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![]() La sconfitta più bellaInserito da tri-vasco il 21/04/2009 alle 10:37 nella sezione triathlon
![]() “Scusami, Spec...”. Nell’istante stesso in cui veniva scattata questa foto questo passava per la mia mente, perché ero conscio di aver commesso una sciocchezza, una sciocchezza che forse non avrebbe cambiato niente, una sciocchezza che mi ha portato alla più dolce delle sconfitte. La gara a staffetta di Rimini ha rappresentato molto più di una gara. E’ stata una trasferta in puro stile Road, una consuetudine alla quale non mi abituerò mai. Un weekend bellissimo, indimenticabile. Il momento delle premiazioni con Di Toro e tutta la squadra lì a fare una bolgia pazzesca è stato magico. E’ stata la chiusura di un anno indimenticabile, un anno di svolta, un anno che non mi dimenticherò mai. L’anno di tutti noi, l’anno in cui chiunque abbia creduto in questa realtà vedendone la genuinità e l’entusiasmo può davvero brindare ad un avvenire ancora più luminoso. L’anno in cui ho girato mezza Italia in luoghi a volte meravigliosi per chiudere con una trentina di gare tra duathlon e triathlon e circa 1300 km percorsi solo in gara partendo dall’ultima posizione al cross di Briosco (quindi cari rookies: sono la dimostrazione vivente che se ce la faccio io…), in cui ho bucato, rotto catene, sono caduto, ho pianto, ho riso, ho fatto cose che esistevano solo nei miei sogni (maratone, triathlon Olimpici, mezzi Ironman, Mondiali), ho preso la mia vita, l’ho scossa, l’ho ripulita da una patina di schifo, l’ho ribaltata completamente e me la sono rimessa addosso. E’ molto facile, farlo. Basta lasciarsi andare. L’anno in cui ho conosciuto e fatto mia una combriccola di personaggi che oramai vivono dentro di me, sotto la mia pelle, nella mia testa, nel mio cuore. In cui ho ridefinito il mio concetto di fatica, di umiltà, di dedizione. Non prendetemi per pazzo, ma alla luce di quello che iscrivermi al Road mi ha portato.. della vittoria nel SuperRank mi può interessare veramente poco. E’ un premio. Una cosa che ti possono rubare. Una cosa di cui, magari tra dieci anni, mi sarò pure dimenticato. Ma le teste che hanno fatto il boato quando sono stato chiamato dal Marco Novelli (io come gli altri 5 Road), quelle teste conosciute e quelle teste nuove con le quali sento già instaurarsi un legame (e che sono state a fare macello con noi, nonostante avessero vissuto più o meno marginalmente la stagione di cui si stava discutendo.. A voi il mio grazie più sincero e più grande).. quelle teste, specialmente una, e anche quelle che non erano lì presenti.. Saranno con me per sempre, nel bene o nel male. Quelle sono la mia vittoria. Il coraggio di presentarsi ed iscriversi, l’11 Gennaio 2008, al Road Runners Club Milano, sono la mia vittoria. Torniamo alla gara. Sono lì nella gabbia del cambio, a fianco del mio incubo peggiore: il Tri-Lion. ![]() Il mio amico-compagno-rivale (rivale poi… oramai mi asfalta senza problemi!). Dal momento delle assegnazioni avevo sentito un brividino lungo la schiena: due squadre Road dalle prestazioni pressoché identiche a scontrarsi l’una contro l’altra. Io messo in ultima frazione. Contro Stefano. (chiedo scusa se parlerò solo di due squadre, però il testa-a-testa si è scatenato tra queste due ed il sottoscritto ci è finito in mezzo, con grande onore). La pioggia cade meno intensa, il Bagai e il Visigo si sono già scornati alternandosi al comando del drappello