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qualcuno scrisse
Inserito da FraTTa il 23/03/2009 alle 20:06 nella sezione cross & trail
Sulla strada verso Torino ho continuato la lettura del libro di Alan Siltoe: "la solitudine del maratoneta" e in quelle stesse righe rileggevo quella che sarebbe stata la mia gara di quel pomeriggio.
"...Il percorso di otto chilometri era segnato da schizzi di calce..." niente di più scontato quando si corre un cross, ma fa piacere sapere che dal 1959 ad oggi la corsa dopotutto non è cambiata poi di molto.
Ho effettuato la ricognizione del tracciato appena
arrivato, poco prima di pranzo: piuttosto tranquillo, parecchie curve a gomito, ma le ultime due gare svolte nelle domeniche precedenti mi hanno lasciato oltre alla stanchezza sulle gambe anche il giusto approccio per affrontare una corsa di questo tipo.
Alle tre è arrivato il momento di partire, tanta la tensione scaricata nel vero senso della parola! si studiano i rivali e via: alla prima curva "...senza forzare, ero ancora al secondo posto; e se qualcuno vuole sapere come
si corre, si ricordi di non avere mai fretta, e di non lasciare mai che nessuno degli altri corridori capisca che si ha fretta anche se è vero" - sante parole -.
A dire il vero la mia corsa non era "talmente regolare da farmi dimenticare che correvo", ma mi sono ritrovato immediatamente davanti a condurre la gara.
Il corridore alle mie spalle non "doveva essere molto lontano" nonostante ci fosse "un gran silenzio".
Con la coda dell'occhio quando correvamo spalle al sole intravedevo la sua ombra accanto alla mia e la tenevo a distanza di sicurezza.
Gli otto giri del percorso si susseguivano con ritmo regolare e mentalmente studiavo la possibile strategia e il punto più idoneo dove sferrare lo scatto finale, ma allo scadere del 7° ecco che inizia di gran carriera l'attacco del mio diretto rivale.
Io gli sto appresso, lo seguo, lui non molla, nemmeno io: mi sembra che faccia fatica, ma pure io ne sto facendo tanta.
In quel momento memore della lezione di due settimane prima penso a Gelindo Bordin che in occasione della vittoria Olimpica a Seul trovandosi dietro esclamò: "e no... Secondo pure oggi no!"
Tutt'altra occasione, miglior gloria, ma ho fatto mie quelle parole.
Siamo sull'ultimo scollinamento dove ho ripetutamente considerato che da qui sull'ultimo giro qualsiasi cosa fosse successo avrei attaccato.
E così è stato. "Via come un fulmine, più veloce del vento.”
Io corro soltanto e in qualche modo so che se dimentico la gara e mi limito a tenere un buon passo finchè non so più che sto correndo vinco sempre” o perlomeno questa volta!
Marco Frattini
Torino 21 marzo 2009 campionato italiano di cross FSSI.
1 assoluto

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Congratulazioni!
capt.ale
WilRoad!
W Marco, 1° assoluto il giorno di primavera, 1° di categoria il giorno dopo, secondo i suoi allenamenti : )
E grazie per il racconto e le citazioni, di cui memorizzo subito questo brano:
"Io corro soltanto e in qualche modo so che se dimentico la gara e mi limito a tenere un buon passo finchè non so più che sto correndo vinco sempre".
Ne farò tesoro.
Grazie.
Ciaociao e w, m
Della tua forza e della tua tenacia avevo già avuto ampie prove in tutte le gare cui abbiamo partecipato insieme.
Ma questa volta sono stato colpito dalle tue doti di narratore: grande cuore, grande racconto.
Infine complimenti vivissimi per il tuo titolo FSSI!
Franz
E poi, che forza!...
Mauro