a fianco.
Duecento metri di piacere puro (che valgono tutti i 40 km che sono serviti a portarci qui).
Il crono dice 4:03:12, ma sono felice come se avessi fatto il personale.
Franz
Ecco i risultati dei Roads presenti:
pos M/F | pos cat | atleta | cat | time | note |
48 | 17 | Marco Frattini | TM | 1:21:56 | mezza maratona |
417 | 90 | Alberto Tasca | MM45 | 1:38:44 | mezza maratona |
1260 | 82 | Carlos Andiazabal | MM55 | 2:21:12 | mezza maratona |
232 | 46 | Daniel Facchinelli | MM35 | 3:45:01 | maratona (pacer) |
330 | 75 | Franz Rossi | MM45 | 4:03:12 | maratona |

Aperitivo Triestino: EJ, Elena, Franz, Sandro e Carlos
Commenti
|
|
|
|
Utenti
|
 |
 |
Ad oggi ci sono 3539 utenti iscritti al sito di cui 0 attualmente online |
|
 |
 |
|
|
Ci sono tante di quelle belle maratone in giro per l'Italia che bisognerebbe riuscire a correrne una al mese solo per poterle "vivere" tutte!
Mi sa che dall'anno prossimo mi metto giù un bel calendario pluriennale! :-)
Marco