Road… Il Visigo è anche caduto in bici, ma nonostante questo ha avuto la forza di rientrare nel gruppo (e questo ci fa capire quanto possa essere forte, il Paolo). Ora si stanno scontrando due cagnacci rognosi come Turbogriglia e Fandango. Due ossi durissimi. Due duri a morire. Fandango parte in leggero vantaggio nel run split, a tutta. Luca lo segue, carico come una molla, determinato alla follia. Scompaiono entrambi. Mi dicono che Luca e Roberto sono praticamente appaiati al T1, forse Luca è in leggero vantaggio. Fandango non mi convince, però. Troppo uomo di esperienza, lui. Avrà in serbo una sorpresa, perché sa che forse Turbogriglia ne avrà di più di corsa. Tenterà il tutto per tutto alla fine dello split. Infatti eccolo uscire, Fandango, dal T2. Livido in faccia di catrame e fango come nelle immagini epiche del ciclismo, indemoniato, bellissimo, tirato oltre il limite. Lo guardo e mi sciocca, tanto è rabbioso. Ed eccolo subito dopo Luca. Voncio, fradicio, furioso, reattivo. Sento che lo supererà, almeno ci spero, anche se non riuscirà a darmi il vantaggio che avrei sperato e per il quale avevo fatto mille scongiuri, per scontrarmi con Stefano. Capisco che da lì a qualche minuto toccherà a me. Mi chiudo in me stesso. Mi schiaffeggio. Prendo aria, respiro profondamente. Chiudo gli occhi un istante, mi gusto il frastuono. Cerco di sentire la natura darmi la spinta, così come faccio sempre durante gli allenamenti. Ecco arrivare Lollo Marta, che era di poco avanti ai due Roads. Ci siamo Tridemonio. Ora toccherà a te e Stefano, ancora una volta l’uno contro l’altro. La tensione mi sale a mille. Dalla curva… Ecco Turbogriglia, immenso!!! Gli caccio un urlo disumano, per farmi localizzare. Ci diamo il cinque. Il mio ultimo momento di lucidità è l’urlo che mi caccia dietro Robino. Corro adesso. Corro più veloce di quanto riesca ad immaginare. Sento le caviglie che rimbalzano bene, mi concentro sul far rotare le gambe quanto più velocemente possibile. Mantengo la frequenza di caduta alta. Sto sempre alto con la schiena, non posso permettermi affanni. Corro alla disperata senza mai guardarmi indietro. Devo staccare Stefano. E’ la mia unica possibilità. Devo staccare il Trilion perché in bici scatenerà la sua incontenibile furia e se non starò molto attento mi spazzerà via. Devo staccare Stefano e sperare di avere qualcuno con cui fuggire dalla sua pedalata. Supero qualche concorrente, continuo a spingere al massimo. Entro in zona cambio, effettuo la transizione senza problemi e via.. esco. E lì il mio piano si incrina. Sono solo. Questo è il bello del triathlon, l’imprevedibilità. Non puoi farci niente, puoi solo accettarlo nelle gioie e nelle amarezze. Il mio piano va a ramengo. Capisco che non è più una questione di se.. Ma di quando. Quando Stefano mi raggiungerà. Meno discretamente nel rettilineo, cerco di preservare un minimo la gamba perché so che ne avrò bisogno. Il rettilineo passa, arrivo alla boa. Quattro i chilometri percorsi, circa. Sono in piega e con la coda dell’occhio lo vedo.. Sta iniziando la curva. Dannazione, sono spacciato. E lì con altri quattro/cinque concorrenti, mi hanno nel mirino, è inutile scappare. Mi faccio prendere, urlo loro: “Forza! Venite!” come un condannato. Quando sono prossimi a me, Ste mi urla: “Andre, accelera!” e così faccio, mi francobollo alla sua ruota. Sperando di tenerla. Un grande enigma davanti a me: i rilanci. Non sono pronto. Non ho la potenza necessaria, me ne sono reso conto il giorno prima, durante il quale ho tenuto botta solo perché eravamo in venti, in gruppo. Ora siamo in 6… O ne hai.. o ti stacchi. E temo di sapere quale sia il mio destino. Sta arrivando davanti ai miei occhi, a 42 km/h circa, con lo schifo che si solleva dalle ruote e mi impatta sul corpo. Entriamo alla variante.. E’ il momento di rilanciare.. Ma non ne ho abbastanza, mannaggia. Mi stacco. Forse ho sbagliato il rapporto, sto spingendo un qualcosa di troppo pesante. Ma non ho il tempo di cambiare. Stefano, che è dietro di me, si scansa e mi sorpassa, cercando di ricucire il buco che la mia impotenza ha creato. Lo vedo in posizione che parte. La mia immagine più temuta. Questo è il momento chiave. Purtroppo per me, lui ha nelle gambe progressioni che io mi posso solo sognare. Provo ad alzarmi sui pedali, ma le gambe mi tradiscono, sono impiantato. E lui mi parte via, fortissimo. Mi fa venire in mente le progressioni di Pantani, anche se siamo in piano. Mi sento impotente come un Urlich qualunque. Cerco di mantenere la botta, ma la ruota è lontana. La scia non la sento più. Sono spacciato. Sono solo contro cinque, perché ho sbagliato io e perché comunque davanti a me c’è un atleta molto, ma molto più forte di me in bici. Vedo che il gruppo si screma, un paio di concorrenti entrano in T-zone. Rimangono in tre. Buon per me, non potranno menare troppo, adesso… almeno speriamo Io rimango lì solo, decido di fare la rotonda a tutta, che io cada, se devo cadere. Mi spingo al massimo in avanti sulla sella, do tutto quello che ho. La distanza non aumenta più o aumenta poco, almeno a vista d’occhio. Ce l’ho lì davanti, a 200-250 metri. Al giro di boa trovo due soci inaspettati, ci mettiamo a menare assieme. Il vantaggio di Stefano mi sembra calare, leggerissimamente. Quasi arrivato in zona cambio, incrocio il Bagai con suo figlio che mi urlando dietro qualcosa. Oramai ci siamo, Tridemonio. Ora ci sarà da correre. Ora dovrai dare tutto, hai solo una piccola speranza, se vorrai provare a riprenderlo. Volo giù da Specialissima, le chiedo scusa con lo sguardo perché sono stato inadeguato, sia verso di lei che verso i miei fantastici compagni di squadra. Ho la testa in pappa dallo sforzo, sbaglio il riferimento in zona cambio e perdo una decina di secondi preziosissimi. Mi metto le scarpe alla bene e meglio e parto..alla morte. Lo vedo lì davanti, Stefano. Io macino di brutto, do qualsiasi cosa abbia dentro. La testa mi scoppia. Non vedo più niente, non sento più niente. Devo tentare. Sperare in un miracolo, forse. Pian piano lo vedo avvicinarsi. Ma comincio a capire che non sarà sufficiente. Sento qualcuno dietro di me.. Do ancora di più perché questa è e sarà una battaglia privata, che mi accingo a perdere, purtroppo. All’ultima chicane, mentre entro vedo ancora con la coda dell’occhio Stefano entrare nel rettilineo di arrivo. Capisco che è finita, capisco di essere stato battuto, Dai più grandi degli avversari: i miei insostituibili compagni di ventura. E’ stata una cavalcata fantastica, pochi metri mi separano oramai. Sprinto ancora per essere sicuro di farcela. Arrivo al traguardo e cado a terra.. Perché non ne ho più, davvero più. Sono lì che penso: “Che delusione che sei stato.. Hai rovinato il lavoro dei tuoi compagni di staffetta”. Quando eccolo arrivare Stefano stesso, che mi saluta sorridente e si sdraia a fianco a me, fin quando non veniamo cacciati via. Grazie Ste, grazie Paolo, Luca, Roberto, Marco. E’ stata la più bella di tutte le sconfitte possibili. Una sensazione che vale 100 Super Rank. Me la sarei potuta, anzi me la sarei dovuta giocare meglio, forse. Ma ho dato tutto quello che ho potuto dare. Ed in ogni caso, Stefano è stato semplicemente e fantasticamente più forte di me, questo è indiscutibile… E quindi merita assolutamente di avermi inflitto questa fantastica pettinata. Il Capitano e il Grigio le hanno pensate proprio bene, le squadre. Ci hanno fatto tirare fuori il massimo (almeno per me), per regalarci un’emozione indimenticabile.. E almeno per me è stato così. Grazie mille! E grazie a tutti i Tri-Roads per il supporto. Vi ho sentiti forte, mentre di sabato sfrecciavo in bici o andavo di corsa. Non riconoscevo manco mezza faccia, ma le voci si, tutte. Ho ricambiato urlando i vostri nomi (più improperi vari ed assortiti) con tutto me stesso, fino a rimanere afono (chiedere a Tri-Sara per conferma). Le vostre immagini in corsa o sugli spalti mi danno la forza, l’ispirazione, la grinta necessaria a superare qualsiasi sfida. Questa è la ricchezza. Ai rookies (fino ad un certo punto visto come menano) dico: Cuore e Maroni ragassuoli e ragassuole, abbiamo appena iniziato a divertirci, vedrete! Allego una trascrizione della seconda mia mail inviata al Capitano – seconda in assoluto – che vi sia da ispirazione: 3V: mi sta venendo una malattia... ogni volta che vedo una salita mi viene da correre! CAPT: Lascia stare le malattie, come diceva Cevoli "Fatti! mica pugnette!" Te capiì?!??! AUW!!!! Ps: tutte le foto che mi sono arrivate sono disponibili in fototeca!
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complimenti per il racconto...
però..se tutti i weekend mi farete dei resoconti del genere arriverò a fine agosto che sarò uno straccio, a forza di tirarmi addosso le martellate!
mongol(fiera)feda.....
Marco "Bagai" Battaini
Andrea, burle a parte, è stata una gara bellissima, nonostante tutto, e incredibilmente emozionante. gloria ai vincitori, onore ai vinti, sotto con gli allenamenti e alla prossima disfida!!
p.
per lo spirito, la grinta, l'ironia e l'autocritica. Con questi presupposti, si può solo migliorare... e allora sotto con le annotazioni tecniche di Paolo e dei più esperti. Intanto io vi ascolto, vi guardo, ci provo e imparo... grazie : )
Complimenti allo scrittore, quanto al triathleta.
Ciaociao e w, m
racconto fantastico. Mi sarebbe piaciuto essere in mezzo al gruppo a provare tutte queste sensazioni.
Invece ero confinato nelle retrovie :-(
Bisogna allenarsi! altro che storie...
Grandissimi tutti (ma Andrea, di più)
Franz
Il pensiero sulla piada, però, ce l'ho avuto.. Se la prox volta me la fai trovare.. GNAM!!
E ora sotto con gli allenamenti!
Ti ho visto concentratissimo quando ti ho incrociato a metà della prima frazione di corsa, ora capisco quali pensieri ti passavano per la testa.
Io stavo chiudendo la mia ultima per dare il cambio a Marco, posso quindi capire bene anche quanto scrive Franz.
Ma un giorno risaliremo il gruppo e proveremo anche noi le stesse emozioni. Per ora osservo chi mi sfreccia accanto a 50 kmh e cerco di carpire tutti i segreti della multidisciplina.
A proposito, grazie a tutti coloro che mi hanno dato consigli e suggerimenti, assolutamente preziosi e impagabili, durante la due giorni di gare. Anche per questo siete e siamo un grande gruppo!
W il tri-Road. Stefano
ma se penso che i miei punti GP sono andati ad un rookie, ne sono solo felice!!!